Con la nuova presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, sono tante le questioni aperte in un momento di estrema difficoltà.
Mentre la Francia cede il posto alla Repubblica Ceca nella presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, come suggerisce META, il canale dello European Environmental Bureau, è ancora lunga la strada da fare per attuare le politiche ambientali di cui l’Europa ha bisogno.
Il cambio di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea (Council of the European Union) – l’organo legislativo dell’UE insieme al Parlamento Europeo, da non confondere con il Consiglio Europeo (European Council) che è invece un organo collegiale composto dai leader dei governi europei per definire le priorità UE – è l’occasione per riflettere sul ruolo che le istituzioni europee devono assumere in una fase difficilissima per il nostro continente, segnata da una pandemia che ancora non ha cessato il suo corso e da una guerra (anche energetica) che sembra volersi prolungare per ancora molto tempo.
Dopo la Francia, è il turno di una presidenza guidata dalla Repubblica Ceca che – si spera – possa farsi carico delle opportunità mancate e dei risultati misti della presidenza francese. Le associazioni dello European Environmental Bureau sono complessivamente critiche nei confronti dell’operato svolto dalla presidenza francese, alla luce delle sfide che l’Europa e il pianeta stanno già affrontando, considerato anche la necessità di dar fiducia ai giovani e alle giovani di poter ricevere in futuro un mondo vivibile.
Nella valutazione dell’EEB, i frutti della presidenza francese sono mediocri per quanto riguarda l’emergenza climatica e la mobilità sostenibile, la protezione della biodiversità, il rafforzamento dello stato di diritto e la giustizia ambientale. È positivo il lavoro svolto per l’adozione del pacchetto Fit for 55, così come l’accordo per lo stop alla commercializzazione dei veicoli a combustione interna entro il 2035 e per il piano della Commissione REPowerEU. Ma è deludente che non ci siano stati sforzi per rendere vincolanti gli obblighi della Direttiva RED (sulle energie rinnovabili) in materia di trasporti, sistemi di riscaldamento e raffreddamento e la Direttiva EED sull’efficienza energetica. Risultati poco ambiziosi anche sulla Direttiva per la Performance Energetica degli Edifici (EPBD), che non prevede requisiti minimi per le emissioni di CO2 da parte degli edifici.
Anche sul fronte della protezione delle foreste e della biodiversità, l’operato del Consiglio dell’UE a guida francese ha deluso, con una posizione sulla Regolazione della Deforestazione ancora più debole della proposta della Commissione, non sufficiente per salvaguardare i sistemi a rischio.
Assolutamente negativo poi il risultato sulle politiche agricole. Secondo lo EEB, la presidenza francese ha sostenuto in questi mesi di guerra un aumento della produzione agricola dell’Unione Europea al costo della protezione dell’ambiente e senza un piano robusto. Questo piano è stato criticato dalla società civile, dalle autorità ambientali e ha destato preoccupazione persino alla Commissione Europea.
Assente la presidenza del consiglio dell’UE anche su temi caldi e forti come l’uso di pesticidi nei paesi UE e per l’applicazione della Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED), che rappresentano importanti agenti dei cambiamenti climatici già in atto.
Adesso spetta alla Repubblica Ceca assumersi delle responsabilità per un pianeta più in salute e una società più sana, affrontando le urgenti crisi in corso sfruttando tutto il potenziale della politica ambientale dell’Unione Europea (una su tutte quella relativa ai prezzi dell’energia che affliggono famiglie e cittadini/e). Non è più tempo per la sobrietà istituzionale e per istituzioni passive di fronte a contesti drammatici come quello che stiamo vivendo. Adesso è necessario farsi carico dei piani più ambiziosi che la politica UE ha già in cantiere.
Puoi leggere l’articolo integrale su meta.eeb.org
Qui puoi leggere la valutazione dello EEB sul semestre francese del Consiglio dell’UE
Andrea Maiorca, Redazione Ecopolis