Rischio idraulico: soluzione idrovia

immagine cabrelle ritagliataIl dr. Pietro Casetta, che si occupa di comunicazione giornalistica e rapporti con le istituzioni, a seguito della polemica sorta tra il senatore Massimo Bitonci e l’assessore Andrea Micalizzi, dopo la recente piena del Bacchiglione, ha posto alcuni quesiti, che chiamano in causa la Regione.

Il primo quesito riguarda il programma di attuazione delle opere necessarie per porre in sicurezza l’intero sistema fluviale veneto. Opere puntualmente individuate dallo studio che è stato redatto, dopo gli allagamenti del 2010, dal prof. D’alpaos e da altri specialisti, su richiesta della Regione.

Il secondo quesito riguarda lo studio di fattibilità del completamento dell’idrovia, consegnato da mesi alla Regione dallo studio di ingegneria idraulica Rinaldo, ma che giace, secretato, nei cassetti dell’ing. Tiziano Pinato della Direzione Regionale Difesa del Suolo.

L’ultimo quesito riguarda gli strumenti urbanistici che Regione e Comune intendono adottare per porre rimedio all’eccessiva urbanizzazione, che di fatto ha accentuato il rischio idraulico per il territorio e l’incubo dei cittadini per i danni che subiranno in caso di esondazione.

In attesa che le istituzioni rispondano in modo compiuto, possiamo tuttavia già citare il comunicato stampa n. 810 del 17 maggio 2013, in cui il presidente Zaia ha così definito le esondazioni dello scorso mese: “un’altra catastrofe come quella del 2010, forse non delle medesime dimensioni per quanto riguarda la superficie colpita, ma dal punto di vista dell’avversità atmosferica assolutamente sì e anche peggiore”. Ha poi comunicato che i bacini di laminazione che salveranno Vicenza sono in fase di appalto, ma che,per mettere in sicurezza l’intero Veneto, sono necessari poteri eccezionali e soprattutto finanziamenti statali per coprire i 2,7 miliardi di euro quantificati dai tecnici; il bilancio regionale, che prevede di stanziare annualmente 50 milioni di euro per la difesa del suolo, è chiaramente del tutto inadeguato per risolvere il problema.

Preso atto delle limitate capacità finanziarie della Regione, ricordiamo però che Zaia i poteri speciali li ha avuti, quando, dopo l’alluvione del 2010, è stato nominato Commissario Straordinario, per cui è sconcertante che, a distanza di tre anni, i bacini di espansione nei comuni di Caldogno, di Trissino e Arzignano, non siano stati realizzati ma siano solo nella fase di appalto.

Ma è ancora più sconcertante l’inerzia della Regione riguardo all’ipotesi di completamento dell’idrovia Padova – mare: un’opera che, come dimostrato dagli studi del prof. D’Alpaos, è in grado di abbattere in modo significativo il rischio idraulico nel territorio padovano e veneziano. Ebbene lo studio di fattibilità dell’opera, sollecitato dal comune di Padova e da molti sindaci della riviera del Brenta, è stato consegnato nell’autunno dello scorso anno ma non è ancora stato esaminato dal Consiglio Regionale.

Un’inerzia ingiustificata che conferma l’atteggiamento a dir poco equivoco che la Regione ha sempre avuto sull’idrovia. Ricordiamo che, dopo l’alluvione del 2010, non potendo evitare di confrontarsi con quanto proposto dal prof. D’Alpaos, l’assessore Chisso aveva ipotizzato di prolungare l’idrovia, con funzione di scolmatore delle acque di piena, fino all’innesto sul canale Novissimo, che da Mira raggiunge Chioggia. Resosi conto dell’insostenibilità di quella proposta, l’assessore si è impegnato per il completamento del canale idroviario, nella classe V di navigazione chiesta da D’Alpaos, senza però rinunciare alla camionabile. Ora, forse, lo studio di fattibilità ha accertato che le due opere, come molti sostengono, non possono convivere e si sta cercando di prendere tempo. Ma il rischio idraulico incombe e di tempo da perdere non ce n’è, per cui se si deve rinunciare ad una delle due infrastrutture, questa è senza dubbio la camionabile, opera giudicata da molti, e noi con quelli, inutile e dannosa.

Per quanto riguarda l’ultimo quesito posto dal dr. Casetta sull’eccessiva urbanizzazione del territorio, anche in questo caso aspettiamo che il governatore Zaia, ma anche il comune di Padova, escano dagli annunci ed approvino finalmente la moratoria edilizia sul consumo di suolo.

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Per approfondire la polemica tra Bitonci e Micalizzi leggi qui l’articolo di Casetta

Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova