Pochi giorni fa è scomparso Marcello Cini, un amico, un maestro dell’ambientalismo, una personalità di primo piano nel dibattito epistemologico, in cui proponeva una rivisitazione ecologica e sistemica delle discipline scientifiche. Anche per questo Legambiente è stata sempre la sua associazione di riferimento. E lui un riferimento certo per noi.
Le lezione principale che ho appreso da Marcello Cini è quella riguardante la natura meccanicista della scienza. Marcello, che già dai tempi di “Sapere” di Maccacaro si batteva contro l’idea che la scienza fosse neutrale (largamente diffusa anche a sinistra) negli anni successivi approfondì l’analisi. Criticava l’approccio dominante delle varie discipline, quello di ridurre la varietà dei processi naturali a pochi elementi e leggi fondamentali. Già con Cartesio, Galilei, Newton infatti, si erano delineate le istanze di una scienza tendente a definire i fenomeni in una prospettiva quantitativa. La visione che ne emerge – scriveva Cini – è quella di un mondo “visto come un mosaico di parti differenti, della stessa natura, reciprocamente indipendenti, ognuna analizzabile e comprensibile di per sè‚ in termini dei suoi costituenti e delle loro interazioni, a prescindere dal contesto e dall’ambiente circostante. Si tratta di un mondo solo apparentemente strutturato in livelli, perchè‚ si suppone che da ogni livello le proprietà dei singoli componenti di un sistema siano sufficienti a determinare completamente le proprietà..” (Marcello Cini, Dalla cultura del macchinismo alla cultura della complessità, in Atti del Convegno Educazione Ambientale, dal ghetto culturale alla proposta interdisciplinare, Legambiente, Comune di Scandiano, 1988, pag. 24).
Marcello, continuerà la ricerca verso il superamento di questo paradigma scientifico proponendo, con G. Bateson (di cui fu artefice della diffusione delle sue opere in Italia), un approccio sistemico alla realtà. Un approccio che mette al centro la relazione che intercorre tra le diverse parti del sistema, non più concepibili come realtà isolabili, e quella che intercorre tra il sistema nel suo complesso e l’ambiente esterno. La consapevolezza che tra le diverse parti del nostro ecosistema vi è un rapporto d’influenza reciproca comporta, quindi, il decadere della visione meccanicistica propria delle scienze moderne.
Quando nel 1980 morì Bateson, Marcello scrisse su Il manifesto un articolo titolato “E’ morto uno sconosciuto: ne sentiremo parlare”. Di Marcello Cini, che certo non era uno sconosciuto, certamente ne sentiremo parlare moltissimo.
Lucio Passi – Direzione Nazionale Legambiente