Si riaccende il dibattito sulla fattibilità del progetto del nuovo ospedale di Padova dopo la bocciatura da parte della Corte dei conti dei project financing.
Legambiente aveva già sollevato la questione con la pubblicazione di un articolato dossier (che puoi trovare QUI) dove particolare attenzione era stata data alle questioni della localizzazione del nuovo ospedale, le modalità con cui sono stati trovati i fondi e gli elevati costi di attuazione della proposta. In merito alla localizzazione appaiono estremamente critiche le problematiche di mobilità e sicurezza idraulica.
L’area destinata alla realizzazione del nuovo ospedale è infatti soggetta a problemi di ristagno idrico che potrebbero essere risolti con lavori di messa in sicurezza della zona il cui costo è stato stimato in 65 milioni di euro, che ricadrebbero tutti sul Comune di Padova.
Si tratta inoltre di una località non servita dai mezzi pubblici ed inserita in un complesso sistema di mobilità: è bene infatti sottolineare che l’attuale sistema delle tangenziali si trova già in situazione di sofferenza nelle ore di punta, per cui non è scontato che possa sopportare anche il traffico indotto dal nuovo polo ospedaliero. Si deve poi tenere conto della presenza del vicino stadio che, in occasione di grandi eventi, può mettere in tilt il sistema viabilistico circostante rendendo problematica la gestione delle urgenze.
Altra gravosa questione quella dei considerevoli costi dell’opera il cui finanziamento è previsto tramite project financingad iniziativa privata, meccanismo, questo, dove la concorrenza viene fortemente limitata. Inoltre, come viene ben descritto nell’articolo del 21 febbraio 2014 sul Mattino di Padova di Roberta de Rossi, questo meccanismo tende ad avvantaggiare i privati che, forti delle ristrettezze economiche che gravano sul settore pubblico, possono impostare i progetti di finanza in modo che le convenzioni risultino decisamente sbilanciate a favore dei proponenti.
Nello stesso articolo vengono riportate le parole del procuratore Carmine Scarano – a partire dalle inchieste in corso (sono cinque) sulla costruzione dell’ospedale di Mestre, il S. Angelo: «Per lo più accade che il privato si assume solo il rischio di costruzione e per il resto si tutela bene inserendo nel contratto clausole che di fatto annullano i rischi, ad esempio con penali contenute, insignificanti. L’opera finisce così per costare molto di più del previsto aggravando il debito dell’ente pubblico».
Il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, nel sopracitato articolo del Mattino, ha sottolineato l’allarmante quadro che vede il malaffare espandersi in tutti i livelli dell’amministrazione e una società che con troppa facilità accetta come ineluttabili e quasi giustificate queste dinamiche della macchina amministrativa.
Sempre Buscema ricorda come la criticità del sistema normativo determinerebbe il moltiplicarsi delle prassi e delle interpretazioni, incrementando in misura esponenziale incertezze, clientele, contenziosi: sarebbe dunque opportuno redigere norme chiare in materie come urbanistica e appalti.
sintesi a cura di Giulia Morrone, redazione di ecopolis
Finalmente! Parole chiare.
E dopo anni e anni e anni di sollecitazioni e proteste (e silenziamento – in un modo o nell’altro- dei dissenzienti…), e posizionamenti vergognosi della politica padovana e veneta (anche quella di…”opposizione”……) la quaestio del projet financing esce allo scoperto.
Che sia diventata di dominio pubblico lo si deve alla bellissima mobilitazione che ha avuto in Don Bizzotto il motore propulsivo.
Gianni
La domanda sorge spontanea: cosa ne pensa Ivo Rossi, candidato Sindaco del Centro Sinistra?
E Barbara Degani attuale – ed ultima – Presidente della Provincia di Padova?
Anche i candidati, quando ci saranno, del centro destra farebbero bene a chiarire le loro posizioni nel merito del vademecum della Corte dei Conti.
Non deve rimanere un problema del Luca Zaia.
ps: se anche l’Università di Padova volesse battere un colpo non sarebbe male, essendo una dei sei firmatari del contratto – progetto – bando basato sulla finanza di progetto per il nuovo ospedale a Padova
La questione Ospedale a mio parere va ripensata dall’inizio. Da medico che ci ha lavorato vi assicuro che l’attuale ospedale principale della città presenta delle criticità importanti. Che a Padova ci sia bisogno nel medio-lungo periodo di un nuovo ospedale è fuori discussione. Che vada fatto fuori dal centro cittadino per limitare gli accessi inutili al pronto soccorso anche ( ci ho lavorato in pronto soccorso so quanto sia una perdita di tempo visitare gente con l’influenza o il raffreddore…, quando potrebbero consultare il proprio medico di base). Che non vada fatto in project finacing è poco ma sicuro, per fortuna la Corte dei Conti ci è venuta incontro.
Ecco, il tutto va ripensato con serenità di giudizio. E’ ovvio che un’opera così importante attrae appetiti illeciti. Non dimentichiamoci che siamo diventati terra di conquista di organizzazioni criminali di livello, sono pronto a scommettere che se e quando (si spera di no!!!) partirà Veneto City le uniche cose certe non saranno costi e tempi, ma le inchieste della magistratura.