La Giunta Comunale di Padova con la delibera del 24/2/2015 ha deciso la soppressione del Settore Verde, Parchi, Giardini e Arredo urbano, separandone le competenze e affidandole a Settori diversi.
Ora la progettazione del verde pubblico rientra nel Settore Ambiente e Territorio, mentre la manutenzione è passata al Settore Opere Infrastrutturali, Manutenzione e Arredo urbano.
Si tratta di una decisione che ha suscitato preoccupazione per la qualità del verde cittadino, notevolmente migliorato negli ultimi decenni, col grande progetto unitario del Parco delle acque e delle mura:un anello verde continuo che, attraverso corridoi ecologici e percorsi ciclo-pedonali, collega giardini storici e contemporanei, lungo-fiumi e aree dedicate allo sport, orti urbani e parchi agricoli, realizzato grazie al fatto che il verde pubblico è stato gestito per trent’anni da un’unica struttura che si è occupata di pianificazione, programmazione, costruzione, gestione e cura del verde, come avviene nelle città italiane ed europee dove si praticano le procedure più avanzate in materia.
Il Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova dal 1992 ha invitato a tenere delle lezioni l’architetto paesaggista tedesco Klaus Jürgen Evert, fino al 2010 direttore del Servizio Parchi e Giardini di Stoccarda, città all’avanguardia nella progettazione e cura del verde pubblico. Dopo questi suoi interventi è iniziata una proficua collaborazione con il Settore verde di Padova che lo ha coinvolto nell’ideazione del Parco d’Europa, moderno giardino multifunzionale, sorto sull’area rigenerata dell’ex-Snia Viscosa. Abbiamo quindi chiesto proprio a lui, a Padova in questi giorni per il XXV corso del Gruppo Giardino Storico, cosa ne pensi sulla divisione delle competenze del Settore verde.
Secondo l’architetto paesaggista, il verde è una priorità per il benessere dei cittadini e chi amministra una città deve tenere conto di quanto esso sia sinonimo di qualità di vita. È indispensabile che in una grande città moderna vi sia un Servizio che tratti in modo unitario le tematiche del verde. Separare la progettazione dalla gestione significa perdere qualità, controllo, aumentare i costi: già nell’atto della progettazione devono essere previsti modi e tempi di manutenzione, garantendo così i principi stilistici e funzionali dell’opera.
Inoltre, sempre secondo J. K. Evert, il Servizio spazi verdi deve avere un proprio budget, in quanto il Capo settore delle Infrastrutture o dell’Ambiente ha altre priorità rispetto a quelle del verde, senza contare la differenza di approccio fra tecnico del verde e tecnico delle Infrastrutture. Se si tiene poi conto del cambiamento climatico in atto, è necessario programmare un aumento del verde, per abbassare la temperatura e offrire possibilità di ombreggiamento. Tutto ciò richiede progettazione e coordinamento unitari, per garantire efficienza e qualità negli interventi.
Da un punto di vista economico non è da sottovalutare il fatto che la vicinanza a spazi verdi di qualità aumenta il prezzo degli immobili. La realizzazione del Parco d’Europa, sottolinea l’architetto, ha contribuito a migliorare la vivibilità del quartiere Stanga e la presenza della palazzina che ha ospitato le attività del Settore verde ha costituito un importante presidio per il territorio, consentendo la realizzazione di manifestazioni per avvicinare i cittadini alla natura. L’allontanamento del Settore verde dal Parco d’Europa mette seriamente a rischio importanti risultati conseguiti.
Ci auguriamo che questo parere autorevole possa offrire spunti di riflessione a vari livelli, da quello dei cittadini appassionati a quello degli amministratori responsabili.
Antonella Pietrogrande – Coordinatrice del Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova
SONO FAVOREVOLE ALLA SOPPRESSIONE IN QUANTO INEFFICIENTE NELLA MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE RIVE DEI FIUMI. CON NUOVA AMMINISTRAZIONE GRANDI RISULTATI DA TANTO ATTESI.
Non so se questa decisione migliorà la situazione, certamente non la peggiorerà visto che con la passata amministrazione le aiule sembravano terreni di caccia con erba alta e verde trascurato salvo poi buttare soldi in rotonde con orti all’interno di dubbia utilità estetica anch’essi abbandonati al loro destino.
addirittura.
e ora el xe un mona sto evert. no xe vero che ghe voe un setore a posta. copiare da chi che fà mejo no serve. forse si confonde una gestione non all’altezza(?) con la necessità di un modello organizzativo adeguato ad una città che fa del verde una sua priorità. certo se la priorità sono gli accattoni o le auto che devono arrivare ovunque, va ben cossì. un altro punto a favore de chi che ghe gera prima.
beh l’attuale amministrazione ha dato questi buoni risultati con le stesse strutture della precedente, potremmo quindi pensare che il problema non fosse il “Settore Verde, Parchi, Giardini e Arredo urbano” ma che questi abbiano dato i risultati previsti nella tabella di marcia dei lavori programmati.
ovviamente pensare che trattare il verde alla stregua di una strada significa che le care rive dei fiumi aspetteranno che tutte le buche in giro per Padova siano state sistemate…
auguri!
siamo sicuri che non la peggiorerà mettere nello stesso calderone,strade, edifici pubblici, verde etc etc… siamo sicuri che chi farà manutanzione riuscirà a dare un feedback a chi progetta per evitaredi ripetere errori simili?
son contentoche lei abbia questa certezza!
Le “culture primitive” , spesso in carenza di validi mezzi operativi, per tanti motivi hanno sempre avuto un grande rispetto per il verde pubblico. Le civiltà ( che possiamo legittimamente chiamare tali) in seguito, hanno sempre cercato tutti gli strumenti ( sia tecnici che di conoscenza, arte, filosofia ecc.) per far fronte ad ogni evento e rinnovarsi oltre che progredire. Le possibilità di successo quindi dipendono solo dalla efficienza di questi strumenti” pratici e simbolici ” , non certamente dalla figura particolare che si è assunto l’onere, in una certa fase, della difesa dello stato civile. Occorre quindi che ogni Amministrazione che aspiri e voglia essere chiamata civile, sia attiva e operante in tutti i campi della ricerca scientifica, avendo ben chiara la consapevolezza delle limitazioni e insufficienze metodologiche sempre possibili. Tutto ciò costituisce l’indice oggettivo che misura il grado di civiltà suo e di conseguenza dei suoi cittadini in ambito storico. Per questo fatto si deve attendere il maggior contributo alla costruzione della civiltà di un gruppo sociale solo dai membri più ” qualificati” .
Silvio
Certamente primitivo non è sinonimo di incivile; mi sembra siamo proprio d’accordo Silvio. Chissà se la signora Buso ha letto le dichiarazioni dell’arch. Elvert e quali tesi abbia in animo di contrapporgli. Non vorrei mai si pensasse che la cura, progettazione, manutenzione del “Patrimonio verde” di un luogo si esaurisse nello sfalcio dell’erba lungo le rive. Lo sfalcio è certamente importante, ma è una micro parte dell’argomento.