Isola dell’Abbà ancora in pericolo; come salvarla?

polverara_isola dell'AbbaDopo le manifestazioni di protesta esercitate dal mondo ambientalista padovano e da un accanito comitato locale denominato “Salviamo Polverara e Isola dell’Abbà” nel luglio del 2012 (leggi qui), era calato il silenzio sul Piano Urbanistico Attuativo (PUA) di Isola dell’Abbà, frazione di Polverara tra il fiume Roncajette ed il canale Orsaretto.

La colata di cemento di 24.000 metri cubi (125 nuovi abitanti insediabili) a ridosso della villa Priuli Rezzonico e della chiesa parrocchiale di S. Leonardo, in un contesto di elevato pregio ambientale e paesaggistico che conserva evidenti tracce dei valori storici degli antichi insediamenti monastici, sembrava scongiurato.

Invece il PUA aveva continuato il suo iter amministrativo e mancava solo la firma della convenzione per dare il via ai lavori. Nel frattempo però è cambiata l’amministrazione comunale e quella subentrata ha cercato di correre ai ripari chiedendo una nuova progettazione che fosse più rispettosa del contesto ambientale esistente.

Il nuovo PUA è stato presentato al pubblico in un incontro tenutosi a fine agosto, a cui sono stati formalmente invitati Legambiente Padova e Italia Nostra, dato che avevano partecipato al procedimento di formazione del PAT di Polverara presentando un documento che riguardava anche il PUA di Isola dell’Abbà.

Bisogna dare atto alla nuova giunta comunale di essere riuscita a rimediare ad alcuni errori commessi dalla precedente amministrazione, ad esempio con la soppressione del tratto di “Bovolentana” (la contestata strada di scorrimento tra Conselve e la Zona industriale di Padova) che penetrava all’interno di Isola dell’Abbà creando già un primo gravissimo vulnus al contesto.

Per quanto riguarda il nuovo progetto del PUA, il risultato non ha dato però gli esiti sperati. Modificando la tipologia delle costruzioni è stato ridotto l’impatto volumetrico portandolo a 19.000 metri cubi a quanto affermato verbalmente dall’Amministrazione e con la creazione di una vasta area verde di rispetto è stata liberata la chiesa dall’assedio della nuova edificazione, ma la densità edilizia ed il consumo di territorio risultano ancora troppo invasivi. Senza contare gli enormi problemi di viabilità che si verrebbero a creare con l’intasamento dell’unica strada di sbocco, via Petrarca, assolutamente inadeguata a recepire un sensibile aumento del traffico automobilistico.

Si tratta, come giustamente ha rilevato Renzo Fontana di Italia Nostra, di un disegno urbanistico banale, tipico delle lottizzazioni che caratterizzano negativamente le nostre periferie, tutte uguali e tutte anonime. Un Piano che palesa tuttora una sostanziale indifferenza nei confronti del sito e determina di conseguenza un evidente conflitto con i suoi valori.

Ma soprattutto il danno deriva dall’esorbitante carico urbanistico concentrato in una piccola area di pregio che a nostro avviso potrebbe invece inserirsi in un più ampio progetto di parco agro paesaggistico dell’area metropolitana di Padova.

Il PAT di Polverara avrebbe potuto dichiarare incompatibile il dimensionamento che il vecchio piano regolatore, soggiacendo a logiche speculative, aveva previsto per Isola dell’Abbà. Ma l’amministrazione comunale, nonostante le puntuali osservazioni di Legambiente ed Italia Nostra, ha confermato quanto già previsto dal PRG. Il PUA risulta quindi ammissibile e la nuova giunta, come ha ammesso l’assessore all’urbanistica, ha potuto solo cercare di migliorarlo.

Isola dell’Abbà è quindi sotto scacco e, salvo che non si riesca a trovare qualche norma di carattere prevalente (ad esempio tra quelle di tutela idrogeologica) che sia stata disattesa, il PUA potrà essere attuato. Resta ancora possibile un ricorso giurisdizionale al Capo dello Stato contro il PAT di Polverara, ma le sole forze delle associazioni sono insufficienti. Più realisticamente si potrà cercare di salvare il salvabile intervenendo sul disegno urbanistico del piano e sotto questo profilo l’assessore ha dato la massima disponibilità a recepire tutti i suggerimenti utili a difendere il contesto storico ambientale minacciato dal PUA. All’uopo si è impegnato a convocare entro settembre un tavolo di lavoro a cui Legambiente Padova e Italia Nostra sono state invitate a partecipare. Anche se settembre è terminato, rimaniamo fiduciosi che questo tentativo sia seriamente esperito.

Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova

One thought on “Isola dell’Abbà ancora in pericolo; come salvarla?

  1. L’articolo è stato predisposto alcune settimane fa e pubblicato solo ora in quanto i precedenti numeri di Ecopolis erano già stati programmati. Devo quindi fare alcune precisazioni: l’incontro promesso dall’assessore si è tenuto il 23 settembre ed in quella sede Legambiente ed Italia Nostra hanno ribadito le proprie valutazioni negative riguardo alla nuova proposta del PUA. E’ stata consegnata all’assessore una nota in cui erano sintetizzate le proposte migliorative riguardo ad una maggiore conservazione della continuità del verde, alle possibili soluzioni degli inconvenienti idrogeologici, alla necessità di uno studio di impatto viabilistico e di analisi geotecnica, nonché alla necessità di uscire dalla banalità dell’attuale proposta progettuale. Riguardo a quest’ultimo punto si è chiesta una soluzione urbanistica più rispettosa del valore storico ambientale del sito, che andasse a riproporre l’immagine tipica dei borghi veneti incentrata sugli edifici a corte. Ci auguriamo che le nostre osservazioni siano tenute nel debito conto.

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