Alberi e sicurezza idraulica non sono incompatibili

La necessità di un percorso partecipativo è la richiesta emersa dal convegno sul tema dei tagli a raso che il Genio Civile pratica sugli argini.

 

“Sicurezza e salvaguardia ambientale delle vie d’acqua” è il titolo del convegno tenutosi sabato 15 gennaio alla Fornace Carotta organizzato dal “Comitato Argini di Padova e provincia”, nato nell’aprile 2021 alla luce delle proteste di numerosi cittadini in seguito ai danni provocati agli argini dalla manutenzione ad opera di ditte incaricate dal Genio Civile.

Particolarmente esplicativo il sottotitolo: “Qual è la corretta gestione della manutenzione degli argini lungo le vie d’acqua per garantire la salvaguardia dell’ecosistema? Affrontiamo l’argomento con particolare attenzione verso persone, abitazioni, flora e fauna che vivono in questo territorio”.

Chiara Gallani, Assessore all’Ambiente del Comune di Padova, ha portato un breve saluto e lasciato la parola al caposettore ingegner Dell’Innocenti che ha sottolineato l’urgenza di migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni e dell’importanza della qualità dei lavori effettuati lungo le rive dei canali interni alla città.

Di come sono cambiate nel tempo le priorità delle persone rispetto alla manutenzione del territorio lungo le sponde del Piovego ha ragionato Alberto Barausse, Ricercatore dell’Università di Padova – Dipartimento di Biologia: da quando negli anni ‘60 i canali sono stati tombinati per far posto alla città che avanzava, è via via cresciuto il degrado di queste aree. Altre concause di peggioramento sono state la sempre minor disponibilità di organico da parte delle Istituzioni e la conseguente minor manutenzione e pulizia delle aree. L’intervento si è concluso con linvito ad instaurare dei tavoli dincontro tra varie istituzioni: dal Comune di Padova ai Comuni limitrofi, dal Genio Civile ai Consorzi di Bonifica, ma anche dall’ Università alle Associazioni ambientaliste, per creare delle sinergie comuni per la tutela e la difesa di aree importanti per il benessere del territorio.

Ha parlato poi Dario Smania, presidente della Cooperativa Sociale Piovego, presentando il progetto promosso in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente ed in essere ormai da quattro anni, per la pulizia e la manutenzione dei canali interni di Padova, utilizzando barche e attrezzature non impattanti adatte ad un territorio particolarmente fragile.

Molto apprezzato l’intervento di Gianni Tamino, noto biologo, già parlamentare europeo ed impegnato nelle vertenze ambientali del nostro territorio da più di quarant’anni, che ha evidenziato il ruolo importantissimo che hanno gli argini come corridoi ecologici sia per le piante sia per gli animali e di come questi territori siano reti di ecosistemi complessi la cui cura non può risolversi con operazioni solo meccanicistiche: «C’è un’unica salute ambientale – ha spiegato Tamino – che può svilupparsi all’interno di un ecosistema sano unito ad una biodiversità quanto più diversificata. In questi ultimi anni si è rivelato prezioso l’inserimento di colonie di animali in via di estinzione, che mantengono questi importanti equilibri ecologici». Infine, interessante la sottolineatura che studi recenti ribadiscono l’importanza di avere tanti alberi lungo i canali e i fossi sia per salvaguardare le sponde sia per ombreggiare la terra e anche l’acqua.

Luigi Gennaro, dirigente del Consorzio Bacchiglione, ha ripreso il concetto di “manutenzione gentile” accennato da Tamino, spiegando che dalla prossima primavera gli interventi che verranno effettuati dai Consorzi lungo le vie d’acqua di secondo livello, canali minori e fossi, saranno improntati a una manutenzione meno invasiva, tenendo conto sia delle esigenze di sicurezza idraulica che della salvaguardia dell’ecosistema puntando anche sulla preparazione tecnica delle maestranze.

