Sabato 9 aprile a Padova manifestazione per la salute, in difesa della sanità pubblica. L’appello del CoVeSaP.
Nel Veneto la pandemia ha colpito duramente: circa 13.300 decessi, 1.200.000 contagi, migliaia di ricoveri nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Gravi sono state le conseguenze sulla normale attività di assistenza sanitaria: oltre 400.000 prestazioni sospese nel 2020 con il risultato di avere nel 2021, un numero di decessi per altre patologie da parte di ultrasessantacinquenni, molto superiore alla norma, frutto probabile delle mancate cure.
La risposta complessiva all’emergenza pandemica non è stata quindi efficace. La trasformazione in COVID Hospital di alcuni ospedali ha lasciato sguarniti interi territori che hanno pagato più di altri la mancata assistenza. Le ULSS non hanno messo a punto sistemi efficaci né per la cura domiciliare né per il tracciamento e la sorveglianza dei contagi; in particolare, durante l’ultima ondata di variante Omicron, hanno riversato sui medici di medicina generale e pediatri di libera scelta una grande quantità di compiti burocratici, mettendo in crisi anche l’assistenza di base.
La Regione Veneto, nonostante abbia avuto a disposizione notevoli risorse per far fronte alla pandemia, non ha investito nell’unica cosa davvero utile per rinforzare il servizio sanitario: le risorse umane. La maggior parte del personale aggiuntivo è stata assunta con contratti temporanei, il personale in servizio è in numero di gran lunga inferiore a quello necessario, ed è fortemente stressato dopo 2 anni di lavoro in condizioni gravose per ritmi elevati e mancanza di tempi di recupero.
Queste pesanti criticità si sono aggiunte a quelle accumulate nel tempo, in particolare: la grave carenza dei Servizi di Emergenza/Urgenza nei territori più disagiati; il depotenziamento degli ospedali periferici, con diminuzione dei posti letto, chiusura di reparti, interventi chirurgici ritardati e servizi ambulatoriali ridotti; la mancata realizzazione di Ospedali di comunità e Strutture riabilitative pubbliche; l’aumento esponenziale delle liste di attesa e l’invio dei pazienti presso le strutture private che sono molto cresciute in numero e fatturato; la riduzione e l’accentramento dei Servizi territoriali quali la neuropsichiatria infantile, le attività di prevenzione e di screening, i consultori familiari, i servizi per la disabilità e per le dipendenze, l’assistenza domiciliare, la rete delle cure palliative.
A questo si aggiunge un grave degrado ambientale: inquinamento atmosferico tra i più alti in Italia e in Europa, inquinamento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua con sostanze tossiche (PFAS), massiccia speculazione edilizia con indiscriminato consumo di suolo.
Dopo 2 anni di pandemia constatiamo: la carenza cronica di personale e la fuga dei professionisti sanitari dal servizio pubblico; l’affidamento al privato di parte della specialistica ambulatoriale, di pezzi interi dell’assistenza ospedaliera (es. Pronto Soccorso) e dell’assistenza infermieristica e domiciliare territoriale; la crisi profonda dei medici di medicina generale; l’impossibilità delle già scarse strutture per la salute mentale di far fronte all’aumento del disagio psichico, causato dalla pandemia.
Il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP) chiede:
- Un nuovo Piano Socio-Sanitario, centrato sui concreti bisogni di salute, anche alla luce della pandemia di COVID-19, che preveda il potenziamento degli Ospedali di prossimità, lo sviluppo dei servizi distrettuali e di salute mentale secondo standard di popolazione appropriati, la salvaguardia delle specificità lagunari e delle comunità montane.
- Un PNRR che non si limiti a costruire muri, ma che dia un ruolo forte al Distretto, alla Medicina generale, con una piena integrazione tra Ospedale e Territorio, inclusi i Servizi Sociosanitari e Sociali, mantenendo una gestione pubblica delle Case della Comunità, dell’Ospedale di Comunità e dell’Assistenza Domiciliare Integrata.
- Un Piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato di operatori della salute, adeguato per numero e competenze.
- Liste di attesa ridotte e trasparenti e netta diminuzione del ricorso al privato.
- Servizi di prevenzione e sanità pubblica potenziati in modo da poter gestire le normali fondamentali attività e al tempo stesso gli eventi pandemici.
- Azioni efficaci per fronteggiare le emergenze ambientali sempre più frequenti e significative per la salute della popolazione (inquinamento da Pfas, polveri sottili, ecc.).
Devono infine essere ridate alle comunità locali le funzioni di programmazione e governo della sanità previste dalla Legge 833/78, attraverso il coinvolgimento dei Sindaci e la promozione di forme di partecipazione dei cittadini e delle associazioni.
Appuntamento sabato 9 APRILE 2022 alle 9.45 davanti alla stazione ferroviaria di Padova.
Il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica