Nuovo Ospedale: meglio prevenire che curare

images (1)La firma dell’accordo per il nuovo ospedale di Padova (la “pre-intesa”) deve avere come conseguenza un’assoluta trasparenza su tutte le scelte, gli atti e le spese relative all’iter che dovrebbe portare alla realizzazione della nuova opera. I cittadini, le organizzazioni sociali e di categoria, le Associazioni dovranno poter controllare tutto: a partire dagli esiti della perizia idrogeologica sull’area di Padova Ovest che la Regione dovrà compiere entro sessanta giorni, e dal piano tecnico-finanziario delle opere di urbanizzazione che dovrà svolgere il Comune, e via, via successivamente tutti gli atti, gli appalti e le spese. Leggi di più

Quale città, quale Sindaco di svolta? commenti politicamente scorretti

padova_futuro_ecopolisQuale idea di città, quali le priorità e gli scenari di futuro. “Lo sviluppo sostenibile è il vostro orizzonte per una nuova Padova?” Da qui siamo partiti per dialogare sabato scorso con 5 esponenti di partiti e movimenti che stanno nell’area del riformismo e del cambiamento. PD, Sel, Rifondazione comunista, Movimento 5 Stelle e Padova 2020 (vedi qui il video dell’introduzione).

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Crediti di ingresso, pedaggi e traffico: sì a un confronto

congestionSi sono levate molto polemiche di questi giorni sulla possibilità di realizzare una sorta di ecopass all’interno dell’anello delle tangenziali a Padova sono quanto meno premature e fuori luogo. Lo studio di prefattibilità di un sistema di road pricing a Padova, sollecitato da Legambiente ad APS, ha lo scopo di acquisire i dati per aprire finalmente una discussione, basata su dati certi, su come cambiare l’attuale modello di mobilità urbana, che con tutta evidenza è una necessità improrogabile, basti pensare che dal punto di vista economico la congestione delle reti di trasporto ci ha fatto perdere 142 miliardi di euro di Pil negli ultimi dieci anni.

La nostra posizione è nota, ma non è un dogma: è un punto di partenza per la discussione. Leggi di più

Correvano gli anni ’90

1999_0_salvalarte_s.margherita_fuori_0Tra il 1997 e il 1998 Legambiente lanciò una campagna di “reclutamento”  per organizzare a Padova il volontariato ambientale in modo permanente. Si chiamava Cigni in città e fu decisivo il contributo che diede allora Il Gazzettino nella riuscita dell’iniziativa. Tra le varie modalità di volontariato ambientale che proponevamo, quella che ebbe le maggiori richieste di partecipazione fu quella a tutela dei beni culturali: Salvalarte, la cui organizzazione fu affidata a Davide Sabbadin. La campagna di reclutamento su Salvalarte fu poi ripetuta qualche anni più tardi, con il contributo del Centro di Servizi per il Volontariato. Leggi di più

Padova, smog: il 2012 in cifre

no allo smogNel 2012 le centraline di rilevamento dell’ARPAV hanno complessivamente registrato 181 superamenti dei limiti di legge, equamente ripartiti tra ozono, 90, e PM10, 91. Quasi un giorno su due abbiamo respirato aria pericolosamente inquinata. Per quanto riguarda l’ozono il numero di giorni di superamenti ammesso dalla legge in un anno è solo di 25. Per quanto riguarda le polveri sottili (PM10), la legge prevede un “bonus” di al massimo 35 superamenti all’anno. E infatti, il 19 dicembre scorso la Commissione Europea ha il respinto il ricorso dell’Italia (e del Veneto) che chiedeva di derogare i limiti fissati. Appare inevitabile che il nostro Paese, (quindi tutti noi) debba pagare la multa che ci comminerà la UE per inadempimento. Leggi di più

Padova, la città immobile

Ecco Ecosistema urbano, la “fotografia ambientale” dei capoluoghi che Legambiente scatta annualmente, in collaborazione con il Sole 24 Ore, giunto alla 19esima edizione. I dati sono stati forniti dai Comuni, e in alcuni casi dall’Istat e riguardano l’anno 2011.

Facendo un confronto con i dati dell’anno precedente salta subito all’occhio dove la città fa passi in avanti verso la sostenibilità ambientale avanti o dove invece peggiora. Il raffronto dei dati, pessimi sul versante mobilità e smog, positivi nel settore delle energie rinnovabili, contraddittori per gli altri indicatori, dipinge una città senza un nitido e globale impegno verso la sostenibilità urbana e fa giustizia delle troppe operazioni di sola immagine dell’Amministrazione.

A parte singole, rare eccezioni individuali, è il governo della nostra città, nel suo  complesso, a non vedere ancora l’ambiente come opportunità di sviluppo. Né il governo cittadino vede l’ambiente come elemento che deve attraversare e coordinare le altre politiche. Ad esempio la politica urbanistica continua la corsa all’edificazione con tutti i guasti a cascata che comporta: aumento della mobilità privata, inquinamento, perdita di qualità territoriale. La città sostenibili invece, insieme alla costruzione di un’economia a bassa emissione di anidride carbonica e la messa in sicurezza dei territori e degli edifici, rappresentano la via maestra per uscire dalla crisi economica e dal declino.

Ma vediamo gli indicatori di Ecosistema urbano nel dettaglio (vedi anche tabella comparativa allegata – clicca qui per visualizzarla):

Mobilità ed inquinamento atmosferico

Qui tutti i parametri tratteggiamo un quadro in peggioramento, o nel migliore dei casi stazionario.

La media annuale delle polveri sottili –PM10- passa dai 37,7 microgrammi per metrocubo d’aria del 2010 ai 43,7 del 2011, laddove il limite di legge è 40 microgranni. I superamenti del limite di legge giornaliero sono stato 96 contro i 35 ammessi dalla legge. I giorni di superamento dell’ozono (media di tutte le centraline) passano da 47 ad 83, quando il limite di legge è 25.  La media annuale del Biossido di azotoNO2 – passa da 39,7 microgrammi per metrocubo d’aria a 43,7 contro i 40 del limite di legge.

Questi dati negativi sono la diretta conseguenza della mancanza di adeguate politiche di contenimento del traffico, che in città è il principale responsabile dello smog.

Infatti diminuisce ancora l’offerta di trasporto pubblico in città (dovuta principalmente ai tagli di Stato e Regione). La percorrenza annua per abitante dei mezzi pubblici (Km/vettura/abitanti/anno) scende dai 32 del 2010 ai 29 del 2011e quindi la media dei viaggi per abitante anno scende da 150 a 146. Tanto è vero che non diminuisce il numero di auto circolanti nel Comune: 58 ogni 100 abitanti come nel 2010. Idem per i motocicli 13 ogni 100 abitanti, come nel 2010. Nessun passo in avanti per le isole pedonali che nel 2011 restano a 0,79 metri quadri per abitante come nel 2010, né per la Zona a Trafico Limitato che resta di 6.07 metri quadri per abitante, e dove, per altro non è rispettato il limite di velocità a 30 chilometri orari che vige in tutta la ZTL. Stazionarie anche le piste ciclabili.

Dati che denunciano la mancanza di concrete politiche per la mobilità sostenibile, per il contenimento del traffico e il supporto al trasporto pubblico ed ad altre modalità alternative ad auto e furgoni per lo spostamento di persone e merci.

Consumi, sprechi e rifiuti

Il quadro in questo settore è contraddittorio.

Diminuiscono le perdite della rete idrica, che dal 35% del 2010 passano al 32 % del 2011. Conseguentemente anche l’acqua potabile consumata diminuisce dal 155,8 litri al giorno per abitante a 145,2 litri. Anche la capacità di depurazione delle acque reflue migliora passando dall’87% degli abitanti allacciati al depuratore del 2010 al 93% del 2011.

Negativo, invece il dato riguardante i consumi elettrici domestici, che aumentano: 1303 chilowatt per abitante nel 2011 contro i 1285 del 2010.

Rifiuti urbani: la produzione procapite diminuisce nel 2011, con 659 chili all’anno contro i 691 del 2010. Effetto della crisi economica (che incide sui consumi e quindi anche sui rifiuti) o delle campagne di sensibilizzazione alla riduzione? Migliora la raccolta differenziata che guadagna un punto, passando dal 42% del 2010 al 43% del 2011, dei rifiuti urbani prodotti, beneficiando del passaggio al porta a porta a Camin, ma non ancora di quello negli altri quartieri, dati che peseranno il prossimo anno.

Verde

Stazionaria, quindi non positiva, la situazione del verde a Padova. Nel 2011 i mq per abitante di verde urbano fruibile restano 12,24, come nel 2010. Così come per le Aree Verdi totali: ferme a 526 mq di aree verdi per ogni ettari di superficie comunale (le aree verdi totali comprendono anche il verde non fruibile dai cittadini).

Energie rinnovabili

Va decisamente meglio per gli impianti di energia rinnovabile installati su edifici di proprietà comunale. Vistosa la crescita del solare fotovoltaico che passa dai 2,91 Kilovatt ogni 1000 abitanti del 2010, ai 28,24 kilowatt nel 2011. Bene anche per il solare termico i che passa da 0,22 metri quadri ogni mille abitanti a 0,38.