Sandro Ginestri, Presidente di Legambiente Padova, ha sottolineato come il tema della gestione delle alberature lungo i corsi d’acqua sia molto sentito in tutta la Regione, ed ha elencato quattro aspetti su cui è necessario impegnarsi per un miglioramento:
1.la cura ordinaria, da contrapporre ad interventi emergenziali, perché non fare nulla per anni e poi intervenire pesantemente danneggia l’ecosistema e non rispende a criteri di sicurezza idraulica;
2.l’approccio multidisciplinare che tenga conto della sicurezza idraulica ma anche della biodiversità, della lotta ai cambiamenti climatici, del paesaggio, coinvolgendo nella progettazione degli interventi figure professionali afferenti a diverse discipline;
3.la guida e il controllo degli interventi programmati, molte volte lasciati alla libera esecuzione di ditte appaltartici che spesso non hanno le competenze o l’interesse per svolgere i lavori in maniera adeguata;
4.l’informazione alla cittadinanza, per annunciare e spiegare gli interventi, dando la possibilità ad associazioni e cittadini di avanzare eventuali osservazioni in fase preventiva.

Presente anche il Comitato Popolare “Lasciateci Respirare” di Monselice e la vicepresidente Christianne Bergamin ha raccontato della valenza ricreativa degli argini e delle vie d’acqua come percorsi ciclabili e pedonali, ma anche dell’importanza del mantenimento del paesaggio agrario, ora stravolto dal passaggio a un’agricoltura sempre più intensiva. Ne è l’esempio la coltivazione dell’asparago sotto una copertura di plastica che rende il territorio più impermeabile e sempre più povero e arido.

L’ultimo intervento è stato quello del giornalista Renato Malaman, che ha raccontato la storia della legge approvata nel 1971 per disciplinare l’escavazione sui Colli Euganei che stavano per essere distrutti dalle cave di trachite e dall’escavazione per la produzione di calce e cemento. Gli organizzatori hanno ritenuto opportuno questo intervento per ricordare una storia di salvaguardia ambientale partita dal uno dei primi esempi di cittadinanza attiva e che via via ha coinvolto l’opinione pubblica, le istituzioni, la politica fino a diventare legge.
Ai margini del convegno sono intervenuti anche i consiglieri regionali Fabrizio Boron della maggioranza e Arturo Lorenzoni della minoranza. È stato loro chiesto un impegno affinché la Regione Veneto, a cui il Genio Civile fa riferimento, emani delle linee guida per la gestione della sicurezza idraulica lungo le vie d’acqua principali che non prescindano dagli aspetti di biodiversità, corridoi ecologici, manutenzione gentile: tutti elementi emersi nel corso del convegno.

In sala era presente la Direttrice del Genio Civile di Padova, ingegnere Sarah Costantini, insediatasi il primo dicembre 2021. Purtroppo, l’interlocuzione che in questi anni hanno cercato di avere semplici cittadini, associazioni ambientaliste, ma spesso anche le stesse amministrazioni comunali si è sempre rivelata molto difficile con quest’Ente che si è spesso trincerato dietro una cortina di riservatezza e quasi mai ha mostrato disponibilità ad aprirsi al dialogo in nome della sovraordinata sicurezza idraulica richiamata dal già citato Regio Decreto del 1904. La neo direttrice per ribadire l’assoluta importanza della salvaguardia del rischio idraulico ha rievocato la disastrosa piena del 2010 che tanti danni ha provocato nella nostra provincia e in altre città del Veneto dimenticandosi che il fenomeno citato non si può certo imputare alla presenza degli alberi, bensì è stato determinato da eventi metereologici sempre più estremi riconducibili all’attività dell’uomo come la massiccia impermeabilizzazione del suolo provocata dalla continua cementificazione.
Gli organizzatori hanno quindi voluto cogliere il segnale della presenza della Costantini come un primo passo per un possibile dialogo che non può che portare ad un miglioramento ambientale nel pieno rispetto della salvaguardia dal rischio idraulico.

Anna Daminato, Presidente del Comitato Argini Padova e Provincia
Mauro Dal Santo, redazione Ecopolis
foto: andreatosatophotographer