Riordino delle Province: una critica

Sono sbalordito della superficialità con cui si sta affrontando il riordino delle competenze amministrative del Veneto, ivi compresa la realizzazione della cosiddetta PA-TRE-VE, l’ipotetica città metropolitana Padova-Treviso-Venezia.

Negli anni settanta, una volta istituite le regioni, ci fu un ampio dibattito su come coprire il vuoto che si era manifestato nella gestione del territorio tra le nuove istituzioni e i comuni, in relazione a tutte le decisioni che travalicavano la dimensione territoriale comunale: dall’organizzazione dei grandi servizi collettivi (salute, formazione ecc.) dalla politica dell’abitazione, ai trasporti,  alle attività produttive, alla gestione e tutela acque, ai rifiuti ecc.). Leggi di più

Padova e la città metropolitana

Il decreto governativo con cui vengono istituite le città metropolitane e ridisegnati i confini delle province italiane (con un taglio di 36 delle 86 attuali) appare essenzialmente motivato, più che da un coerente progetto di razionale riordino dell’architettura istituzionale dello stato e delle regioni, da ragioni economiche ovvero dalla volontà di ridurre uno dei capitoli della spesa pubblica.

Non sappiamo se il provvedimento governativo otterrà i risultati sperati sul piano economico. Certo è che molte delle scelte operate appaiono più il frutto dell’improvvisazione che di un meditato ridisegno delle funzioni e delle competenze degli enti locali, a fronte delle nuove problematiche e dei profondi cambiamenti intervenuti nella società e nell’organizzazione del territorio. Leggi di più

Porto e logistica. Genova-Venezia 4 a 0

Nel giugno scorso titolavo un mio pezzo, mandato ai giornali e non pubblicato : Genova-Venezia 4 – 0. La netta vittoria a tavolino del sistema logistico ligure su quello veneto, dopo che sono cominciati i lavori per la costruzione del Terzo Valico degli Appennini.

E’ parte fondamentale del completamento della linea ferroviaria Rotterdam-Genova, che in Svizzera può già diramarsi lungo le direttrici offerte da due grandi tunnel: il Gottardo verso la valle del Reno fino in Olanda e il Loetschberg verso Parigi e Londra (e così la TAV in Val Susa diventa puro spreco di denaro pubblico, come del resto ha sancito in ottobre la Corte dei Conti francese). Leggi di più

Ferrovie venete: servono investimenti, non propaganda

Il governatore Luca Zaia ha promesso la gestione veneta delle ferrovie regionali, affermando che il Veneto possiede risorse e progetti. Critico anche nei confronti degli enormi investimenti ferroviari al Sud Italia, in particolare il nuovo collegamento Napoli – Bari. In Veneto già opera la Sistemi Territoriali, controllata dalla Regione Veneto, e si vuole arrivare, entro pochi mesi, alla costituzione di una società regionale mista con la partecipazione di Sistemi Territoriali e Trenitalia come socio di minoranza per la gestione del traffico ferroviario veneto, sul modello di altre grandi regioni del Nord Italia. Leggi di più

Come si cresce in scuole vecchie e pericolose?

Un’edilizia scolastica vecchia, ferma agli storici problemi legati alla sicurezza, troppe le emergenze irrisolte, poche le eccellenze e i passi avanti. La messa a norma delle scuole resta il tallone d’Achille: quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti. 

È la fotografia scattata da Ecosistema Scuola 2012 –  XIII edizione,  rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia. Indagine che nasce con l’obiettivo di restituire il quadro di quanto gli enti locali competenti, e cioè i Comuni (responsabili per scuole materne, elementari e medie) e le Province (competenti per le Superiori) investano in politiche che intrecciano sostenibilità e sicurezza. Leggi di più

A Mario Monti una lettera sull’Idrovia

Una lettera è stata mandata nei giorni scorsi dall’Associazione “Salvaguardia Idraulica del territorio padovano e veneziano” al Presidente del Consiglio prof. M. Monti. Volevamo ricordargli che l’idrovia incompiuta tra Padova e l’Adriatico è inserita nella lista di canali fluviali, definita da un Trattato Internazionale sui corsi d’acqua interni, siglato a Ginevra nel giugno 1999.
Un importante studio legale, che opera in prevalenza all’estero, ha compilato il testo che è stato mandato per conoscenza anche ad altri Ministri, come pure ad alte Autorità del’Unione Europea. Leggi di più

A Padova il “Parking Day”

Legambiente e Amissi del Piovego oggi hanno organizzato il primo “Parking Day” padovano per rilanciare la campagna Salviamo il Paesaggio dalla cementificazione e per chiedere al Comune di Padova precisi impegni.

