Quei 320 milioni che i Comuni dimenticano di usare

Scadenza rinviata: i distributori gas avevano tempo fino al 15 ottobre per fare domanda all’Autorità per l’energia in modo da poter ricaricare in bolletta i soldi da dare ai Comuni per alleviare i costi dell’energia delle fasce più deboli. Invece la deadline è stata spostata al 19 novembre. I Comuni che non lo avessero fatto, dunque, hanno un po’ di tempo in più per chiedere i fondi ai concessionari senza che questi ci rimettano di tasca propria e dunque tentino di opporsi all’erogazione. […] E non sono spiccioli: fino a 323 milioni di euro all’anno in totale. Per esempio Torino potrebbe avere 6 milioni l’anno, Napoli 4 milioni, Venezia oltre 2 milioni.

[…] “Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo perché, se non si richiedessero ora, questi soldi andrebbero a far parte della quota dal 2008 non redistribuita e non richiesta, per recuperare la quale si dovrebbe affrontare una causa civile. In sintesi: o ora, o tra dieci anni dopo una causa, se la si vince”, commenta a Qualenergia.it Davide Sabbadin, responsabile energia di Legambiente Veneto, che si sta mobilitando per far conoscere ai Comuni questa possibilità spesso ignorata.

Come sappiamo, nel lento processo di liberalizzazione del gas i 177 ambiti (i distretti delle reti del metano) italiani dovrebbero assegnare le concessioni ai distributori tramite gare che, se fatte bene, renderebbero il rapporto più vantaggioso per i Comuni. Tuttavia il processo è lento: si mettono a gara 25 ambiti ogni 6 mesi e, al momento, su 6.500 Comuni metanizzati, in Italia solo 600 hanno concluso la gara. La normativa in questione che deriva dall’art. 46 bis L. 222/07, come successivamente modificato, prevede che le municipalità interessate dalle nuove gare possano incrementare, da subito e fino alla conclusione delle gare d’ambito, il canone delle concessioni di distribuzione fino al 10% del vincolo sui ricavi di distribuzione, la parte della bolletta che va a remunerare il gestore. I soldi così raccolti, dice la legge, dovranno essere destinati “prioritariamente all’attivazione di meccanismi di tutela relativi ai costi dei consumi di gas da parte delle fasce deboli di utenti”. La delibera Aeeg 159/08, all’art. 59, ha poi stabilito che i distributori possano rifarsi ricaricando sugli utenti finali: un rincaro che è proporzionale ai consumi e che in media si aggira su 1 euro al mese per utente.

Ovviamente, a differenza che per la somma dovuta per il 2012, per gli arretrati degli anni scorsi le società di distribuzione non potrebbero rifarsi sugli utenti, bensì avrebbero perdite secche: per questo i Comuni che volessero recuperare il gruzzolo che spetterebbe per gli anni passati loro dal 2008 al 2011 – cosa che nessuno ha mai fatto finora – dovrebbero prepararsi a battaglie legali.

Più semplice ottenere i soldi del 2012: basta una delibera. […] I Comuni possono rivolgersi a Legambiente (energia@legambienteveneto.it) o al ConsorzioRetiGahttp://www.retigas.it/, un consorzio privato (ma indipendente dalle società distributrici di gas) patrocinato da ANCItel.

[…] I Comuni farebbero bene ad approfittare dell’aiuto offerto e recuperare questi soldi, tanto più in questo momento in cui le Amministrazioni pubbliche hanno poche risorse da investire nell’efficienza energetica e nella tutela dei meno abbienti, due settori strategici per combattere la crisi.

L’articolo completo (con il rimando alle puntate precedenti) si trova qui: http://www.qualenergia.it/articoli/20121022-fondi-gas-ai-comuni-poveri-ed-efficienza-scadenza-rinviata.

