Coalizione Civica: prima il programma, dal basso. Quale il rapporto con l’associazionismo?

20161223_083911[1]Tanta la partecipazione alla prima assemblea di Coalizione Civica lunedì scorso che i promotori hanno dovuto, per prima cosa, chiedere scusa alle 40-50 persone che, per motivi di sicurezza, sono rimaste fuori dalla sala Anziani, gremita ben oltra la capienza ufficiale.

Purtroppo o per fortuna la sala era strapiena”. Ma queste persone hanno mancato, loro malgrado, solo il primo di una serie di appuntamenti: “vi invito da domani a popolare i tavoli di lavoro tematici e questo percorso. È lì che faremo la vera partecipazione” scrive a caldo Nicola Rampazzo, già portavoce di Padova2020, uno dei promotori.

L’incontro prendeva spunto dal manifesto su Padova che Padova2020 ha lanciato ai primi di novembre, pochi giorni prima della caduta di Bitonci. In quel manifesto si faceva appello al “coraggio di andare oltre le bandiere e gli schieramenti per guardarci in faccia da padovani che amano la loro città e che si impegnano quotidianamente per renderla un luogo migliore, più vivibile, più sano e più umano. Dobbiamo giocare questa nuova partita a carte scoperte, con trasparenza e partecipazione, fuori dalle segrete stanze, dai tavoli e dagli accordi riservati a pochi”.

Alcune forze politiche e sociali lo hanno colto (ad es. Sinistra Italiana, Possibile ed esponenti del PD) e, vista l’accelerazione dovuta alle prossime elezioni che si svolgeranno in tarda primavera, è stata lanciata la Coalizione Civica: l’ambizione è di costruire dal basso un programma elettorale innovativo e radicale, che individui solo in un secondo momento il nome del candidato Sindaco e di coloro che si metteranno a disposizione per attuarlo. Con forze politiche disposte a portare contributi rinunciando al loro simbolo.

Il tutto partendo da 6 temi, declinati in maniera molto larga, poco più che dei titoli. Sono lo stop al consumo di suolo e la rigenerazione urbana; la lotta al degrado e alla povertà attraverso un nuovo modello di servizi; una mobilità integrata per migliorare la qualità della vita; investimenti comunali e nuovo modello di sviluppo che generi lavoro; la trasparenza e la partecipazione dei cittadini; l’esigenza di un circolo virtuoso tra scuola, università, cultura.

Si possono leggere nel manifesto di convocazione (scaricabile qui). La precisazione programmatica è ciò che viene affidato ai gruppi di lavoro, da concludersi entro i primi di febbraio come precisa Lorenzo Villani, giovanissimo giurista, che preside l’assemblea ed ha il compito di illustrare le regole dei lavori da qui ai prossimi mesi (“mi aiuto con una slide, ma non tutto è deciso, è uno schema che come promotori vi portiamo”). Una scadenza è chiarita subito: solo a metà febbraio avverrà l’individuazione del candidato a Sindaco della coalizione.

Sono stati oltre 30 gli interventi che, anche se costretti in 3-4 minuti l’uno, hanno arricchito punti del manifesto oppure approfondito la valenza politica. Fra chi ha preferito concentrarsi sul metodo e aspetti strategici ricordiamo Luciano Greco, militante dichiarato del PD, che ricorda che in CC si partirà “dal cosa serve, oltre ad avere un impegno gravoso: decidere lo schema della coalizione ed abbattere i personalismi”; Francesco Bicciato e Marco Almagisti che convergono sulla constatazione che questa è una città già ricca di competenze (“il tessuto del III settore, l’università che produce innovazione alla quale bisogna tornare ad agganciarsi”), Marina Molinari (“mi aspetto che anche l’associazionismo voglia ricoprire un ruolo da protagonista”). Invece Elena Ostanel, Stefano Pieretti e Roberto Ongaro insistono sulla questione lavoro (“i comuni hanno delle competenze, possono favorire incubatori d’impresa o attrarre risorse, come a Milano” ma su quanto serva “investire sulla macchina amministrativa comunale, da tempo bistrattata”). Mentre Andrea Ragona, Franco Zecchinato e Luca Trivellato hanno insistito sulla necessità di un progetto di città che abbia l’ambiente al centro, con una sostenibilità ambientale che diventa anche economica e sociale (genera lavoro, equità, salute e diritti). Tutta la serata, durante la quale è circolato molto spesso l’invito all’unità, è scaricabile come video da qui.

L’appello apparso in FB pochi minuti dopo la fine dell’incontro si rivolge, soprattutto, al gruppo meno presente, gli under 30: “da domani ci servirà anche il vostro aiuto, soprattutto se siete giovani e questa città la volete cambiare sul serio. Abbiamo fatto un primo passo, mettendo al centro della scena politica le cittadine e i cittadini. È da domani che inizia il vero lavoro, è domani che ci attendono le difficoltà”.

Ecopolis dopo le festività, inizierà a seguire questo esperimento di democrazia dal basso, tutto incentrato sui cittadini che fino adesso ha lasciato più sullo sfondo il rapporto con il III settore ed il volontariato organizzato, senza chiarire le modalità di un possibile confronto.

In generale rispetto alla campagna elettorale riproporremo le tematiche (e le urgenze) della sostenibilità e daremo spazio a chi le assume come asse della propria azione.

Infine solleciteremo molte di quelle realtà associative, patrimonio della città. Tre i quesiti che vogliamo porre: le priorità che si ritiene imprescindibile affrontare; le soluzioni che si vorrebbe veder adottare ed infine se, e come, si mettono a disposizione per risolvere le questioni aperte.

Andrea Nicolello, redazione ecopolis

2 thoughts on “Coalizione Civica: prima il programma, dal basso. Quale il rapporto con l’associazionismo?

  1. è necessaria una posizione chiara e credibile sull’ospedale e inoltre suggerirei un gruppo di lavoro specifico sul quartiere arcella.

  2. Ho dato uno sguardo al sito Padova2020 e devo dire che è davvero ricco di contenuti; in fatto di mobilità si vede che chi scrive conosce l’argomento.
    Dovrebbero secondo me individuare delle priorità perché attuare tutto quel programma è davvero tanta roba.

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