Una direttiva UE contro gli edifici energivori

La nuova direttiva UE sull’efficientamento energetico degli edifici è diventata terreno di scontro anche nel nostro Paese.

 

Una direttiva che rientra tra gli strumenti del pacchetto Fit for 55 approvato due anni fa, ha predisposto le misure specifiche per arrivare all’ambizioso obiettivo previsto dal Green Deal europeo: la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.

A marzo ci sarà il voto finale del Parlamento Europeo a Strasburgo della direttiva già passata sotto l’esame del Consiglio dell’UE. Elaborata dalla Commissione per rendere gli edifici dell’Unione Europea sostenibili e azzerare progressivamente le loro emissioni di CO2, la nuova direttiva ha scosso il dibattito politico del nostro paese per i suoi ambiziosi target: tutti gli edifici privati devono diventare di Classe E entro il 2030 e di Classe D entro il 2033.

Non sono previste sanzioni per chi, individualmente, non si adeguerà a questo obiettivo e sono lasciati ampi margini allo Stato membro nella scelta delle norme sulle sanzioni. Tra l’altro, come ampiamente dimostrato dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia dellUnione Europea, una direttiva europea non può dispiegare effetti orizzontali, ossia ricadenti su singoli cittadini, che non hanno responsabilità individuale per la sua attuazione.

Una volta chiarito questo punto, è bene ricordare l’impegno che l’UE si è data per rendere entro il 2030 tutti gli edifici ad emissioni zero.

Per gli edifici non residenziali esistenti, si punta a ridurre il consumo di energia primaria del 15% entro il 2030 e almeno del 25% entro il 2034, usando come riferimento il consumo energetico del parco immobiliare nazionale del 1° gennaio 2020.

Per gli edifici residenziali esistenti, si prevede invece una progressiva ristrutturazione del parco edilizio portata avanti con incentivi strutturali sul modello del Superbonus 110% e dei traguardi intermedi: classe E entro il 1° gennaio 2030, classe D entro il 2033.

Importante è poi l’introduzione di una nuova categoria dell’attestato di prestazione energetica (Ape), “A0”, che indica gli edifici a emissioni zero.

Un’altra etichetta, A+indica invece quegli edifici che, oltre ad essere ad emissioni zero, alimentano la rete elettrica con produzione in loco di energie rinnovabili.

E l’Italia? Nel nostro paese la direttiva avrebbe un impatto notevole, considerato che – stando ai dati Enea – il 60% degli edifici italiani si trova nelle classi più energivore: F e G.

Effettivamente può sembrare che interventi così onerosi siano irrealizzabili, ma Ciarán Cuffe, il relatore della proposta, ha spiegato che la direttiva prevede che sia il singolo paese ad individuare il 15% del parco immobiliare più inquinante (classe G) e a migliorarne l’efficienza energetica.

Gli edifici con le peggiori prestazioni (classi G, F ed E), pubblici e non residenziali, devono raggiungere la classe D entro il 2030. Gli edifici residenziali e di edilizia sociale avranno tempo fino al 2033 o anche più.
Gli immobili storici, i luoghi di culto, le seconde case abitate per meno di 4 mesi in un anno fanno eccezione ai parametri della direttiva.

Rossella Muroni, presidente di Nuove Ri-Generazioni, sostiene che la via maestra per il nostro governo sarebbe quella di adottare provvedimenti sul modello del Superbonus ma senza le sue lacune: “Andrebbe riformato come proposto per esempio dalla Fillea Cgil, lasciando la cessione del credito […] e la copertura del 100% per i condomini popolari e le fasce con minor reddito (a partire da pensionati, precari, disoccupati, lavoratori poveri), prevedendo percentuali differenziate in proporzione ai miglioramenti e usando come leva di ‘autofinanziamento’ gli stessi risparmi in bolletta”.

Serve un sistema di incentivi strutturali mirati, differenziati per target e sulla base delle fasce di reddito.

Per conoscere e approfondire gli incentivi fiscali per rendere le nostre case più efficienti e sostenibili, lo Sportello Energia di Legambiente Veneto – parte del progetto Life Climaction – è aperto al pubblico il lunedì, dalle 9:00 alle 12:30, il giovedì dalle 15:00 alle 18:30 in modalità telematica su appuntamento.

Scrivici a sportello.energia@legambienteveneto.it

Andrea Maiorca, Sportello Energia Legambiente Veneto

Life Climaction

Per approfondire:

Qualenergia Verso lapprovazione della nuova direttiva green: cosa prevede

Qualenergia Direttiva sulle case green: perché dovrebbe essere unopportunità