 Parking Day nasce nel 2005, quando uno  studio dell’arte e design a San Francisco ha convertito temporaneamente un stallo per il posteggio in parco pubblico nel centro della megalopoli. Da allora Parking Day è diventato un movimento globale in cui associazioni e cittadini creano o propongono nuove forme di utilizzo del territorio (urbano ed extraurbano) per finalità ambientali e sociali. Il territorio come bene comune, dunque.

A Padova oggi Legambiente e Amissi del Piovego hanno trasformato alcuni parcheggi in via Matteotti in  un parco lillipuziano: una provocazione per dire che anche nella nostra città si cementifica troppo a scapito di verde e territorio e chiedere un riduzione dell’edificazione prevista nei prossimi anni

Negli ultimi 30 anni un quinto d’Italia è stata cementificata: 6 milioni di ettari. Ci sono 10 milioni di case vuote, eppure si continua a costruire. In particolare, oltre al paesaggio si stanno perdendo per sempre i suoli fertili. Una sistematica distruzione di risorse che vede la Regione Veneto in prima fila, seconda solo alla Lombardia.

Per fermare lo scempio si è costituito il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio di cui fanno parte 400 organizzazioni, tra cui Legambiente e Amissi del Piovego, operante anche  Padova.

“Ai tutti i Sindaci italiani  – spiega Sergio Lironi Presidente Onorario di Legambiente  Padova – dal Forum è arrivata la richiesta di censire le abitazioni e i fabbricati industriali vuoti, sfitti o non utilizzati, e i terreni ancora liberi, ma destinati all’edificazione. Il Comune di Padova ci ha risposto con dati vecchi più di 10 anni, ma comunque già sappiamo che in città ci sono migliaia di case vuote, oltre settemila sono in vendita.

Stiamo sostenendo il censimento con una raccolta di firme tra i cittadini che ha già raccolto 1500 firme. Alla quale ne abbiniamo un’altra per creare un Parco agricolo e paesaggistico esteso a tutto il territorio compreso tra la Brenta e il Bacchiglione, una grande “cintura verde” interessante tutti i Comuni della Comunità metropolitana padovana.

Chiediamo al Comune di Padova di fornirci i dati aggiornati del consumo di suolo (abitazioni e i fabbricati industriali vuoti, sfitti o non utilizzati, e i terreni ancora liberi, ma destinati all’edificazione) e di valutare seriamente una moratoria nell’edificazione, seguendo l’esempio dei comuni più virtuosi, quali quelli di Udine e di Desio, che hanno tagliato un milione di metri cubi dai loro piani regolatori. Il PAT (il nuovo piano regolatore) di Padova,  infatti, è assolutamente sovradimensionato aggiungendo alla volumetria ancora edificabile del vecchio Piano Regolatore, di 2.607.892 metri cubi altri 2.084.232 mc. per un volume edificabile totale di 4.692.124 metri cubi. Una spaventosa colata di cemento. A chi possa servire questa nuova volumetria – conclude Lironi – non si capisce, visto che la popolazione in città sta diminuendo e che ci sono già più di 7000 case che non riescono ad essere vendute.

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A cura della redazione di Ecopolis

Quei 320 milioni che i Comuni dimenticano di usare

Scadenza rinviata: i distributori gas avevano tempo fino al 15 ottobre per fare domanda all’Autorità per l’energia in modo da poter ricaricare in bolletta i soldi da dare ai Comuni per alleviare i costi dell’energia delle fasce più deboli. Invece la deadline è stata spostata al 19 novembre. I Comuni che non lo avessero fatto, dunque, hanno un po’ di tempo in più per chiedere i fondi ai concessionari senza che questi ci rimettano di tasca propria e dunque tentino di opporsi all’erogazione. […] E non sono spiccioli: fino a 323 milioni di euro all’anno in totale. Per esempio Torino potrebbe avere 6 milioni l’anno, Napoli 4 milioni, Venezia oltre 2 milioni.

[…] “Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo perché, se non si richiedessero ora, questi soldi andrebbero a far parte della quota dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale si dovrebbe affrontare una causa civile. In sintesi: o ora, o tra dieci anni dopo una causa, se la si vince”, commenta a Qualenergia.it Davide Sabbadin, responsabile energia di Legambiente Veneto, che si sta mobilitando per far conoscere ai Comuni questa possibilità spesso ignorata.

