Cosa cambierà con il piano REPowerEU

La Commissione Europea ha presentato il suo piano per rispondere alla crisi energetica in corso

 

Sono due le ragioni che la Commissione Europea ha indicato per l’adozione della nuova strategia energetica: il conflitto in Ucraina – le cui conseguenze saranno durature e imprevedibili – e l’urgenza della crisi climatica, che vede la necessità di un’accelerazione degli stati membri verso le energie rinnovabili e l’indipendenza dal gas (russo, ma non solo).

Il piano REPowerEU mira a stabilire parametri più stringenti per il risparmio energetico, per l’approvvigionamento energetico a livello comunitario, per una diffusione più rapida delle energie rinnovabili.
La Commissione ha proposto di includere dei nuovi capitoli dedicati al REPowerEU nei Piani per la Ripresa e la Resilienza (RRF) previsti dai singoli Stati membri dell’Unione Europea.
E’ chiaro quindi che l’UE sta chiedendo, in questa fase, una nuova coordinazione e cooperazione tra gli stati membri per affrontare insieme le importanti sfide che ci attendono – cooperazione che ha vacillato sia nei primi mesi della crisi pandemica, sia nei primi mesi dell’invasione russa dell’Ucraina.

Per quanto riguarda il risparmio energetico, la proposta della Commissione prevede un aumento dal 9% al 13% dell’obiettivo di efficienza energetica previsto dal pacchetto “Fit-for-55” (lo strumento della UE per la transizione ecologica). Nel concreto, questo obiettivo prevede l’adozione di nuovi incentivi e misure fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, pubblici e privati. Da non sottovalutare è poi la richiesta (al momento disponibile solo in lingua inglese) della Commissione di promuovere e sostenere tutti quei comportamenti individuali  che potrebbero ridurre – a breve termine – del 5% la domanda di gas e petrolio.

La Commissione propone, inoltre, un insieme di misure di emergenza da mettere in atto nel caso vi sia una grave ed improvvisa interruzione dell’approvvigionamento di gas.

Proprio sul fronte dell’approvvigionamento, la Commissione sta valutando l’idea di adottare una strategia simile a quella usata per l’approvvigionamento dei vaccini, sicuramente efficace. Si tratterebbe di un “meccanismo di acquisto congiunto” dedicato alla conclusione di contratti per l’acquisto di gas per conto degli Stati membri dell’UE.

L’espansione delle energie rinnovabili dovrà diventare, probabilmente, ancora più massiccia. il piano della Commissione propone di alzare i target già previsti, aumentando dal 40% al 45% l’obiettivo di energie rinnovabili previsto per il 2030.
A reggere questo ambizioso obiettivo, sono previste iniziative importanti come il raddoppio della capacità solare fotovoltaica entro il 2025, 600 GW di fotovoltaico entro il 2030, il tutto coadiuvato dal progressivo obbligo giuridico di installare pannelli solari su tetti di edifici pubblici e privati e una semplificazione delle procedure per l’autorizzazione dei grandi progetti a energie rinnovabili.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Secondo l’analisi di Legambiente sul comunicato della Commissione, sono sicuramente da promuovere i nuovi target per le rinnovabili e la proposta di semplificazione dell’iter autorizzativo dei progetti, ma è sicuramente da condannare qualsiasi supporto a nuovi rigassificatori e gasdotti. Così come il ruolo ancora centrale dato al gas come fonte energetica dei prossimi anni e la sua inclusione nella Tassonomia UE come “investimento sostenibile”.
La strada sembra quella giusta ma è ancora necessario un passo più deciso da parte dell’Unione Europea verso l’addio al gas e la futura messa al bando delle fonti fossili.

Andrea Maiorca, Redazione Ecopolis