A Padova il “Parking Day”

Legambiente e Amissi del Piovego oggi hanno organizzato il primo “Parking Day” padovano per rilanciare la campagna Salviamo il Paesaggio dalla cementificazione e per chiedere al Comune di Padova precisi impegni.

 Parking Day nasce nel 2005, quando uno  studio dell’arte e design a San Francisco ha convertito temporaneamente un stallo per il posteggio in parco pubblico nel centro della megalopoli. Da allora Parking Day è diventato un movimento globale in cui associazioni e cittadini creano o propongono nuove forme di utilizzo del territorio (urbano ed extraurbano) per finalità ambientali e sociali. Il territorio come bene comune, dunque.

A Padova oggi Legambiente e Amissi del Piovego hanno trasformato alcuni parcheggi in via Matteotti in  un parco lillipuziano: una provocazione per dire che anche nella nostra città si cementifica troppo a scapito di verde e territorio e chiedere un riduzione dell’edificazione prevista nei prossimi anni

Negli ultimi 30 anni un quinto d’Italia è stata cementificata: 6 milioni di ettari. Ci sono 10 milioni di case vuote, eppure si continua a costruire. In particolare, oltre al paesaggio si stanno perdendo per sempre i suoli fertili. Una sistematica distruzione di risorse che vede la Regione Veneto in prima fila, seconda solo alla Lombardia.

Per fermare lo scempio si è costituito il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio di cui fanno parte 400 organizzazioni, tra cui Legambiente e Amissi del Piovego, operante anche  Padova.

“Ai tutti i Sindaci italiani  – spiega Sergio Lironi Presidente Onorario di Legambiente  Padova – dal Forum è arrivata la richiesta di censire le abitazioni e i fabbricati industriali vuoti, sfitti o non utilizzati, e i terreni ancora liberi, ma destinati all’edificazione. Il Comune di Padova ci ha risposto con dati vecchi più di 10 anni, ma comunque già sappiamo che in città ci sono migliaia di case vuote, oltre settemila sono in vendita.

Stiamo sostenendo il censimento con una raccolta di firme tra i cittadini che ha già raccolto 1500 firme. Alla quale ne abbiniamo un’altra per creare un Parco agricolo e paesaggistico esteso a tutto il territorio compreso tra la Brenta e il Bacchiglione, una grande “cintura verde” interessante tutti i Comuni della Comunità metropolitana padovana.

Chiediamo al Comune di Padova di fornirci i dati aggiornati del consumo di suolo (abitazioni e i fabbricati industriali vuoti, sfitti o non utilizzati, e i terreni ancora liberi, ma destinati all’edificazione) e di valutare seriamente una moratoria nell’edificazione, seguendo l’esempio dei comuni più virtuosi, quali quelli di Udine e di Desio, che hanno tagliato un milione di metri cubi dai loro piani regolatori. Il PAT (il nuovo piano regolatore) di Padova,  infatti, è assolutamente sovradimensionato aggiungendo alla volumetria ancora edificabile del vecchio Piano Regolatore, di 2.607.892 metri cubi altri 2.084.232 mc. per un volume edificabile totale di 4.692.124 metri cubi. Una spaventosa colata di cemento. A chi possa servire questa nuova volumetria – conclude Lironi – non si capisce, visto che la popolazione in città sta diminuendo e che ci sono già più di 7000 case che non riescono ad essere vendute.

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A cura della redazione di Ecopolis

Padova, la città immobile

Ecco Ecosistema urbano, la “fotografia ambientale” dei capoluoghi che Legambiente scatta annualmente, in collaborazione con il Sole 24 Ore, giunto alla 19esima edizione. I dati sono stati forniti dai Comuni, e in alcuni casi dall’Istat e riguardano l’anno 2011.

Facendo un confronto con i dati dell’anno precedente salta subito all’occhio dove la città fa passi in avanti verso la sostenibilità ambientale avanti o dove invece peggiora. Il raffronto dei dati, pessimi sul versante mobilità e smog, positivi nel settore delle energie rinnovabili, contraddittori per gli altri indicatori, dipinge una città senza un nitido e globale impegno verso la sostenibilità urbana e fa giustizia delle troppe operazioni di sola immagine dell’Amministrazione.

