Un piano regolatore non può considerare solo l’espansione urbana ma garantire la tutela del territorio rurale sostenendo l’agricoltura urbana.
Di cosa si occupa e quali finalità ha il Piano Regolatore di una città? Se esaminiamo i Piani di Padova degli ultimi decenni, sino al Piano degli Interventi del 2014, non è difficile osservare che aspetti centrali della pianificazione sono stati la zonizzazione funzionale di sempre nuove aree di espansione urbana, le regole edificatorie, la localizzazione di nuove infrastrutture e servizi, a cui è corrisposto un progressivo incremento della rete viaria. Nonostante alcuni interessanti studi sulle aree periurbane effettuati nel 1985 da un gruppo di ricercatori coordinati da Giovanni Abrami, poca o nessuna attenzione è stata invece prestata al territorio rurale, considerato quasi esclusivamente come spazio di riserva per futuri programmi di edificazione ed urbanizzazione.
Un territorio quindi, quello rurale, sempre più frammentato e nel quale, anche per effetto delle attese speculative indotte dall’apparentemente inarrestabile crescita insediativa, le attività produttive connesse all’agricoltura sopravvivono a stento o sono state del tutto abbandonate.
Il Piano del Verde recentemente predisposto dal Comune di Padova ed il nuovo Piano degli Interventi, elaborato attraverso un confronto costante con il Piano del Verde, propongono, da questo punto di vista, una radicale e positiva inversione di tendenza. Per la prima volta la tutela del territorio rurale e la promozione di nuove forme di agricoltura urbana, così come la riqualificazione ambientale e la progettata costruzione di una organica rete ecologica, tendono a divenire uno dei temi centrali della pianificazione, la struttura portante di una nuova concezione dell’organismo urbano.
Il Piano del Verde propone una approfondita analisi di tutte le aree ancora utilizzate a fini agricoli o riconvertibili a tal fine, degli orti privati e sociali, della morfologia e del paesaggio caratterizzanti le diverse parti del territorio, dei segni della storia da tutelare e delle valenze ecosistemiche attuali e potenziali connesse ai diversi sistemi di coltivazione. Un’analisi che si traduce nella proposta di una strategia di tutela, potenziamento e riconversione dell’agricoltura urbana e periurbana, sinteticamente riassumibile in sette punti: l’agro-forestazione nelle aree in cui prevale una coltivazione a seminativo semplice; l’implementazione del sistema bordocampo, attraverso la messa a dimora di nuove siepi campestri e la creazione di fasce tampone; la valorizzazione degli elementi del paesaggio agrario ed il miglioramento dell’agro-ecosistema; la formazione di “parchi agro-urbani” negli spazi coltivati a ridosso del tessuto cittadino, nei quali promuovere pratiche di agricoltura multifunzionale e la formazione di filiere corte per la commercializzazione dei prodotti; la diffusione dell’orticoltura anche in ambito urbano; la creazione di nuove centralità e la formazione di una organica rete di mobilità dolce a servizio delle attività agricole e per favorire una più stretta integrazione tra città e campagna..
Il Piano del Verde, per propria natura, ha principalmente un valore gestionale, tende a fornire delle linee guida, a coordinare ed orientare i provvedimenti operativi e l’azione dell’Amministrazione Pubblica, propone un quadro di riferimento anche per i privati, ma non può vincolare le singole aree urbane a specifiche destinazioni d’uso. E’ quindi essenziale che gli indirizzi strategici proposti trovino corrispondenza negli strumenti urbanistici, ovvero in particolare nel Piano degli Interventi.
Da questo punto di vista un aspetto fondamentale del nuovo Piano degli Interventi è costituito dall’aver previsto di destinare a fini agricoli circa 3,8 milioni di mq (388 ettari) di aree in precedenza destinate, dal vecchio PRG e dal Piano degli Interventi lasciato decadere nel maggio scorso, a nuove urbanizzazioni private. In aggiunta alla cancellazione della quasi totalità delle zone di espansione, l’eliminazione dalle previsioni di piano di molti interventi infrastrutturali e viabilistici e di alcune opere non più attuali (in primo luogo tutta l’area di Padova ovest dove il vecchio piano proponeva di localizzare il nuovo polo ospedaliero) fa sì che complessivamente vengano restituiti a fini agricoli o comunque a vincolo di verde privato circa 7,6 milioni di mq di territorio comunale.
Al tema del Paesaggio agrario e degli spazi aperti il nuovo Piano degli Interventi dedica un apposito Elaborato D5, composto da una Relazione e da una serie di schede che riprendono gli indirizzi e le prescrizioni del Piano del Verde, così come fa il Titolo IV – Territorio rurale e paesaggio agrario del “Prontuario per la Città dei rioni, la Qualità architettonica e la Mitigazione ambientale”. Speciali norme di tutela sono d’altra parte previste per le case coloniche aventi requisiti di particolare pregio architettonico o storico documentale, mentre le aree inedificate rimarranno tali.
Di particolare interesse è infine la norma che prevede la possibilità per il Consiglio Comunale di individuare e perimetrare specifici ambiti territoriali nei quali istituire aree a parco agro-paesaggistico, ambiti per i quali dovranno essere predisposti appositi Piani Guida unitari e Programmi d’Intervento secondo le linee guida definite dal Piano del Verde.
Sergio Lironi, presidente onorario Legambiente Padova
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