Ridiamo ossigeno ai quartieri

Un dossier analizza il possibile futuro sviluppo dei rioni Stanga e San Lazzaro. Proposte e criticità.

 

 

Pubblicato il dossier del progetto “Ridiamo ossigeno ai quartieri”, realizzato da Legambiente in collaborazione con il Forum Disuguaglianze e Diversità, e il sostegno dei  fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese. Le attività hanno coinvolto tre quartieri di Padova, Roma e Napoli, in una percorso di ricerca su come incrementare la ricchezza comune nelle città, per migliorare la qualità di vita e per una maggiore giustizia sociale e ambientale.

A Padova, dove il progetto ha coinvolto i rioni Stanga e San Lazzaro, la scuola e la comunità locale hanno avuto un ruolo centrale nelle attività svolte (ne abbiamo parlato qui Il Futuro è condiviso). Una particolare attenzione è stata rivolta inoltre agli importanti processi di trasformazione che nel prossimo futuro coinvolgeranno questo quadrante urbano. La sfida, anche in termini di contrasto alle disuguaglianze, sarà fare in modo che questi progetti si integrino con il tessuto locale, anziché aumentarne ulteriormente l’isolamento dal resto della città. Un isolamento che va superato favorendo la mixitè funzionale, ripensando i luoghi e le funzioni, per portare la ricchezza comune anche dove non te l’aspetti.

Ecco alcuni quesiti e spunti emersi grazie alle tavole tematiche realizzate nel corso del progetto:

Il nuovo ospedale comporterà un forte consumo di suolo togliendo al quartiere la vasta area verde oggi rimasta a nord di S. Lazzaro. Sarà in grado di prevedere spazi verdi ad uso pubblico che possano compensare almeno in parte questa perdita? Saprà offrire dei servizi socio sanitari di prossimità in un quartiere che ne è sostanzialmente privo?

Il finanziamento della nuova linea del tram, ottenuto grazie ai fondi del PNRR assieme alla nuova stazione ferroviaria prevista a San Lazzaro, saranno sufficienti ad offrire un servizio di trasporto pubblico adeguato alle esigenze di una zona già oggi così fortemente congestionata?

La Bicipolitana che prevede la creazione di nuovi tratti ciclabili e la risistemazione di quelli esistenti per formare una rete integrata di mobilità dolce, potrà incidere almeno in parte sull’isolamento che caratterizza questi rioni?

La nuova questura che sorgerà sulle ceneri delle palazzine di Via Anelli, segnerà indubbiamente una svolta simbolica per l’ex ghetto cittadino, ma saprà integrarsi con il contesto o rimarrà una caserma chiusa in se stessa? Le persone che vi presenteranno servizio abiteranno in quartiere o sarà solo uno dei tanti posti di lavoro isolati dal contesto che già affollano questa zona?

Sarà possibile ridurre l’enorme quantità di rifiuti che si vorrebbero bruciare nell’inceneritore di San Lazzaro che, con la recente autorizzazione alla quarta linea, potrà smaltire il 60% dei rifiuti secchi residui di tutta la Regione Veneto, in un’area fortemente urbanizzata a due passi dal nuovo ospedale?

Depavimentazione e alberi, saranno i protagonisti del progetto per la riduzione dell’isola di calore di Piazza Savelli, una delle più grigie e scarne piazze cittadine. Un intervento in forte discontinuità rispetto alle politiche urbanistiche del passato. Resterà un caso isolato o che segnerà l’avvio di un nuovo modo di progettare lo spazio pubblico?

Ciò che sta avvenendo oggi con il parcheggio di Piazza Savelli, potrebbe avvenire un domani anche in situazioni più complesse? Ad esempio il Centro Giotto, che ha storicamente contribuito a svuotare il quartiere soffocando le piccole attività commerciali di prossimità, è però oggi un indubbio punto di riferimento per molti abitanti ed esprime potenzialità di incontro ed aggregazione che varrebbe la pena esplorare. Interessante in quest’ottica è l’esperienza dello Shopville Le Gru di Grugliasco (TO) che si è aperto ad un intervento sperimentale di “educativa di galleria” in collaborazione con il Tribunale dei Minorenni di Torino.

Il dossier completo è scaricabile qui: Ridiamo Ossigeno ai quartieri

Sandro Ginestri, Presidente Legambiente Padova