Vent’anni di indagini hanno portato lo scorso febbraio a cinquanta arresti e al sequestro di beni per dieci milioni di euro, con accuse pesanti come associazione a delinquere di stampo mafioso e voto di scambio, che coinvolgono il mondo dell’edilizia lungo la costa adriatica veneziana.
Si conferma quello che Legambiente denuncia da tempo, a partire dal Dossier del 2013 Camorra e cemento: il Veneto orientale, a cura del nostro osservatorio Ambiente e Legalità, che denunciava una “presenza della criminalità organizzata strutturata nel territorio veneto”, come confermato da Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia.
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