Padova e la città metropolitana

Il decreto governativo con cui vengono istituite le città metropolitane e ridisegnati i confini delle province italiane (con un taglio di 36 delle 86 attuali) appare essenzialmente motivato, più che da un coerente progetto di razionale riordino dell’architettura istituzionale dello stato e delle regioni, da ragioni economiche ovvero dalla volontà di ridurre uno dei capitoli della spesa pubblica.

Non sappiamo se il provvedimento governativo otterrà i risultati sperati sul piano economico. Certo è che molte delle scelte operate appaiono più il frutto dell’improvvisazione che di un meditato ridisegno delle funzioni e delle competenze degli enti locali, a fronte delle nuove problematiche e dei profondi cambiamenti intervenuti nella società e nell’organizzazione del territorio.

Nello specifico della realtà veneta – in assenza di una proposta alternativa della Giunta regionale – il Governo ha previsto la trasformazione della Provincia di Venezia in città metropolitana e l’accorpamento in un’unica Provincia dei territori di Padova e Treviso, offrendo però ai singoli Comuni la possibilità di richiedere l’adesione alla città metropolitana veneziana.

E’ su questa possibile alternativa che molti Comuni stanno animatamente discutendo. Al centro del dibattito vi sono alcune fondate perplessità ed alcuni essenziali interrogativi. È più utile avere come unico referente istituzionale gerarchicamente superiore la Regione Veneto o partecipare alla gestione di un ente intermedio quale quello configurato dal Consiglio Metropolitano?

La Città metropolitana offrirà reali opportunità per una migliore organizzazione del territorio e dei servizi, salvaguardando nel contempo l’autonomia dei singoli Comuni, o il peso predominante di Venezia non determinerà invece una preoccupante penalizzazione del ruolo economico e dell’identità storica e culturale di Padova e dei Comuni aderenti? Quali poteri verranno conferiti alla struttura metropolitana e come potranno essere salvaguardate le forme della partecipazione democratica dei cittadini, soprattutto nel caso in cui non si opti per l’elezione a suffragio universale e diretto del Sindaco e del Consiglio metropolitano?

Il Consiglio Comunale di Padova ha espresso la volontà di aderire alla Città metropolitana, invitando ad una analoga scelta gli altri Comuni della provincia. Tra le condivisibili motivazioni vi sono l’auspicabile integrazione dei servizi e delle infrastrutture già oggi presenti nell’area, la capacità di produrre non solo innovazione ma anche sostenibilità ambientale e inclusione sociale, la volontà di conseguire uno sviluppo armonioso del Veneto centrale con riferimento alle infrastrutture, all’assetto urbanistico, al trasporto pubblico locale (ed in particolare al Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale), agli insediamenti produttivi, alla tutela del paesaggio e del suolo agricolo, al completamento dell’Idrovia Padova Mare.

Si tratta ovviamente solo di dichiarazioni di principio, che potrebbero essere contraddette o diversamente interpretate al momento delle concrete scelte operative. Vi è persino la possibilità che qualcuno utilizzi l’istituzione della città metropolitana a sostegno dei progetti di ulteriore urbanizzazione del territorio (Veneto City, Città della moda, Torre di Pierre Cardin, Porto di Dogaletto, camionabile e nuove infrastrutture viarie…), anziché quale importante occasione per una pianificazione a scala vasta finalizzata a porre un freno al consumo di suolo, ad evitare la saldatura urbana tra le periferie di Padova e Mestre e a tutelare il paesaggio in particolare con la valorizzazione e riqualificazione delle attività agricole.

E’ per questa ragione che la delibera approvata dal Consiglio Comunale di Padova va a nostro avviso considerata non tanto un atto definitivo, quanto piuttosto il punto di partenza per l’avvio di un approfondito dibattito pubblico che tenda a definire una visione condivisa della nuova realtà territoriale.

Sergio Lironi – presidente onorario di Legambiente Padova

(stralcio a cura della redazione di Ecopolis, per leggere il testo integrale clicca qui)