Sintesi a cura di Annalisa Scarpa – Redazione di Ecopolis

Sicurezza idraulica e comuni scoordinati

La sicurezza di poter vivere sereni in un territorio, di abitarci e lavorarci, è un valore primario per ogni cittadino. Il territorio, il paesaggio e l’ambiente sono beni comuni e la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico costituisce un diritto primario. Dunque, uno dei compiti principali di chi governa lo Stato e le Regioni è quello di garantire, con opere straordinarie e con il monitoraggio e la manutenzione continui, tale sicurezza.”

Questo è l’incipit del documento programmatico che il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione ha ribadito il 28 settembre a Villatora di Saonara, indicando i seguenti obiettivi:

– il completamento dell’idrovia come opera prioritaria ed assolutamente urgente;

– l’abbandono della Camionabile e della Bovolentana, opere collegate al GRAP (Grande Raccordo Anulare di Padova) non necessarie e dannose per l’integrità del territorio che attraversano;

– il consolidamento e la manutenzione straordinaria degli argini fluviali e canalizi;

– l’auto coordinamento dei sindaci dei territori soggetti a rischio idraulico, per l’attuazione dei citati interventi e dei già progettati bacini di contenimento a monte.

Il Coordinamento Comitati Brenta Bacchiglione è un organismo che mira a promuovere dal basso un’azione comune per la salvaguardia delle aree soggette a rischio idraulico del corso inferiore dei due fiumi. Attualmente tale organismo rappresenta sette comitati di sette diversi comuni padovani ed i comitati della riviera del Brenta e del Miranese.

Se il coordinamento tra i comitati sta dando buoni frutti e si pone come punto di riferimento per i cittadini che intendono organizzarsi per partecipare attivamente alla difesa del proprio territorio, non ugualmente sembra avvenire da parte delle amministrazioni comunali.

Schierati decisamente a favore dell’idrovia sono solo Saonara e Vigonovo, altri comuni hanno manifestato interesse al completamento del canale, senza però prendere decisioni. Più successo, invece, sta avendo la proposta di chiedere al Presidente della Regione di indire una Conferenza dei Servizi (più appropriatamente Conferenza dei Sindaci), per discutere la migliore scelta strategica per la sicurezza idraulica del territorio, sulla base dello studio di fattibilità dell’idrovia.

Questa richiesta è già stata formalmente deliberata dai comuni di Saonara, Vigonovo, Veggiano, Ponte S. Nicolò, Bovolenta e Abano. Anche Mira, che è decisamente contraria alla camionabile ma ha qualche perplessità sull’idrovia, sembra avere deciso di sottoscrivere l’appello e probabilmente trascinerà con sé anche Dolo. Solo Vigonza ha rifiutato di aderire, mentre altri comuni del veneziano ci stanno pensando.

È evidente che se ci fosse un coordinamento tra i comuni, alla stregua di quello che opera per i comitati, i risultati sarebbero più incoraggiati. Un fronte comune degli enti locali, in una materia come quella della difesa idraulica del territorio, non potrebbe essere sottovalutato dalla Regione.

Lo studio di fattibilità dell’idrovia, che dovrebbe essere alla base della Conferenza dei Sindaci, è stato appaltato dalla Regione lo scorso aprile, con una spesa di 160.000 euro, per verificare la convenienza economica del completamento di quell’opera. Il completamento è previsto nella classe Va di navigazione, al fine di garantire, con una portata di almeno 450 mc/sec, la funzione di scolmatore delle acque di piena del Brenta e del Bacchiglione, in aggiunta a quella trasportistica iniziale. Il termine di consegna dello studio, che doveva indirettamente verificare anche la compatibilità della camionabile con l’idrovia, è scaduto a settembre.

È tempo quindi che i comuni, non in ordine sparso ma coordinati tra loro, chiedano a Zaia di essere convocati per definire congiuntamente, sulla base delle risultanze del citato studio di fattibilità, le scelte strategiche più opportune per la salvaguardia dei loro territori.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

Il meglio di niente non basta più

Le federazioni sindacali regionali del Trasporto, stanche di aspettare dai primi di settembre la convocazione della Giunta Regionale del Veneto, lunedì 8 ottobre 2012 hanno inviato una lettera di sollecito.

