LA LEGALITÀ NON È UN DATO DI FATTO

Ambiente sempre maltrattato: dieci anni dalla legge sugli ecoreati, processo Pfas, contrabbando di alcol e contraffazioni

 

 

Di seguito il Rapporto sulla Legalità della CGIL Veneto di maggio, sezione ambiente, con “un occhio di riguardo” su Padova:

Relazione Legambiente e Libera, su 10 anni della legge sugli ecoreati in Veneto. Legambiente e Libera hanno pubblicato una relazione sui reati ambientali di applicazione della L.68/2015. Ci sono voluti 24 anni per avere una legge italiana che introducesse il reato penale dei delitti contro l’ambiente. I dati del Veneto sono in molti casi drammaticamente in linea con la situazione nazionale. In 10 anni (2015-2024) a livello nazionale ci sono stati: controlli 21.169; reati 6.979 (uno ogni 3 controlli); persone denunciate 12.510; persone arrestate 556; sequestri 1.996; valore sequestrato 1,155 miliardi di euro. Il dato regionale del Veneto è: controlli 789; reati 224; persone denunciate 263; persone arrestate 9; sequestri 26; valore sequestrato 2,521 milioni di euro. (Fonte dati forze dell’ordine e Capitanerie di Porto dal 1 giugno 2015 al 31 dicembre 2024). Qui il comunicato stampa di Legambiente nazionale

Processo PFAS in Corte dAssise a Vicenza. Nell’udienza del 8 maggio 2025 la difesa del manager della Miteni Spa Vincenzo Guarracino (AD dal febbraio 2009 all’aprile 2012) ne ha chiesto l’assoluzione (il fatto non sussiste), perché dal suo arrivo in azienda l’inquinamento si sarebbe arrestato. La difesa sostiene che Guarracino non ha avuto alcuna responsabilità, ha collaborato con le istituzioni e si è impegnato alla produzione PFAS a circuito chiuso in quanto l’inquinamento risale a periodi precedenti a quelli della gestione ICIG. Il PM ha chiesto per il Guarracino 10 anni di carcere per avvelenamento delle acque. Nell’udienza del 15 maggio 2025 le difese dei vertici ICIG hanno ribadito che “non esistevano limiti al tempo della contaminazione” e che “la Regione Veneto non ha mai eseguito lo studio epidemiologico che aveva annunciato, e anche l’ISS non considerava l’inquinamento come un’emergenza sanitaria”. Secondo le difese, inoltre, le 131 udienze sinora svolte “hanno determinato un condizionamento mediatico, con un’opinione pubblica con sentimento colpevolista, dove i reati sono presunti e non accertati in termini di responsabilità obiettiva e soggettiva”.  La giudice della Sezione Lavoro Caterina Neri del Tribunale di Vicenza ha deciso il 13 maggio 2025 il risarcimento degli eredi di un operaio dipendente Miteni Spa, morto di tumore un anno fa. Questa sentenza potrebbe aprire nuovi scenari anche per quanto riguarda il processo in Corte d’Assise. La sentenza contro l’Inail riconosce il nesso di casualità tra esposizione diretta e continuata ai PFAS e suoi composti e l’insorgenza del tumore, dopo che solo 2 anni fa, su richiesta della Procura di Vicenza era stata archiviata (giudice Roberto Venditti) un’analoga richiesta della CGIL di Vicenza. Ora con questa sentenza la CGIL, che assiste i familiari in questa causa, ottiene l’atteso riconoscimento (malattia professionale) che potrebbe valere anche per tutti gli altri 40 ex operai Miteni che hanno subito danni irreversibili. L’udienza del 15 maggio 2025 è considerata l’ultima arringa delle difese che hanno criticato la “spettacolarizzazione” delle mamme No PFAS davanti al Tribunale. Immediata la replica delle parti civili che hanno ribadito il diritto di manifestazione.. L’udienza del 22 maggio 2025 ha registrato le repliche degli avvocati di parte civile. È prevista un’ultima giornata (26 giugno 2025) per le repliche degli avvocati delle difese, poi ci sarà la Camera di Consiglio per emettere la sentenza. Questi i numeri del processo: 15 imputati con richieste complessive di 121 anni e sei mesi di carcere; 134 udienze; oltre 300 parti civili con 240 milioni di euro di richiesta danni.

Traffico di oli esausti: azienda sequestrata a Stanghella (PD), indagate 22 persone. La truffa, a cui si aggiungono vari reati ambientali, è stata messa in atto da una banda specializzata nel rubare oli vegetali esausti dalle campane della raccolta in molte regioni italiane. Il contenuto, stoccato e raffinato fittiziamente anche solo con acqua, veniva rivenduto come rifiuto rigenerato per la produzione di biodiesel. Il traffico avrebbe fruttato, secondo la Guardia di Finanza, almeno 2,5 milioni di euro. L’indagine, coordinata dalla DDA Procura di Bologna e denominata Petrolio Dorato, è scattata a seguito delle denunce di furto di oli esausti dalle campane per la raccolta, ed è stata svolta dai Carabinieri del gruppo per la tutela ambientale e sicurezza energetica di Venezia. Due sono le società sequestrate, una delle quali a Stanghella (Ecouno Service). Per 11 indagati il GIP Domenico Truppa del Tribunale di Bologna ha disposto misure cautelari, tra questi ci sono i 5 soggetti al vertice del sodalizio criminale ora agli arresti domiciliari. L’associazione criminale si avvaleva anche di 8 stabilimenti a Crotone, con una saldatura di interessi economici tra clan della camorra e ‘ndrangheta, a detta della DDA di Bologna.

Vongole prive di tracciabilità, maxi sequestro a Chioggia. La Guardia di Finanza di Chioggia ha sequestrato durante un controllo acqueo 3.215 chili di vongole veraci prive di tracciabilità e comminato una sanzione di 12mila euro. Sequestrate anche 3 barche da diporto, con avviata l’attività di confisca delle stesse, per un valore commerciale superiore a 100mila euro, in quanto attrezzate di tutto punto con motori potenti (i famosi barchini) e supplementari per smuovere il fondale ai fini della pesca di frodo di molluschi.

Contrabbando di alcool fuorilegge scoperto a Treviso. A febbraio 2025, la Guardia di Finanza di Treviso aveva bloccato un TIR al casello autostradale di Venezia est. Il tir si stava recando in un’azienda ortofrutticola di Caserta e ufficialmente trasportava disinfettante dalla Polonia. Le indagini hanno permesso di smantellare un’organizzazione internazionale, con base a Caserta dove erano stati allestiti laboratori clandestini per la produzione di whisky, grappa, gin, limoncello e vodka. L’alcool etilico (96mila litri) era importato illegalmente in Italia (documentazione fittizia) e frodando le accise per 1,4 milioni di euro. Il carico è stato sequestrato e due persone sono state denunciate.

Tratto dal Rapporto mensile sulla legalità in Veneto redatto da Ilario Simonaggio, responsabile Osservatorio Legalità CGIL Veneto. Per chi volesse leggere la versione completa, il Rapporto sulla legalità è pubblicato sul portale della CGIL Veneto, nellOsservatorio sulla Legalità del Consiglio Regionale Veneto nonché sul sito dei quotidiani NEM nello spazio riservato agli abbonati. Fonte del Rapporto sono i media locali e le ordinanze di custodia nei casi di associazioni criminali.

Redazione Ecopolis