Come sappiamo, nel lento processo di liberalizzazione del gas i 177 ambiti (i distretti delle reti del metano) italiani dovrebbero assegnare le concessioni ai distributori tramite gare che, se fatte bene, renderebbero il rapporto più vantaggioso per i Comuni. Tuttavia il processo è lento: si mettono a gara 25 ambiti ogni 6 mesi e, al momento, su 6.500 Comuni metanizzati, in Italia solo 600 hanno concluso la gara. La normativa in questione che deriva dall’art. 46 bis L. 222/07, come successivamente modificato, prevede che le municipalità interessate dalle nuove gare possano incrementare, da subito e fino alla conclusione delle gare d’ambito, il canone delle concessioni di distribuzione fino al 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione, la parte della bolletta che va a remunerare il gestore. I soldi così raccolti, dice la legge, dovranno essere destinati “prioritariamente all’attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti”. La delibera Aeeg 159/08, all’art. 59, ha poi stabilito che i distributori possano rifarsi ricaricando sugli utenti finali: un rincaro che è proporzionale ai consumi e che in media si aggira su 1 euro al mese per utente.

Ovviamente, a differenza che per la somma dovuta per il 2012, per gli arretrati degli anni scorsi le società di distribuzione non potrebbero rifarsi sugli utenti, bensì avrebbero perdite secche: per questo i Comuni che volessero recuperare il gruzzolo che spetterebbe per gli anni passati loro dal 2008 al 2011 – cosa che nessuno ha mai fatto finora – dovrebbero prepararsi a battaglie legali.

Più semplice ottenere i soldi del 2012: basta una delibera. […] I Comuni possono rivolgersi a Legambiente (energia@legambienteveneto.it) o al ConsorzioRetiGahttp://www.retigas.it/, un consorzio privato (ma indipendente dalle società distributrici di gas) patrocinato da ANCItel.

[…] I Comuni farebbero bene ad approfittare dell’aiuto offerto e recuperare questi soldi, tanto più in questo momento in cui le Amministrazioni pubbliche hanno poche risorse da investire nell’efficienza energetica e nella tutela dei meno abbienti, due settori strategici per combattere la crisi.

L’articolo completo (con il rimando alle puntate precedenti) si trova qui: http://www.qualenergia.it/articoli/20121022-fondi-gas-ai-comuni-poveri-ed-efficienza-scadenza-rinviata.

Sintesi a cura di Annalisa Scarpa – Redazione di Ecopolis

Sicurezza idraulica e comuni scoordinati

La sicurezza di poter vivere sereni in un territorio, di abitarci e lavorarci, è un valore primario per ogni cittadino. Il territorio, il paesaggio e l’ambiente sono beni comuni e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico costituisce un diritto primario. Dunque, uno dei compiti principali di chi governa lo Stato e le Regioni è quello di garantire, con opere straordinarie e con il monitoraggio e la manutenzione continui, tale sicurezza.”

Questo è l’incipit del documento programmatico che il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione ha ribadito il 28 settembre a Villatora di Saonara, indicando i seguenti obiettivi:

– il completamento dell’idrovia come opera prioritaria ed assolutamente urgente;

– l’abbandono della Camionabile e della Bovolentana, opere collegate al GRAP (Grande Raccordo Anulare di Padova) non necessarie e dannose per l’integrità del territorio che attraversano;

– il consolidamento e la manutenzione straordinaria degli argini fluviali e canalizi;

– l’auto coordinamento dei sindaci dei territori soggetti a rischio idraulico, per l’attuazione dei citati interventi e dei già progettati bacini di contenimento a monte.

Il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione è un organismo che mira a promuovere dal basso un’azione comune per la salvaguardia delle aree soggette a rischio idraulico del corso inferiore dei due fiumi. Attualmente tale organismo rappresenta sette comitati di sette diversi comuni padovani ed i comitati della riviera del Brenta e del Miranese.

Se il coordinamento tra i comitati sta dando buoni frutti e si pone come punto di riferimento per i cittadini che intendono organizzarsi per partecipare attivamente alla difesa del proprio territorio, non ugualmente sembra avvenire da parte delle amministrazioni comunali.

Schierati decisamente a favore dell’idrovia sono solo Saonara e Vigonovo, altri comuni hanno manifestato interesse al completamento del canale, senza però prendere decisioni. Più successo, invece, sta avendo la proposta di chiedere al Presidente della Regione di indire una Conferenza dei Servizi (più appropriatamente Conferenza dei Sindaci), per discutere la migliore scelta strategica per la sicurezza idraulica del territorio, sulla base dello studio di fattibilità dell’idrovia.