A parte singole, rare eccezioni individuali, è il governo della nostra città, nel suo  complesso, a non vedere ancora l’ambiente come opportunità di sviluppo. Né il governo cittadino vede l’ambiente come elemento che deve attraversare e coordinare le altre politiche. Ad esempio la politica urbanistica continua la corsa all’edificazione con tutti i guasti a cascata che comporta: aumento della mobilità privata, inquinamento, perdita di qualità territoriale. La città sostenibili invece, insieme alla costruzione di un’economia a bassa emissione di anidride carbonica e la messa in sicurezza dei territori e degli edifici, rappresentano la via maestra per uscire dalla crisi economica e dal declino.

Ma vediamo gli indicatori di Ecosistema urbano nel dettaglio (vedi anche tabella comparativa allegata – clicca qui per visualizzarla):

Mobilità ed inquinamento atmosferico

Qui tutti i parametri tratteggiamo un quadro in peggioramento, o nel migliore dei casi stazionario.

La media annuale delle polveri sottili –PM10- passa dai 37,7 microgrammi per metrocubo d’aria del 2010 ai 43,7 del 2011, laddove il limite di legge è 40 microgranni. I superamenti del limite di legge giornaliero sono stato 96 contro i 35 ammessi dalla legge. I giorni di superamento dell’ozono (media di tutte le centraline) passano da 47 ad 83, quando il limite di legge è 25.  La media annuale del Biossido di azotoNO2 – passa da 39,7 microgrammi per metrocubo d’aria a 43,7 contro i 40 del limite di legge.

Questi dati negativi sono la diretta conseguenza della mancanza di adeguate politiche di contenimento del traffico, che in città è il principale responsabile dello smog.

Infatti diminuisce ancora l’offerta di trasporto pubblico in città (dovuta principalmente ai tagli di Stato e Regione). La percorrenza annua per abitante dei mezzi pubblici (Km/vettura/abitanti/anno) scende dai 32 del 2010 ai 29 del 2011e quindi la media dei viaggi per abitante anno scende da 150 a 146. Tanto è vero che non diminuisce il numero di auto circolanti nel Comune: 58 ogni 100 abitanti come nel 2010. Idem per i motocicli 13 ogni 100 abitanti, come nel 2010. Nessun passo in avanti per le isole pedonali che nel 2011 restano a 0,79 metri quadri per abitante come nel 2010, né per la Zona a Trafico Limitato che resta di 6.07 metri quadri per abitante, e dove, per altro non è rispettato il limite di velocità a 30 chilometri orari che vige in tutta la ZTL. Stazionarie anche le piste ciclabili.

Dati che denunciano la mancanza di concrete politiche per la mobilità sostenibile, per il contenimento del traffico e il supporto al trasporto pubblico ed ad altre modalità alternative ad auto e furgoni per lo spostamento di persone e merci.

Consumi, sprechi e rifiuti

Il quadro in questo settore è contraddittorio.

Diminuiscono le perdite della rete idrica, che dal 35% del 2010 passano al 32 % del 2011. Conseguentemente anche l’acqua potabile consumata diminuisce dal 155,8 litri al giorno per abitante a 145,2 litri. Anche la capacità di depurazione delle acque reflue migliora passando dall’87% degli abitanti allacciati al depuratore del 2010 al 93% del 2011.

Negativo, invece il dato riguardante i consumi elettrici domestici, che aumentano: 1303 chilowatt per abitante nel 2011 contro i 1285 del 2010.

Rifiuti urbani: la produzione procapite diminuisce nel 2011, con 659 chili all’anno contro i 691 del 2010. Effetto della crisi economica (che incide sui consumi e quindi anche sui rifiuti) o delle campagne di sensibilizzazione alla riduzione? Migliora la raccolta differenziata che guadagna un punto, passando dal 42% del 2010 al 43% del 2011, dei rifiuti urbani prodotti, beneficiando del passaggio al porta a porta a Camin, ma non ancora di quello negli altri quartieri, dati che peseranno il prossimo anno.

Verde

Stazionaria, quindi non positiva, la situazione del verde a Padova. Nel 2011 i mq per abitante di verde urbano fruibile restano 12,24, come nel 2010. Così come per le Aree Verdi totali: ferme a 526 mq di aree verdi per ogni ettari di superficie comunale (le aree verdi totali comprendono anche il verde non fruibile dai cittadini).