 Consumo di suolo

Il PAT (il nuovo piano regolatore) di Padova,  infatti, è assolutamente sovradimensionato: aggiunto alla volumetria ancora edificabile del vecchio Piano Regolatore, di 2.607.892 metri cubi altri 2.084.232 mc. per un volume edificabile totale di 4.692.124 metri cubi. Una spaventosa colata di cemento. A chi possa servire questa nuova volumetria  non si capisce, visto che la popolazione in città sta diminuendo e che ci sono già più di 7000 case che non riescono ad essere vendute.

Chi volesse il dossier completo di Ecosistema Urbano può richiederlo all’ufficio stampa nazionale di Legambiente 06.86268379-99-53-76

Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova

Un ricordo di Marcello Cini

Pochi giorni fa è scomparso Marcello Cini, un amico, un maestro dell’ambientalismo, una personalità di primo piano nel dibattito epistemologico, in cui proponeva una rivisitazione ecologica e sistemica delle discipline scientifiche. Anche per questo Legambiente è stata sempre la sua associazione di riferimento. E lui un riferimento certo per noi.

Le lezione principale che ho appreso da Marcello Cini è quella riguardante la natura meccanicista della scienza. Marcello, che già dai tempi di “Sapere” di Maccacaro si batteva contro l’idea che la scienza fosse neutrale (largamente diffusa anche a sinistra) negli anni successivi approfondì l’analisi. Criticava l’approccio dominante delle varie discipline, quello di ridurre la varietà dei processi naturali a pochi elementi e leggi fondamentali. Già con Cartesio, Galilei, Newton infatti, si erano delineate le istanze di una scienza tendente a definire i fenomeni in una prospettiva quantitativa. La visione che ne emerge – scriveva Cini – è quella di un mondo “visto come un mosaico di parti differenti, della stessa natura, reciprocamente indipendenti, ognuna analizzabile e comprensibile di per sè‚ in termini dei suoi costituenti e delle loro interazioni, a prescindere dal contesto e dall’ambiente circostante. Si tratta di un mondo solo apparentemente strutturato in livelli, perchè‚ si suppone che da ogni livello le proprietà dei singoli componenti di un sistema siano sufficienti a determinare completamente le proprietà..” (Marcello Cini, Dalla cultura del macchinismo alla cultura della complessità, in Atti del Convegno Educazione Ambientale, dal ghetto culturale alla proposta interdisciplinare, Legambiente, Comune di Scandiano, 1988, pag. 24).

Marcello, continuerà la ricerca verso il superamento di questo paradigma scientifico proponendo, con G. Bateson (di cui fu artefice della diffusione delle sue opere in Italia), un approccio sistemico alla realtà. Un approccio che mette al centro la relazione che intercorre tra le diverse parti del sistema, non più concepibili come realtà isolabili, e quella che intercorre tra il sistema nel suo complesso e l’ambiente esterno. La consapevolezza che tra le diverse parti del nostro ecosistema vi è un rapporto d’influenza reciproca comporta, quindi, il decadere della visione meccanicistica propria delle scienze moderne.

Quando nel 1980 morì Bateson, Marcello scrisse su Il manifesto un articolo titolato “E’ morto uno sconosciuto: ne sentiremo parlare”. Di Marcello Cini, che certo non era uno sconosciuto, certamente ne sentiremo parlare moltissimo.

Lucio Passi – Direzione Nazionale Legambiente

Diario dell’estinzione – il mistero delle nascite

Che cosa accade di sostanziale all’umanità dietro alla crisi che tocca le economie e nella trasformazione delle tecnologie energetiche e di comunicazione? In uno scenario di profonda incertezza sociale c’è il rischio di sottostimare la presente decisiva rivoluzione reale che segna la fine della crescitadella specie umana sulla terra.In realtà la inversione demografica è l’evento più importante della nostra vicenda: dopo aver raggiunto il picco delll’espansione, del dominio e dello sfruttamento demenziale dell’intero mondo e degli altri viventi, l’essere leader dell’evoluzione decide di non procreare, portando il tasso delle nascite al livello di quello (naturale) delle morti, o addirittura più basso. Nei prossimi 15 anni gli esseri umani nati ogni anno scenderanno all’1,5 percento (110 milioni) paragonati all’1,4 del numero di morti a regime (109 milioni): la crescita sarà finita.

Dizionario dell’estinzione offre una spiegazione sul fenomeno quantificando i termini e i tempi dell’inversione e spiegando le cause e le strategie di governo, insieme con gli strumenti di pianificazione e di evoluzione culturale della società del rifiuto o dell’esitazione alla procreazione. In estrema sintesi: anche il minimo livello di scolarizzazione delle bambine introduce grandi cambi nel loro status sociale , nella loro accettata aspirazione a un miglioramento di ruolo e di condizione pratica; la difficoltà di un posto di lavoro adeguato si somma agli ostacoli che impediscono i due figli della conservazione della umanità. E comunque il ruolo dominante del genere femminile causa ovunque un profondo cambio culturale, ormai naturale, una sorta di nuovo passo dell’evoluzione.

