Uno dei diritti fondamentali dei cittadini è avere la possibilità di godere degli spazi e dei monumenti che appartengono alla comunità diversificata e composita. Siamo quindi tutti chiamati a prendercene cura, perché il valore che attribuiamo ad un monumento ne determina la sua tutela.
L’attenzione verso i nostri monumenti, quindi, non deve più essere solo di competenza del pubblico specializzato, ma deve essere praticata da tutti i cittadini.
Comprendere e comunicare il processo creativo porta ad apprezzare ogni opera, tanto antica quanto contemporanea, come serbatoio incessantemente ricco di significati e possibilità suscitate di volta in volta da chi vi si accosta.
Il concetto di tutela non si esprime in un’unica azione, ma nasce da un complesso di attività finalizzate a garantire la salvaguardia del territorio: individuazione, catalogazione, studio, e conservazione.
Considerando l’etimologia di monumento (in latino mŏnēre =ricordare) è chiaro che si intende un ammonimento del passato per il presente, quindi, il monumento non è solo un’opera architettonica, ma in senso più ampio è tutto ciò che testimonia memoria, la nostra memoria.
Palazzi, oratòri, chiese, affreschi e collezioni non sono soltanto polverosi documenti, ma caleidoscopi che restituiscono uno spazio articolato e attuale entro cui promuovere eventi originali nel rispetto della loro natura.
Ogni azione di tutela trova il suo completamento nella valorizzazione: non basta attuare generici programmi di salvaguardia per preservare le caratteristiche del nostro patrimonio. Per garantire la piena dimensione culturale dei nostri monumenti è necessario favorirne la fruibilità e la comprensione a tutti i cittadini. Il fine ultimo della valorizzazione è la fruizione, quindi, l’uso che può farne la collettività. La valorizzazione rafforza il legame tra bene e collettività, è una rete di collaborazioni.
La tutela, per capacità e forze economiche, è di competenza esclusiva dello Stato, mentre la valorizzazione è aperta a tutti i cittadini. Tutti noi abbiamo il diritto di promuovere iniziative che possano portare alla fruizione del nostro patrimonio, indipendentemente dal colore politico, vivificando invece un terreno comune.
Come afferma Carlo Tosco “la valorizzazione risulta effettivamente efficace se non è localizzata e frammentata, ma se assume una portata di sistema, cioè, raccorda i beni culturali in un quadro unitario di progetto, promosso dalle istituzioni chiamate a governare il territorio.”
Padova è una città ricca di testimonianze. Il gruppo Salvalarte di Legambiente Padova, come molte altre associazioni, cerca di rendere fruibile questa memoria aprendo gratuitamente quelli che si sono definiti “monumenti minori” della città, ma possono esistere Memorie minori?
Quello che ci aspettiamo da queste elezioni è che la cultura sia considerata in modo trasversale e non sulla base di chi vincerà. Ogni progetto culturale dovrebbe essere valutato per il contenuto e l’apporto che può dare alla città. Padova vanta già un episodio notevole: il riconoscimento UNESCO per il patrimonio pittorico ad affresco del Trecento. Un progetto passato attraverso diverse amministrazioni, che ha visito riunirsi attorno ad un tavolo diverse realtà per conseguire un obiettivo comune. Un eccezione per la città di Padova? Questa sinergia tra diverse realtà deve essere alla base del dialogo per far crescere le varie declinazioni della cultura nella nostra città.
Ci auguriamo quindi che, oltre a quanto scritto nei vari programmi culturali dei candidati sindaco, ci sia apertura verso nuove proposte e accoglienza verso idee diverse.
Tiziana Mazzucato – responsabile Salvalarte
n.b. l’impegno dei volontari di Salvalarte per garantire la fruibilità cresce. Con l’arrivo dell’estate, via San Francesco rivela, anche in orario serale, alcuni tra i suoi tesori nascosti. Dal primo giugno sino alla fine di agosto, ogni giovedì sera, dalle 20.30 alle 22.30, i volontari aprono al pubblico l’oratorio di S. Margherita e la Scuola della Carità (ai numeri civici 51 e 63 della via), piccoli edifici che racchiudono notevoli ricchezze artistiche e storiche: pregevoli opere d’arte settecentesche compongono un’armonia di colori e forme a S. Margherita, mentre nella Scuola della Carità risplendono gli affreschi cinquecenteschi di Dario Varotari. L’entrata è gratuita. I volontari Salvalarte sono a disposizione per informazioni e brevi visite guidate.