“35 automobili diesel che restano accese contemporaneamente per due ore, senza marmitta catalitica e filtri antiparticolato: ecco cosa Trenitalia ci fa respirare da quando è stato chiuso il deposito di via Cagni”.
Sono le amare parole di Paola Marcon e altri residenti dell’Arcella. Abbiamo parlato con loro per farci raccontare la situazione di disagio di via Avanzo, la cui riqualificazione viene invocata ormai da anni.
La causa dell’inquinamento sono le lunghe procedure di controllo obbligatorie che vanno avanti da circa un anno: nelle operazioni è infatti necessario che i treni siano accesi e con il carburante entrato in pressione. Tutto questo avviene al binario 10 accanto alle case dell’Arcella, in seguito della chiusura del deposito di via Cagni, di cui i residenti chiedono perciò con urgenza il ripristino.
Ma a causare altro rumore ci sono anche i lavori in notturna per la manutenzione e il potenziamento delle rotaie: “La sera, finito l’orario dei treni”, dicono poi i residenti, cominciano i lavori di adeguamento, senza preavviso, continuamente”. “D’estate poi” proseguono” è impossibile tenere le finestre aperte perché lo stridio dei freni è insopportabile: ma non ci vengano a dire che i treni ci sono da prima delle case, perché il traffico è aumentato, dall’Alta Velocità ai treni merci”.
Ma i racconti dei residenti non si fermano qui: il bel doppio filare di alberi nel viale vicino è stato in gran parte tagliato, smettendo di essere una naturale protezione contro il rumore. L’Arpav ha anche compiuto, tre anni fa, dei rilevamenti per valutare con certezza se, come credono fermamente i residenti, sia stato superato il limite dell’inquinamento acustico. Il responso? L’impossibilità secondo l’ente di distinguere tra i diversi tipi di traffico, come se la rumorosità non fosse un problema complessivo. Una situazione analoga è stata affrontata, questa volta in tribunale, da un gruppo di residenti della zona Campo Marte: “A noi” dicono “non interessa il risarcimento, ma le barriere contro il rumore, che non deve assolutamente aumentare”.
È evidente che, per quanto necessario, non basta far sentire queste voci, come ha fatto anche Tv7 in presa diretta. Quello di cui ci si accorge, ascoltando i residenti, è infatti che non c’è un unico problema, che si possa affrontare e risolvere: non è solo il taglio degli alberi o i rifiuti abbandonati, non è solo l’inquinamento acustico, non è solo la lentezza dei lavori nell’ampliamento della stazione per allontanarla da via Avanzo, che peraltro non sarebbe una soluzione, non è neanche solo, infine il crollo del valore degli immobili della zona.
Il problema è complessivo e, insieme al disagio diffuso, peggiora di anno in anno, tanto che, chi può, pensa di andarsene. Ma c’è anche chi dice: “Ma perché bisogna costringere la gente ad andare via? Non siamo mica cittadini di serie C: perché non dobbiamo avere la stessa attenzione degli altri quartieri?”.
Eppure, in un quartiere con tutte queste difficoltà, c’è anche tanta voglia di riscattarsi, come mostra la recente creazione della Rete Arcella Viva. I residenti sono anche consapevoli del valore e delle specificità del proprio quartiere: “L’Arcella può essere la porta di Padova” concludono: “è comodissima per chi arriva usando il treno e ben collegata con il centro e potrebbe essere molto appetibile da un punto di vista commerciale.” Ma se l’amministrazione continuerà ad ignorare i desideri e le richieste dei residenti, non farà che alimentare la percezione di insicurezza e il senso di trascuratezza, con i risultato di alimentare proprio il degrado che vorrebbe combattere.
Annalisa Scarpa – redazione Ecopolis
Anche via Guicciardini è un inferno soprattutto in prossimità del incrocio con via Tiziano Aspetti
Inquinamento acustico e aria perché le macchine in tripla fila aspettano di attraversare
Noi abitanti e firmatari di una petizione chiediamo il senso unico in uscita da Aspetti a Buonarroti
Francesca Compagnone
Cell 3474033235
L’altra sera, sostando presso l’uscita del sottopasso in via D’Avanzo ho potuto constatare quanto siano intensi e fastidiosi il rumore e le emissioni delle motrici diesel. Penso che, dato l’evidente pericolo sanitario, sia possibile pretendere l’intervento del commissario Penta.