Il Consiglio Comunale ha approvato il blocco delle perimetrazioni d’ambito, finalizzate alla presentazione dei piani urbanistici attuativi, sia all’interno che all’esterno degli ambiti di urbanizzazione consolidata.
È un ulteriore tassello della strategia dei piccoli passi adottata dall’attuale amministrazione per cercare di limitare il consumo di suolo all’interno dei confini comunali.
Ciò in attesa della variante al PAT (Piano di Assetto Territoriale) che il Comune dovrà approntare dopo che sarà stato definitivamente approvato il provvedimento della giunta regionale, che ha ripartito per ambiti sovracomunali omogenei e per singolo Comune la quantità massima di suolo consumabile fino al 2050, anno di stop definitivo al consumo di suolo deciso dalla Commissione Europea.
Il primo passo di questa strategia è stato quello di escludere le zone di perequazione ambientale ed integrata dall’ambito di urbanizzazione consolidata, che era stato proposto in prima istanza dall’ufficio competente. Così facendo si è inteso salvaguardare tali zone dagli effetti della L.R. n. 14/2017 sul consumo di suolo che ammette, all’interno degli ambiti di urbanizzazione consolidata, tutti gli interventi previsti dallo strumento urbanistico generale, ancorché comportanti la distruzione di aree verdi.
Con la delibera approvata nell’ultimo Consiglio Comunale si interviene nei confronti di un altro passaggio della legge regionale: quello che fa salvi dalle limitazioni che riguardano il consumo di suolo i piani attuativi per i quali siano già stati approvati gli ambiti di intervento. Anche in questo caso la decisione del comune è di buon senso in quanto, bloccando le perimetrazioni d’ambito, salvaguarda dalla trasformazione urbanistica tutte le aree attualmente inedificate che sono potenzialmente lottizzabili.
Si tratta ovviamente di una misura temporanea per permettere di affidare alla futura variante del PAT la decisione sul dove e come utilizzare la quantità di suolo consumabile che la Regione avrà previsto per Padova. Tale quantità è stata comunque già ufficiosamente indicata nel Provvedimento della Giunta regionale di attuazione della L.R. 14/2017, che è in attesa della ratifica da parte della competente Commissione consiliare. Si tratta peraltro di un valore massimo di quantità di suolo consumabile; valore che il Comune potrà anche ridurre qualora un’analisi aggiornata e seria delle dinamiche dello sviluppo della città suggerisse una decisa riduzione dell’eccessiva capacità insediativa prevista dalla vigente pianificazione.
Nulla osta quindi che l’Amministrazione comunale inizi fin da subito a ragionare su come impostare la revisione del PAT per un progetto di città eco-sostenibile, che parta dal ruolo vitale (ai fini eco-sistemici e sociali) del territorio inedificato, delle infrastrutture verdi e delle aree boscate, dell’agricoltura urbana e periurbana, delle periferie storiche come patrimonio urbano di valore, mettendo in gioco anche gli stessi PUA in itinere, laddove compromettano aree inedificate importanti per la resilienza dei quartieri periferici. Il fabbisogno abitativo della futura città andrà prevalentemente affidato alla riqualificazione ed alla rigenerazione urbana, che sono promosse con opportuni incentivi dalla stessa legge regionale, partendo anche dal fatto che nel breve periodo il fabbisogno potrà essere assicurato dall’offerta di abitazioni esistente sul mercato immobiliare e dall’attuazione dei PUA già approvati e non ancora realizzati.
Ma la revisione del PAT non è sufficiente: bisogna ragionare in termini di città policentrica, concordando con i Comuni della Comunità Metropolitana la distribuzione della popolazione che interesserà nel tempo l’intera conurbazione padovana. Ciò al fine di evitare il disordinato sviluppo che c’è stato nei comuni contermini e la dispersione edilizia che ne è conseguita. È necessario quindi mettere mano anche al PATI (Piano di Assetto Territoriale Intercomunale), che andrà integrato con i tematismi della residenza e dell’agricoltura, colpevolmente esclusi nella prima stesura.
Indubbiamente una notevole mole di lavoro che però potrà contare su procedimenti agevolati; a patto di non rinunciare a quella condivisione delle analisi e delle proposte che è l’unico strumento per costruire un progetto di città che veda tra i protagonisti anche gli stessi cittadini.
Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova
Troppo tecnico il linguaggio.