Sabato 3 dicembre scorso, di fronte ad una platea delll’auditorium dell’Orto Botanico di Padova gremita, il Centro Servizi per il Volontariato (CSV) di Padova ha presentato il primo rapporto annuale sul volontariato e sull’impegno civile.
Le organizzazioni censite ammontano a un totale di 6.021, di cui 1.996 ha sede in città e le restanti 4.025 sono distribuite nel territorio provinciale: ogni 150 abitanti c’è un’associazione.
Quello che emerge dal rapporto è un volontariato maturo, impegnato, molto presente nella realtà territoriale provinciale. Ma vi sono anche segnali di preoccupazione.
Si avvertono sintomi di disorientamento che riteniamo siano provocati da almeno due fattori: un forte scoordinamento di tutto il settore e la difficoltà di dialogo con le istituzioni. Questa miscela rischia di provocare un blocco di pensiero sui nuovi compiti e ruoli che il volontariato dovrà assumere.
È chiaro che la grande partita dei prossimi anni sarà la costruzione di un nuovo welfare. Sulla scena stanno emergendo nuovi e rinnovati bisogni, legati al prolungarsi della crisi economica e occupazionale. I nuovi bisogni e le nuove problematicità imporranno un innovativo “welfare solidale” profondamente rinnovato. Il terzo settore si trova però, oggi, a fronteggiare indirizzi di politica pubblica di “welfare compassionevole”, volto a ridurre progressivamente le dimensioni dell’intervento pubblico e governare i problemi sociali più gravi con la filantropia e l’assistenza caritatevole. Questo è il welfare residuale che dobbiamo tutti insieme contrastare!
Il volontariato si trova quindi a ricomprendere il proprio ruolo. Un ricomprendere che dovrebbe riportare il volontariato a interessarsi prioritariamente alla tutela dei diritti. La volontà di esprimere e costruire una cultura fondata sui diritti passa attraverso specifiche scelte.
• Progettare lo stato sociale attraverso un’azione esterna di presenza e di rappresentanza nelle istituzioni.
• Privilegiare la cultura della prevenzione (periferie, nuove povertà, immigrazione), e non l’allarmismo e l’emergenza.
• Promuovere la passione etica e formativa nei confronti della società, ponendosi come obiettivo la formazione di un uomo che sia cittadino, portatore di diritti e doveri.
Per attuare questa scelta di maturazione, dobbiamo allora impegnarci a realizzare una stabile e feconda alleanza operativa, con chiunque possa operare nella società: scuole, istituzioni, chiesa, famiglie, ma anche sindacati e aziende.
Se il volontariato vuole rilanciarsi e rilanciare la società di cui è parte non può permettersi di perdere la capacità innovativa, deve essere stimolo permanente, elemento di controllo e valutazione delle politiche realizzate su il territorio.
Il volontariato non vuole essere celebrato, anzi questa modalità risulta sicuramente una trappola per tutti coloro che cercano la compiacenza dei volontari.
Il volontariato è una finestra, è una porta, è una lente che permette di vedere quello che altre lenti non vedono. Svelare ciò che è nascosto, decifrare ciò che è complicato. Capire! In questo senso il contributo del nostro Centro servizi per il volontariato è tutto teso ad avviare ulteriori percorsi di cittadinanza e consapevolezza per tutto il non profit.
Questo sarà il nostro impegno per il 2017. Il dono disinteressato è un bene prezioso che tutti dobbiamo custodire e proteggere.
Emanuele Alecci, Presidente del Centro servizi per il volontariato di Padova
Il rapporto completo è disponibile qui