Questa richiesta è già stata formalmente deliberata dai comuni di Saonara, Vigonovo, Veggiano, Ponte S. Nicolò, Bovolenta e Abano. Anche Mira, che è decisamente contraria alla camionabile ma ha qualche perplessità sull’idrovia, sembra avere deciso di sottoscrivere l’appello e probabilmente trascinerà con sé anche Dolo. Solo Vigonza ha rifiutato di aderire, mentre altri comuni del veneziano ci stanno pensando.

È evidente che se ci fosse un coordinamento tra i comuni, alla stregua di quello che opera per i comitati, i risultati sarebbero più incoraggiati. Un fronte comune degli enti locali, in una materia come quella della difesa idraulica del territorio, non potrebbe essere sottovalutato dalla Regione.

Lo studio di fattibilità dell’idrovia, che dovrebbe essere alla base della Conferenza dei Sindaci, è stato appaltato dalla Regione lo scorso aprile, con una spesa di 160.000 euro, per verificare la convenienza economica del completamento di quell’opera. Il completamento è previsto nella classe Va di navigazione, al fine di garantire, con una portata di almeno 450 mc/sec, la funzione di scolmatore delle acque di piena del Brenta e del Bacchiglione, in aggiunta a quella trasportistica iniziale. Il termine di consegna dello studio, che doveva indirettamente verificare anche la compatibilità della camionabile con l’idrovia, è scaduto a settembre.

È tempo quindi che i comuni, non in ordine sparso ma coordinati tra loro, chiedano a Zaia di essere convocati per definire congiuntamente, sulla base delle risultanze del citato studio di fattibilità, le scelte strategiche più opportune per la salvaguardia dei loro territori.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

Il meglio di niente non basta più

Le federazioni sindacali regionali del Trasporto, stanche di aspettare dai primi di settembre la convocazione della Giunta Regionale del Veneto, lunedì 8 ottobre 2012 hanno inviato una lettera di sollecito.

Un incontro che diventa ancora più urgente ora che finalmente la Giunta ha prodotto la proposta di assestamento del Bilancio 2012, che andrà approvata in Consiglio Regionale, dopo i lavori in Commissione, non prima del mese di novembre !! (la Giunta Regionale si era impegnata ad approvare l’assestamento del Bilancio nel mese di giugno per consentire certezza di finanziamenti alle aziende in previsione del programma autunnale dei servizi, n.d.r.)

Come giudicare i 2 milioni di euro inseriti nell’assestamento a favore del trasporto pubblico locale? Il taglio delle risorse 2012 per il trasporto pubblico, rispetto al 2011, è stato di 15 milioni di euro. Faceva seguito ad un taglio dell’anno precedente, che congegnava -di fronte all’aumento dei costi- una riduzione pesante del finanziamento dei cosiddetti servizi minimi universali. Questo l’andamento dei finanziamenti regionali negli ultimi 3 anni: 2010: 287,3 milioni di euro; 2011: 268 milioni di euro; anno 2012: 253 milioni di euro, cui vanno aggiunti + 2 milioni di euro proposti ora nell’assestamento!

Aver trovato nelle pieghe del bilancio da assestare 2 milioni di euro a favore del TPL è senz’altro meglio di niente, ma per l’appunto meglio di niente!

La condizione quotidiana del servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti: nuovi tagli dei servizi, aumento delle tariffe, nuovi interventi su costo e qualità del lavoro. Ci saremmo aspettati un diverso impegno che riconoscesse la indifferibile necessità e urgenza di ripristinare le risorse 2011. Per questo chiediamo a Giunta e Consiglio di lavorare in questa direzione senza se e senza ma…..

Infine, e non ultimo, siamo stanchi di ripetere da anni che serve un progetto reale di riordino efficace ed economico che poggi su: riduzione significativa delle aziende; integrazioni gomma/ferro e aree urbane ed extraurbane; servizio regionale integrato con unico biglietto e tariffazione; orari cadenzati; maggiore frequenza e minori sovraffollamenti; maggiore velocità commerciale attraverso sistemi innovativi a guida vincolata nei principali centri urbani; maggiore regolarità e puntualità; migliore qualità a bordo e a terra. In definitiva vogliamo fatti misurabili e certi nei tempi che potenzino il servizio di trasporto pubblico locale (mentre la Giunta Regionale è in ritardo di oltre 3 mesi rispetto alla scadenza del 30 giugno stabilita dalla Legge 27/2012 per deliberare su bacini e ambiti ottimali dei servizi pubblici locali, riordino del settore, liberalizzazioni e gare, n.d.r.).

Se il TPL è una priorità lo si dimostri con i fatti!

Ilario Simonaggio, segretario regionale FILT CGIL