Un incontro che diventa ancora più urgente ora che finalmente la Giunta ha prodotto la proposta di assestamento del Bilancio 2012, che andrà approvata in Consiglio Regionale, dopo i lavori in Commissione, non prima del mese di novembre !! (la Giunta Regionale si era impegnata ad approvare l’assestamento del Bilancio nel mese di giugno per consentire certezza di finanziamenti alle aziende in previsione del programma autunnale dei servizi, n.d.r.)

Come giudicare i 2 milioni di euro inseriti nell’assestamento a favore del trasporto pubblico locale? Il taglio delle risorse 2012 per il trasporto pubblico, rispetto al 2011, è stato di 15 milioni di euro. Faceva seguito ad un taglio dell’anno precedente, che congegnava -di fronte all’aumento dei costi- una riduzione pesante del finanziamento dei cosiddetti servizi minimi universali. Questo l’andamento dei finanziamenti regionali negli ultimi 3 anni: 2010: 287,3 milioni di euro; 2011: 268 milioni di euro; anno 2012: 253 milioni di euro, cui vanno aggiunti + 2 milioni di euro proposti ora nell’assestamento!

Aver trovato nelle pieghe del bilancio da assestare 2 milioni di euro a favore del TPL è senz’altro meglio di niente, ma per l’appunto meglio di niente!

La condizione quotidiana del servizio pubblico è sotto gli occhi di tutti: nuovi tagli dei servizi, aumento delle tariffe, nuovi interventi su costo e qualità del lavoro. Ci saremmo aspettati un diverso impegno che riconoscesse la indifferibile necessità e urgenza di ripristinare le risorse 2011. Per questo chiediamo a Giunta e Consiglio di lavorare in questa direzione senza se e senza ma…..

Infine, e non ultimo, siamo stanchi di ripetere da anni che serve un progetto reale di riordino efficace ed economico che poggi su: riduzione significativa delle aziende; integrazioni gomma/ferro e aree urbane ed extraurbane; servizio regionale integrato con unico biglietto e tariffazione; orari cadenzati; maggiore frequenza e minori sovraffollamenti; maggiore velocità commerciale attraverso sistemi innovativi a guida vincolata nei principali centri urbani; maggiore regolarità e puntualità; migliore qualità a bordo e a terra. In definitiva vogliamo fatti misurabili e certi nei tempi che potenzino il servizio di trasporto pubblico locale (mentre la Giunta Regionale è in ritardo di oltre 3 mesi rispetto alla scadenza del 30 giugno stabilita dalla Legge 27/2012 per deliberare su bacini e ambiti ottimali dei servizi pubblici locali, riordino del settore, liberalizzazioni e gare, n.d.r.).

Se il TPL è una priorità lo si dimostri con i fatti!

Ilario Simonaggio, segretario regionale FILT CGIL

L’araba fenice della moratoria edilizia

Abbiamo preso atto, ad inizio estate, di alcune esternazioni di importanti figure istituzionalisulla necessità di porre un freno al consumo di suolo.Mi riferisco all’annuncio, da parte del ministro delle politiche agricole Mario Catania, di un provvedimento legislativo dedicato a questo problema e di un’intervista in cui il Presidente della Regione evoca per il Veneto una moratoria edilizia, sul modello di una recente legge svizzera.

La proposta del nostro Governatore, fatta a livello personale ma subito condivisa niente meno che dall’Associazione dei Costruttori Edili, va accolta con il massimo interesse, ma l’annuncio non basta, vorremmo qualche atto concreto. Anche perché Zaia, prima come ministro dell’Agricoltura e poi come Presidente della Regione non può dirsi estraneo alle politiche urbanistiche della Regione, che hanno portato a quel disordine edilizio da cui ora tutti prendono le distanze.

Attendiamo quindi che sulla moratoria edilizia si apra quella discussione, di cui ancora non si vede traccia, che dovrà interessare anche quegli interventi di urbanizzazione a scala vasta, ammessi dal PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento), che prevedono colate di cemento per alcuni milioni di metri cubi, e di cui Veneto City a Dolo, Marco Polo City a Tessera, Motor City a Verona rappresentano solo i casi più noti.

La moratoria, però, per produrre effetti certi e duraturi sul territorio, deve essere preceduta dalla verifica del corretto dimensionamento delle previsioni urbanistiche dei singoli comuni. Si ha ragione di ritenere, infatti, che la stragrande maggioranza dei Piani di Assetto del Territorio comunali (PAT) ed intercomunali (PATI), approvati o in attesa di approvazione, sia stata sovradimensionata.

Il PAT di Padova, ad esempio, è stato dimensionato aggiungendo alla volumetria ancora edificabile sulla base del vecchio Piano Regolatore, pari a 2.607.892 metri cubi per 13.443 abitanti insediabili, ulteriori 2.084.232 mc (altri 10.742 abitanti previsti). In sostanza nell’arco temporale di validità del piano (2009-2019) è previsto un incremento di popolazione (rispetto ai 212.989 del 2009) di 24.185 abitanti, per un volume edificabile totale di 4.692.124 metri cubi.

Ora ci si chiede quale sia il grado di attendibilità di queste previsioni, soprattutto a fronte della attuale crisi economica. Alla stagnazione economica si accompagna infatti quella demografica, soprattutto nella componente migratoria che è scoraggiata dalla mancanza di opportunità di lavoro. Inoltre la stessa attività edilizia, che dovrebbe fornire gli alloggi per i futuri residenti, sta subendo per effetto della crisi un drastico rallentamento, tant’è che quasi tutte le lottizzazioni approvate negli ultimi anni sono ferme per mancanza di domanda e di finanziamenti.

Si dice che la ripresa nel nostro paese non partirà prima del 2014 e ovviamente sarà lenta. Ma nel 2014 sarà già trascorso metà dell’arco temporale di dimensionamento del PAT e sicuramente l’incremento di popolazione (se mai ci sarà) sarà assai inferiore del previsto. Chi mai può pensare che nei 5 anni che mancheranno al 2019 si insedieranno a Padova più di 24.000 abitanti? Non v’è dubbio quindi che gli oltre 4 milioni di metri cubi previsti per ospitare questo incremento di popolazione sono del tutto ingiustificati.

La consapevolezza di una errata programmazione urbanistica dovrebbe indurre gli stessi comuni a rivedere al ribasso le previsioni dei propri Piani urbanistici, ma dubitiamo fortemente che ciò accada. Chiediamo quindi al governatore Zaia che, al fine di garantire una reale limitazione al consumo di territorio, eserciti il potere di controllo sulla correttezza della programmazione edilizia dei comuni, investendo di tale compito i rappresentanti regionali e provinciali che saranno nominati all’interno delle conferenze dei servizi che dovranno approvare i PAT ed i PATI.

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova

Fusione Acegas-Aps HERA, un sì che preoccupa

Lunedì sera il Consiglio Comunale di Padova è stato chiamato a esprimersi in merito alla fusione fra AcegasAps e la multiutility Hera. Il consiglio comunale, vista l’importanza della decisione, è stato posto sotto i riflettori: molti i presenti, contestazioni fuori, riunioni dei partiti convocate d’urgenza per tutto il fine settimana. Alla fine il consiglio comunale ha votato sì: nella maggioranza solo Rifondazione Comunista si è opposta alla fusione.

Ciò che ha stupito più Legambiente però è stata la modalità con cui si è arrivati a questa decisione. Qualche articolo agostano, qualche riunione a settembre e poi l’aut aut imposto dal Sindaco. O si vota si, o si va a casa. Ecco, la prima cosa che ha stonato di questa fusione è stato proprio questa fretta. Si può dire ciò che si vuole, si può affermare la bontà dell’operazione, ma non che non si sia cercato di arrivare a un voto blindato nel minor tempo possibile.

Come Legambiente abbiamo chiesto che la decisione venisse posticipata. La città avrebbe potuto discutere con calma e in maniera approfondita: in fondo si tratta di decidere chi gestirà in futuro i nostri servizi: acqua, gas, rifiuti e non solo. Perché non spiegare con calma alla città questa operazione? Perché tutta questa fretta?

Al sindaco Zanonato, lo sappiamo, la partecipazone non piace. Ma d’altronde è comprensibile: diventato sindaco nel 1993, è sempre stato un decisionista e poco incline agli stimoli che venivano dalla società civile. Non cambierà certo modalità ora che è al termine del suo mandato (prova ne è gli insulti scritti con incredibile mano lesta sui social network durante il consiglio comunale, nei confronti di chi osava criticare l’operazione).

Ciò che ancora stupisce è la subalternità di chi è stato costretto a votare questa fusione. Sel, l’Idv, esponenti del Pd (unite a Rifondazione) rappresentavano circa un terzo della maggiornza. E un fronte così compatto avrebbe potuto imporre una discussione più ampia. Avrebbe permesso anche a questi partiti di spiegare meglio ai cittadini quali garanzie hanno chiesto nei confronti della fusione.

Oggi invece appaiano, all’opinione pubblica come deboli e ostaggi del Sindaco.

Non aver chiesto più tempo è stata per loro un’occasione sprecata.

Ci auguriamo però che si impari dai proprio errori. E che nelle prossime occasioni si apra a una vera partecipazione: anche vedendo cosa sta succedendo nel resto d’Italia, che sia questo un monito per i futuri candidati sindaci.

Andrea Ragona – Presidente Legambiente Padova

Una Festa per la sostenibilità

Torna la Festa del Recupero e dell’energia pulita, domenica 23 settembre dalle 10 alle 19 in Piazza dei Signori. Un’importante occasione per sensibilizzare ai diversi e molteplici modi per diminuire gli sprechi energetici, contribuire alla riduzione dei rifiuti, alla raccolta differenziata e al riutilizzo degli oggetti usati, per migliorare i propri stili di vita.Il tema dei rifiuti viene affrontato con la proposta di prodotti meno inquinanti con l’agricoltura biologica o di ciclo corto e vari prodotti ecologici e/o equo e solidali… ma anche con le proposte per il riuso degli oggetti con l’usato solidale, il laboratorio di riciclo creativo, lo scambio libri, ecc. Ancora più attenzione verrà data quest’anno alla raccolta differenziata con lo stand informativo sul nuovo modello di raccolta porta a porta che verrà progressivamente adottato in tutto il Comune di Padova e che una volta a regime permetterà di raggiungere percentuali di riciclaggio tali da permettere la chiusura della prima linea dell’inceneritore.

Con le isole ecologiche distribuite sulle piazze del centro storico inoltre i volontari di Legambiente permetteranno la raccolta differenziata in un grande evento come questo, introducendo il nuovo sistema di colorazione dei bidoni indicato dall’Unione Europea che, se venisse adottato da tutti i comuni, permetterebbe ai produttori di imballaggi di applicare bollini colorati che indichino chiaramente come e dove gettare correttamente il rifiuto.

Si potranno poi avere in piazza le consulenze dello Sportello energia sul risparmio energetico, le energie rinnovabili, gli incentivi statali e i Gruppi di Acquisto solare organizzati da Legambiente e sarà inoltre possibile toccare con mano prodotti, tecnologie e metodi per diminuire gli sprechi energetici .

Attenzione inoltre alla mobilità sostenibile, con l’esposizione di un’auto del carsharing di Padova e la distribuzione dei buoni per il 50% di sconto sull’attivazione dell’abbonamento, al tema del consumo di suolo con la possibilità di firmare la petizione nazionale di Salviamo il Paesaggio.
In una Festa che si rispetti poi non potevano mancare i momenti per il gioco concentrati soprattutto al mattino o gli spettacoli musicali al pomeriggio con il tango di El Pericòn e le musiche balcaniche degli Ajde Zora.