Energie rinnovabili

Va decisamente meglio per gli impianti di energia rinnovabile installati su edifici di proprietà comunale. Vistosa la crescita del solare fotovoltaico che passa dai 2,91 Kilovatt ogni 1000 abitanti del 2010, ai 28,24 kilowatt nel 2011. Bene anche per il solare termico i che passa da 0,22 metri quadri ogni mille abitanti a 0,38.

 Consumo di suolo

Il PAT (il nuovo piano regolatore) di Padova,  infatti, è assolutamente sovradimensionato: aggiunto alla volumetria ancora edificabile del vecchio Piano Regolatore, di 2.607.892 metri cubi altri 2.084.232 mc. per un volume edificabile totale di 4.692.124 metri cubi. Una spaventosa colata di cemento. A chi possa servire questa nuova volumetria  non si capisce, visto che la popolazione in città sta diminuendo e che ci sono già più di 7000 case che non riescono ad essere vendute.

Chi volesse il dossier completo di Ecosistema Urbano può richiederlo all’ufficio stampa nazionale di Legambiente 06.86268379-99-53-76

Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova

Telefoni mobili e tumori alla testa: la Cassazione conferma

I giudici della Sezione Lavoro della Cassazione (Sentenza n. 17438 del 3-12.10.12) hanno pienamente e definitivamente confermato la Sentenza della Corte d’Appello di Brescia riguardante il caso di un malato di tumore al nervo trigemino a causa dell’intenso uso per lavoro di telefoni mobili (cellulari e cordless).

I Giudici della Cassazione hanno: 1) ribadito la validità dei riferimenti scientifici citati dal CTU di Brescia e dai consulenti del ricorrente I.M.: l’oncologo che lo aveva seguito e il Prof. Levis già Ordinario di Mutagenesi Ambientale all’Università di Padova cofondatore della nostra Associazione per la parte epidemiologica; 2) nuovamente spiegato la causa delle discrepanze tra gli studi e i giudizi apparentemente tranquillizzanti (Progetto Interphone: IARC, CE, ICNIRP, OMS, ma anche Compagnie di telefonia cellulare internazionali e nazionali) e quelli molto allarmanti del gruppo Hardell; 3) recepito ancora una volta il tema dei conflitti di interesse e dei conseguenti “business bias” che rendono palesemente ininfluenti i risultati degli studi scientifici che ne sono gravati; 4) ricordato il principio generale – estensibile a tutte le patologie e le loro cause lavorative anche se non tabellate dall’INAIL – in base al quale può essere comunque valutata la “ragionevole certezza” del rapporto causa-effetto che dà luogo a un “rilevante grado di probabilità”.

Questa sentenza – inutilmente ostacolata da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma e osteggiata persino dal Procuratore Generale della Repubblica nel suo intervento  nell’udienza in Cassazione – facilita il percorso di altre cause su casi di tumore da esposizioni lavorative sia a CEM/ELF (linee elettriche ad alta tensione) che a radiofrequenze (non solo cellulari e cordless, ma anche radioemittenti  e radar), ma potrebbe aprire la strada per il riconoscimento ed il risarcimento anche di patologie acute di varia natura dovute ad esposizioni a CEM, e persino a patologie imputabili ad altri agenti ambientali “non tabellati” dall’INAIL.

Se questa sentenza è indubbiamente un passo avanti fondamentale per il riconoscimento dei danni oncologici provocati da esposizione a CEM, bisogna purtroppo constatare che, a distanza di un anno, non c’è segno che sia in fase di realizzazione l’impegno per una “campagna di informazione indirizzata ad un uso appropriato e non smodato e indiscriminato del telefono cellulare” che il Ministero della Salute per mezzo del Consiglio Superiore di Sanità si era impegnato a realizzare col comunicato n.226 del 15.11.2011 pubblicato dopo la trasmissione di Report sull’argomento (27.11.11) e ripreso da varie testate giornalistiche. Impegno ribadito anche di recente in risposta al quesito posto al Ministero da un Avvocato colpito da tumore al cervello dopo uso intenso e prolungato del cellulare (La Gazzetta del Mezzogiorno del 08.10.12).

Per informazioni:
info@applelettrosmog.it
www.applelettrosmog.it

Per la rilevanza che questa sentenza ha a livello anche internazionale, qui è scaricabile in formato pdf il comunicato stampa in lingua inglese.

