Eco-mostro pulsante in città? no, grazie!

terranegra_antenna_crowdfundingNel settembre del 2015 un comitato spontaneo di cittadini di Padova (circa 150 persone) si è costituito per cercare di smantellare e far rilocalizzare, in zona industriale, un enorme traliccio di 104 metri per antenne radio, costruito durante i mesi estivi di quell’anno, tra luglio e agosto, in zona Isola di Terranegra.

Il traliccio, corredato in cima da una serie di grosse luci ostacolo intermittenti rosse, impatta oltre che dal punto di vista paesaggistico anche e soprattutto per le onde elettromagnetiche emesse sopra aree residenziali e sensibili quali asili, scuole e parchi pubblici, presenti all’interno dei quartieri Forcellini e Terranegra.

La struttura, per le sue notevoli dimensioni, risulta visibile anche da molto lontano. Le radio private e commerciali che la utilizzano fanno parte del gruppo Radio Birikina.

Il terreno su cui è ubicato il tutto è di proprietà della SPES (un IPAB, istituto pubblico di assistenza e beneficenza, che ha come missione la tutela della famiglia, dei bambini e adolescenti, nonchè la gestione di moltissimi asili e nidi in città). L’affitto del terreno ammonterebbe a 8.000 €/anno, più eventuale pubblicità sulle medesime radio citate.

A suo tempo il Comune diede l’autorizzazione all’installazione con la pratica del silenzio-assenso e senza pretendere nessuna documentazione integrativa alla semplice domanda di progetto. La stessa cosa avvenne con la Provincia.

Il traliccio risulta inoltre predisposto per poter implementare ulteriori antenne radio, collegamenti di telefonia o wifi.

L’Isola di Terranegra, a ridosso del Quartiere Forcellini, è uno dei pochi polmoni verdi rimasti nel cuore della città. Fino ad un recente passato era possibile passeggiare in mezzo al verde e godere della vista libera di alberi, edifici rurali e un campanile di una chiesetta del ‘600. In quell’area, ricordiamo, vi è anche un monumento nazionale (il Giardino dei Giusti), il Santuario dell’Internato Ignoto, nonchè un parco dedicato alle energie rinnovabili. Al tramonto non è raro avvistare il volo di qualche airone cinerino.

Ora, il traliccio-mostro ha minato tutto questo, e si preannuncia probabilmente come la prima opera nefasta di una serie che condurrà al degrado definitivo dell’area.

Il comitato spontaneo di cittadini, ora costituito in Associazione culturale, in questi ultimi mesi è riuscito a raccogliere più di 5.700 firme attraverso l’organizzazione di eventi di protesta (un girotondo presso il traliccio con più di 500 persone) e la raccolta, a scopo di autofinanziamento, di oltre 8.000 € grazie al contributo degli abitanti del quartiere.

Il ricavato di ciò verrà destinato in gran parte per il ricorso al TAR oltre all’organizzazione di ulteriori eventi informativi sui rischi dell’elettrosmog.

Attraverso un tale ricorso si chiede che l’impianto venga dichiarato abusivo ed eventualmente rilocato in una zona industriale quanto più lontana da scuole, parchi e abitazioni private.

Il comitato, cosciente che la battaglia intrapresa sia solo agli inizi, è consapevole che quanto si è fatto finora non basti. Ad ogni modo la convinzione comune è che ne valga la pena perché una sentenza favorevole del TAR porterebbe a modificare la prassi autorizzativa per l’installazione di antenne radiofoniche di natura commerciale in tutto il territorio italiano.

Per contribuire a coprire le ingenti spese legali dell’iter giudiziario o per sostenere nel tempo gli eventuali ricorsi, è stata avviata una raccolta crowdfunding. Chi vuol contribuire visti la questa pagina.

Con la medesima raccolta si contribuirebbe anche a sostenere l’organizzazione di due eventi di sensibilizzazione e informazione sul tema del degrado paesaggistico e sui danni da elettrosmog, oltre alla realizzazione di una serie di misurazioni per il rilevamento dell’inquinamento elettromagnetico dell’area, incaricando un apposito tecnico di fiducia qualificato e indipendente. Tutte le relazioni tecniche e gli esiti delle misurazioni verranno naturalmente rese pubbliche.

A conclusione viene da osservare che il buon senso vorrebbe che, in attesa degli esiti su quanto installato, venisse applicato il principio di precauzione a scopo salute con il conseguente spegnimento delle antenne. Questo malgrado la deturpazione del paesaggio, accompagnata al danno economico al valore degli immobili, sia stato già arrecato.