La Festa si svolge in occasione di Puliamo il Mondo, è promossa da Legambiente e realizzata in collaborazione del Comune e la Provincia di Padova, e la partecipazione di decine di associazioni e realtà del territorio. L’happening si inserisce nel contesto della Festa del volontariato, che si svolge nelle piazze vicine, promossa dal Centro servizi per il Volontariato della provincia di Padova.

Vi partecipano: Altri Cieli, Altri Sapori, Amissi del Piovego, Angoli di Mondo, Assopace, BCC di Sant’Elena, Biorekk, Città So.La.Re., Comune di Padova, Coopi, El Pericòn, Emergency, Emmaus, Faber Libertatis, Greenpeace, coop Il Ponte con Ortocorto, Jardin de los ninos, Karibù Africa, La Mente Comune, Lesi Gigal, Lipu, Mani Tese, Maniero Elettronica, Medici con l’Africa Cuamm, Nairi Onlus, il Nuovo Mondo, Operazione Mato Grosso, Parada, Scout Neruda, Torelli sudati rugby club, Tulime, Wwf, Xena, Ya Basta, Zattera Urbana.

Partecipa anche tu.

Fai volontariato alla Festa del Recupero

La giornata internazionale di volontariato ambientale, Puliamo il mondo sbarcò per la prima volta a Padova nel 1994 e, dopo un decennio di pulizie di parchi ed argini, pensammo di trasformare l’evento dando vita ad un festa per promuovere la cultura del recupero e del riuso degli oggetti, del riciclaggio e della raccolta differenziata. Nel 2003 nacque così la Festa del recupero, a cui negli anni successivi si sono aggiunti via via altri temi collegati: prima quello del risparmio energetico, poi quello delle energie rinnovabili.In questi anni, grazie a queste ed a molte altre iniziative, la cultura della raccolta differenziata è cresciuta e anche la cultura del risparmio energetico e delle rinnovabili ha fatto passi da gigante.

Aiuta Legambiente a rafforzare la sua azione per rendere gli stili di vita di tutti noi più ecologici e per modificare le politiche di sviluppo urbano in senso ecosostenibile. Per farlo puoi iscriverti all’associazione (clicca quiper approfondimenti) o per cominciare puoi darci una mano ad organizzare e gestire la Festa del Recupero e dell’energia Pulita.

Ecco come partecipare prima o durante la Festa:

Cerchiamo oggetti usati e volontari per la realizzazione della Festa del recupero e dell’energia pulita.

– Prima e durante la Festa, tutti possono dare il loro contributo. Cerchiamo volontari che ci aiutino nella distribuzione dei materiali che pubblicizzano l’iniziativa, nella preparazione delle coreografie, nell’allestimento delle strutture della festa, nella gestione dei vari stand (eco-bar, eco-pesca, scambio libri, riciclo creativo …) o ancora nell’importantissima raccolta firme per lo stop alla cementificazione del suolo che ci vedrà particolarmente impegnati quel giorno.

Hai oggetti usati ma ancora in buono stato di cui non ti servi più? Portali alla sede di Legambiente. Li utilizzeremo per realizzare l’Eco-Pesca in occasione della Festa del 23 settembre. In alternativa è possibile portare gli oggetti direttamente alla Festa del 23 settembre in Piazza dei Signori per donarli all’Eco-pesca (entro le 10.30) o per scambiarli nello spazio del libero baratto (dalle 10 alle 16.00) o nello stand appositamente dedicato allo scambio di libri cd e dvd.

Per consegnare gli oggetti usati, comunicarci la tua disponibilità o chiedere maggiori informazioni contattaci ai seguenti recapiti: Legambiente Padova, piazza Caduti della Resistenza 6, 049.8561212, 348.9877760, circolo@legambientepadova.it

Grazie,

Legambiente Padova