A.P.P.L.E. (Associazione Per la Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog)

Alberi: l’approccio scientifico, da solo, può non bastare

Nei contenziosi, il verde a oltranza, privo di una solida base scientifica, non è sufficiente. Alla base della salvaguardia dell’ambiente sta la conoscenza “intima” delle interazioni tra le dinamiche storico antropiche e quelle naturali che lo hanno plasmato. Se i due fattori  non sono adeguatamente conosciuti è facile cadere vittime delle ideologie”.

Così ci scrive un importante botanico che Legambiente ha contattato nelle settimane scorse a proposito dei tagli delle alberature in via Goito e sulla gestione del verde urbano padovano. E continua.

“Cara Legambiente, quando si tratta di tagliare vecchi pioppi (come quelli di via Goito, n.d.r.) un botanico serio non può fare opposizione con efficaci argomentazioni. Il pericolo esiste davvero e la messa in sicurezza non può non essere fatta  solo dopo schianti rovinosi. Il Pioppo (sia bianco, sia nero, sia canadese) è un genere a rapida crescita e poco longevo e quindi facile al deperimento in tempi non troppo lunghi. I pioppi neri e quelli canadesi hanno il legno fragile, diventano grandissimi in pochi anni e possono facilmente collassare in presenza di forti venti.  Se si vuole far ritornare l’ambiente come prima basta, comunque, ripiantare pioppi e nel giro di una decina di anni si ha già un buon effetto paesaggistico.

Io sconsiglio, però, di usare pioppi per le alberature stradali specie se si tratta di Populus x canadensis nota essenza esotica invasiva. Io suggerirei di piantare farnie, bagolari, frassini ossifilli o tigli autoctoni (non americani), tutte specie largamente presenti nella pianura veneta, coltivate o spontanee. Sono a crescita più lenta, lo stesso molto decorative, ma meno pericolose.

Sono da evitare aceri ricci, aceri di monte o altre specie montane di cui ultimamente si abusa. Ancor di più va evitato l’uso di specie esotiche, qualsiasi esse siano (a parte il platano), anche la più bella e aggraziata. C’è un abuso di piante forestiere che fa inorridire chiunque abbia a cuore la tutela del paesaggio di pianura considerato sia nella sua evoluzione naturale sia in quella storico-antropica.

Se poi, proprio, si vogliono piantare pioppi, suggerisco il pioppo bianco”.

Dunque il settore Verde agisce correttamente nella gestione del verde pubblico. Ma il Comune ha investito a sufficienza nella comunicazione e nel coinvolgimento? Forti delle competenze scientifiche i tecnici dovrebbero aiutare i cittadini a capire del perchè di tagli o abbattimenti. Se invece non c’è questo sforzo, scoppiano le polemiche, inevitabili, con i cittadini che non si fidano mentre nessuno si occupa di far crescere la cultura del verde in città. E’ un compito difficile, da fare assieme, al quale sollecitiamo il Comune da anni (informazioni prima e post potature o tagli, incontri pubblici, regole chiare su cosa si può o non può fare, a partire dallo stesso Ente Locale).

Sui re-impianti, o nuove messe a dimore, poi andrebbe aperto un capitolo a parte. Non si possono sempre e solo scegliere specie con altezza media o bassa. In città servono anche alberi di grande altezza. Sia per il loro valore ecologico, capacità depurativa, di ombreggiatura, estetica. Sia per un segnale di priorità: occupiamo lo spazio urbano a favore del verde, non dobbiamo per forza allargare le strade per contenere più auto.

 A cura della redazione di Ecopolis

Un ricordo di Marcello Cini

Pochi giorni fa è scomparso Marcello Cini, un amico, un maestro dell’ambientalismo, una personalità di primo piano nel dibattito epistemologico, in cui proponeva una rivisitazione ecologica e sistemica delle discipline scientifiche. Anche per questo Legambiente è stata sempre la sua associazione di riferimento. E lui un riferimento certo per noi.

Le lezione principale che ho appreso da Marcello Cini è quella riguardante la natura meccanicista della scienza. Marcello, che già dai tempi di “Sapere” di Maccacaro si batteva contro l’idea che la scienza fosse neutrale (largamente diffusa anche a sinistra) negli anni successivi approfondì l’analisi. Criticava l’approccio dominante delle varie discipline, quello di ridurre la varietà dei processi naturali a pochi elementi e leggi fondamentali. Già con Cartesio, Galilei, Newton infatti, si erano delineate le istanze di una scienza tendente a definire i fenomeni in una prospettiva quantitativa. La visione che ne emerge – scriveva Cini – è quella di un mondo “visto come un mosaico di parti differenti, della stessa natura, reciprocamente indipendenti, ognuna analizzabile e comprensibile di per sè‚ in termini dei suoi costituenti e delle loro interazioni, a prescindere dal contesto e dall’ambiente circostante. Si tratta di un mondo solo apparentemente strutturato in livelli, perchè‚ si suppone che da ogni livello le proprietà dei singoli componenti di un sistema siano sufficienti a determinare completamente le proprietà..” (Marcello Cini, Dalla cultura del macchinismo alla cultura della complessità, in Atti del Convegno Educazione Ambientale, dal ghetto culturale alla proposta interdisciplinare, Legambiente, Comune di Scandiano, 1988, pag. 24).

Marcello, continuerà la ricerca verso il superamento di questo paradigma scientifico proponendo, con G. Bateson (di cui fu artefice della diffusione delle sue opere in Italia), un approccio sistemico alla realtà. Un approccio che mette al centro la relazione che intercorre tra le diverse parti del sistema, non più concepibili come realtà isolabili, e quella che intercorre tra il sistema nel suo complesso e l’ambiente esterno. La consapevolezza che tra le diverse parti del nostro ecosistema vi è un rapporto d’influenza reciproca comporta, quindi, il decadere della visione meccanicistica propria delle scienze moderne.

Quando nel 1980 morì Bateson, Marcello scrisse su Il manifesto un articolo titolato “E’ morto uno sconosciuto: ne sentiremo parlare”. Di Marcello Cini, che certo non era uno sconosciuto, certamente ne sentiremo parlare moltissimo.

Lucio Passi – Direzione Nazionale Legambiente

Succede in città

>>> venerdì 2 novembre

Requiem In occasione della rassegna ‘Musica e antiche chiese’, trascrizione per archi e organo dell’opera di Mozart e concertino per flauto e orchestra di Salieri a cura di Kreative Ensemble. Chiesa di S. Giacomo, Monselice .Ingresso libero. Ore 21:00 

>>>sabato 3 novembre

Bruno da Cittadella, dottore in Malta In occasione della rassegna letteraria ‘Il libro nel bicchiere’, Gigi Copiello parla con Roberto Bettella del proprio libro: protagonisti sono i contadini, gli operai, i metalmezzadri, i lavoratori. Pizzeria Clipper, via Bembo 63, Padova Ore 16.30 . Ingresso libero. La memoria personale dell’autore originario di Velo d’Astico, la lunga esperienza sindacale vissuta nella CISL veneta, le trasformazioni sociali e quelle nell’organizzazione del lavoro dagli anni Cinquanta, diventano un racconto fresco e sciolto, quasi parlato. Protagonisti sono i contadini, gli operai, i metalmezzadri e tutti quelli che cercando di realizzare un sogno hanno smosso l’immobilità sociale attraverso il lavoro.

>>> domenica  4 novembre

Manifestazione  Sul Ponte Del Brenta alle ore 15.00 a Campolongo Maggiore.In occasione della ricorrenza delle alluvioni del 1966 e del 2010 nell’area del bacino Bacchiglione Brenta, presidio per chiedere il completamento dell’Idrovia e la manutenzione urgente degli argini. Per ulteriori informazioni trabrentaegraticolato@gmail.com

>>> mercoledì 7 novembre

Heart Of Jenin documentario di Lior Geller e Marcus Vetter, 2008.Ore 20.45 Padova, Sala Fronte del Porto, Via S.M. Assunta. All’interno della rassegna Una Finestra Sulla Palestina_ Voci, sapori, geografie e storie da un Paese dimenticato. Quattro serate per aprire una finestra sulla cultura e la storia palestinese, per ridare voce e visibilità ad un popolo che continua a resistere. Info e prenotazioni: Elena Bellini – 347.0602574 – info@acs-italia.it

Concerto Jazz A Padova Per Progetto A Srebrenica

E’ ormai al settimo anno l’evento che in occasione dell’autunno Dottori Agronomi e Forestali di Padova e l’Associazione Agronomi e Forestali Senza Frontiere di Padova organizzano per sostenere un progetto agricolo. Quest’anno l’appuntamento è rivolto al sostegno di un Progetto per la coltivazione di Grano Saraceno in una cittadina nella Municipalità di Srebrenica in Bosnia-Erzegovina. Un Concerto Jazz quest’anno che vede un ospite d’eccezione: il chitarrista Franco Cerri musicista italiano autorevole apprezzato e conosciuto a livello internazionale. Agronomi e Forestali Senza Frontiere ha operato per vari anni a Bratunac – cittadina della Repubblica Srpska di Bosnia Erzegovina – con un il Programma di interventi di sviluppo della coltivazione e trasformazione di piccoli frutti che ha preso spunto dalla necessità di riattivare l’economia della zona per consentire alla popolazione, con particolare attenzione ai profughi rientrati nelle loro terre, di godere di condizioni di vita migliori, anche per affrontare la complessa questione della riconciliazione interetnica. A conclusione di questa prima fase, si sta puntando ora al supporto della coltivazione di grano saraceno in alcuni villaggi dei dintorni di Srebrenica. La serata si svolgerà mercoledì 7 novembre 2012 alle ore 21.00 all’Auditorium San Gaetano a Padova

>>> giovedì 8 novembre

Chiamiamola Tortura Sherwood, in collaborazione con Globalproject.info, ospita un incontro sul tema della necessità dell’introduzione del reato di tortura nel nostro ordinamento penale e della definizione di regole certe sull’operare delle polizie in funzione di ordine pubblico.Aperitivo e buffet dalle ore 19,30. Inizio diretta su www.sherwood.it alle ore 21.00.La serata è aperta al pubblico, vi aspettiamo negli studi di Sherwood,in Vicolo pontecorvo 1/a a Padova. Ingresso libero .Ospiti in studio: Giovanni Palombarini, magistrato, autore di saggi sulla giustizia e sulla tutela dei diritti,Annamaria Alborghetti, avvocato, presidente della Camera Penale di Padova, Francesca Vianello, associazione Antigone, ricercatrice e docente in Sociologia della devianza. Coordina: Marco Rigamo, redazione di Globalproject. In Italia la tortura non è reato.Sono 25 anni che il nostro paese è inadempiente rispetto a quanto richiesto dalla Convenzione contro la tortura delle Nazioni Unite, che l’Italia ha ratificato. Sono passati 11 anni dalle giornate del G8 2001 a Genova, dalle immagini di violenze poliziesche tanto feroci quanto ingiustificate ai danni di manifestanti inermi, da quanto accadde nei locali della scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto. Nel frattempo abbiamo imparato a ricordare i nomi Cucchi, Aldrovandi, Sandri e molti altri. Perché nulla è cambiato.
http://www.sherwood.it/articolo/2139/chiamiamola-tortura

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CORSI, SEMINARI E MOSTRE – iniziative prossime e future

 

Mostra  Fotografica  delle  alluvioni   che  hanno colpito  il territorio del Brenta dal  1905  al  2010 .Organizzata dal Comitato  Intercomunale Brenta Sicuro con il patrocinio del comune di Campolongo Maggiore. La mostra sarà  aperta al  pubblico presso la sala consigliare del comune dal 4 al 9 novembre 2012.

 

Corso di formazione: facilitazione linguistica e intercultura 2012

L’ Associazione Amici dei Popolo di Padova organizza, dal 26 ottobre al 19 novembre 2012, 4 giornate di formazione per chi chi intende approfondire le tematiche relative all’intercultura e al fenomeno migratorio. Il corso è preparatorio allo svolgimento di attività di volontariato all’interno del progetto di facilitazione linguistica con minori di origine straniera dell’associazione. Gli incontri si terranno nella Sala Parrocchiale Gesù Buon PastoreVia T. Minio 19/3, 35134 Padova in orario 17.00-19.00. Quota d’iscrizione 10 euro. Iscrizioni via mail a  facilitazionelinguistica.adp@gmail.com Info:Amici Dei Popoli-Padova, Via T. Minio N° 13 Interno 7 Padova Tel E Fax : 049600313 Cell.: 3473498098 http://www.amicideipopolipadova.it