Ma nello stesso tempo la tecnologia (la scienza) offrono teoricamente, per via dei cresciuti rendimenti, la facile riduzione dei bisogni individuali e dei consumi, quelli orrendi di suolo e di spazio e di carrying capacity, anche per la civiltà dello spreco.

La condizione di penuria o carestia o più semplicemente di povertà ha segnato le vicende umane nel tempo, determinando insieme alle condizioni fisiche del mondo la vicenda della popolazione.

Entrati (per la prima volta forse dal medioevo) in queste condizioni di stato stazionario, di non crescita, che ci sono assicurate dalla diminuzione, noi (noi uomini, noi economia, noi specie biologiche) possiamo sperimentare le condizioni per la pianificazione reale, sia economica e fisica che culturale: la prima nel quadro d’uno sviluppo senza crescita, la seconda nel quadro antropologico di bellezza, piacere, felicità.

Giulano Cannata – Dizionario dell’estinzione – Il mistero delle nascite. Edizioni NdAPagine 312, 18 euro

Lucio Passi

Smog. Un giorno su due inquinato e fuorilegge

Tra maggio e settembre  a Padova si sono verificati 90 giorni di superamento del limite dell’ozono. Il numero di giorni di superamento del limite dell’ozono ammesso dalla legge (Dlgs 183/04), è di 25. Tra giugno e agosto il valore giornaliero (120 microgrammi per metro cubo d’aria) per la protezione della salute umana è stato superato praticamente tutti i giorni.

Oltre ai noti effetti acuti dovuti ad alte concentrazioni d’ozono, dai 180 microgrammi in su, vanno tenuti in grande considerazione anche i danni sul lungo periodo provocati dall’esposizione a minori, ma ripetute, concentrazioni d’ozono. Nei bambini possono portare ad una riduzione della funzione polmonare e negli adulti accelerano il naturale processo d’invecchiamento della funzione polmonare.

L’ozono è un inquinante tipicamente estivo che aumenta la sua concentrazione nell’aria quando gli alti livelli di radiazioni solari trasformano i cosiddetti inquinanti “precursori”, ossidi d’azoto e i composti organici volatili, nell’ozono stesso. Ossidi di azoto e i composti organici volatili che sono emessi principalmente dai tubi di scappamento.

L’Ozono è il contraltare dell’inquinamento da polveri sottili (PM10) dei mesi più freddi. PM10 che già conta 57 giorni di superamento del limite, contro i 35 ammessi per legge, destinati ad aumentare tra ottobre e dicembre.

Dall’inizio dell’anno tra ozono e PM10 abbiamo complessivamente registrato 147 superamenti dei limite di legge. Più di un giorno su due inquinato! L’eccessivo inquinamento atmosferico a  Padova è un problema cronico, causato dal massiccio traffico veicolare.

In maggio il Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS ha dichiarato i gas di scappamento dei motori diesel “cancerogeni certi” per gli esseri umani e l’esposizione a tali gas associata a un “rischio accresciuto di tumore al polmone”. Fino allo scorso anno  l’OMS riteneva le polveri sottili “probabilmente cancerogene”. Dopo ulteriori studi sono state classficate come certamente  cangerogene.

L’Amministrazione comunale non può continuare a procrastinare serie misure e politiche di contrasto. Bisogna iniziare a lavorare su un progetto di controllo e moderazione del traffico in entrata in città, circa 230mila spostamenti al giorno: questo si può fare con l’Ecopass o con il sistema dei crediti degli accessi: un monte-accessi gratuiti alla città, superato il quale il “cityuser” deve scegliere se usare mezzi sostenibili (bicicletta, trasporto pubblico, carpooling, carsharing ecc.) o comprare nuovi accessi, che finanzieranno il potenziamento della rete dei trasporti alternativi. Si abbassi inoltre il limite di velocità a 30km orari in tutta la città per garantire maggiore sicurezza a pedoni e ciclisti incentivando così spostamenti senz’auto per i percorsi urbani.

Nel frattempo, siccome nemmeno il Comune sa quanti veicoli dovrebbe fermare con l’ordinanza che vieta la circolazione degli euro zero a  benzina (compresi i motocicli a 2 tempi), e gli euro 1 e 2  diesel, Legambiente chiede che a tutti i mezzi sia applicato un adesivo (euro zero, euro 1, euro 2 ecc.) in modo da facilitare il lavoro della polizia urbana.

Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova