“Egregio commissario Penta, le scriviamo per sottoporle alcune questioni controverse, di grande importanza per la città, che sono rimaste aperte dopo la caduta della giunta Bitonci e che, secondo noi, non possono attendere 9-10 mesi per essere affrontate”.
Inizia così la lettera aperta (scarica qui l’originale) inviata stamani al Commissario, nella quale lo si invita a prendere decisioni urgenti rispetto all’emergenza smog, la collocazione del nuovo ospedale, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e sul Parco Agro-Paesaggistico Metropolitano.
La questione più urgente che il commissario Michele Penta deve affrontare è l’emergenza smog: il numero annuale di superamenti giornalieri dei limiti delle emissioni di PM10 e di ozono è sempre stato superato da quando l’ARPAV ha messo a disposizione i dati (rispettivamente dal 2001 e dal 2004). Nel 2016 il limite tollerabile dell’ozono è stato superato per 40 giorni, contro i 25 ammessi per legge, e ad oggi il PM10 è a 50 giorni di sforamento rispetto ai 35 ammessi. Le politiche finora attuate sono quindi del tutto insufficienti. Al commissario si chiede di inasprire il Piano Anti-Smog, bloccando ad esempio la circolazione dei diesel euro 3, ma soprattutto di rilanciare il trasporto pubblico e quello ciclabile destinando al loro potenziamento almeno il 50% degli introiti derivanti dalle multe degli autovelox come previsto dal Nuovo Codice della Strada.
Riguardo all’ospedale è stato dato conto, nel precedente numero di ecopolis, del dibattito, tuttora vivace, sulla sua ubicazione e di come siano argomentate le ragioni di una scelta conservativa (il nuovo sul vecchio).Tale ipotesi peraltro è stata presentata dal sindaco Bitonci alla Regione nel 2014, ma sulla base di una soluzione plano-volumetrica improvvisata ed inaccettabile (una serie di torri in prossimità delle mura cinquecentesche) che è stata bocciata senza appello. I sostenitori del “nuovo sul vecchio” ritengono invece che riqualificare sia funzionale tanto all’ospedale quanto alla città e che l’espansione orizzontale del polo ospedaliero possa dare soluzione a problemi irrisolti come il recupero del Portello e la demolizione delle strutture invasive che deturpano le mura.
Qualsiasi soluzione però deve tenere conto dell’impatto che produce, sotto il profilo tecnico, urbanistico, ambientale e sociale su tutte le funzioni del sistema esistente e sul suo indotto. Si chiede quindi al commissario di dare avvio, in via preliminare, ad un approfondimento per entrambe ipotesi alternative, basato su un approccio multidisciplinare di tipo urbanistico, funzionale, architettonico ed economico. A seguito di questo studio dovrà essere attuato quel coinvolgimento e pronunciamento della cittadinanza che in questi ultimi due anni e mezzo è mancato, ricorrendo eventualmente a quel referendum che lo stesso prefetto Penta ha ipotizzato all’atto del suo insediamento.
La terza questione riguarda il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), in via di redazione da parte del servizio mobilità, con la collaborazione di una società esterna. Mentre le indicazioni dell’UE, la deliberazione di indirizzo iniziale e tutti i parametri sull’origine e destinazione degli spostamenti a Padova sono basati sui dati metropolitani (capoluogo di provincia e dei 17 comuni della sua cintura), il piano viene limitato alla sola città di Padova. È necessario che il commissario convochi il CO.ME.PA. (l’organo di indirizzo metropolitano) affinché lo studio sia esteso a tutte le municipalità dell’area metropolitana. In attesa della redazione del piano deve essere sospesa la realizzazione di nuovi parcheggi in centro città (in particolare quello della ex Prandina) in quanto potrebbero rivelarsi del tutto contrastanti rispetto alle conclusioni tecnico operative e strategiche dello stesso PUMS metropolitano.
Il quarto ed ultimo punto riguarda la necessità di dare attuazione al Piano d’Azione per il Parco Agro-paesaggistico Metropolitano. La proposta di un parco, finalizzato alla valorizzazione delle attività agricole urbane e periurbane a servizio della collettività metropolitana, fu avanzata da un gruppo di associazioni di categoria ed ambientaliste nel 2013 e, attraversole metodologie partecipative di Agenda 21 del Comune di Padova, è stata tradotta in Linee Guida. Il processo si è interrotto con il cambio della giunta padovana. Il commissario ha la possibilità di far riprendere i lavori di Agenda 21 affinché le Linee Guida vengano tradotte in Piano d’Azione individuando i soggetti responsabili, i tempi e le risorse relativi ad ogni specifica azione.
sintesi a cura di Lorenzo Cabrelle
qui la lettera originale a Michele Penta