Padova: urbanistica senza pudore

suolo beneIl 30 aprile scorso è stato presentato dal Sindaco al Consiglio Comunale, il Documento Preliminare relativo alla Variante al vigente Piano degli Interventi, finalizzata a definire le modalità di attuazione delle scelte strategiche del PAT – Piano di Assetto Territoriale – e a dare risposta alle circa 500 richieste di intervento, formulate da cittadini e da altri soggetti interessati.

I contenuti di tale documento non affrontano il problema del sovradimensionamento del PAT e rischiano anzi di determinare un aumento della già abnorme volumetria realizzabile sulla base delle previsioni del vigente PI.

Ricordiamo infatti che il PAT prevede nel decennio 2008-2018 un’alluvione di quasi 4.700.000 metri cubi di cemento, giustificati da un aumento di popolazione di più di 24.000 abitanti. Eppure, analizzando i dati relativi alla popolazione di Padova dal 2007 al 2014, si vede come gli abitanti siano passati da 210.173 a 211.210 con un incremento quindi di soli 1.037 abitanti, in 7 anni, rispetto ai 24.000 previsti su base decennale. Questo dato evidenzia come le proiezioni demografiche siano clamorosamente sbagliate e come il volume edificabile programmato in loro funzione sia assolutamente ingiustificato.

Che i conti siano inesatti è noto anche all’amministrazione comunale, tant’è che nella relazione che accompagna il Documento Preliminare si afferma che a fronte della potenzialità di sviluppo urbanistico edilizio già prevista dal Piano degli Interventi vigente e dagli strumenti urbanistici-attuativi […], obiettivo della Variante è il contenimento dell’espansione dell’edificabilità”.

A questa dichiarazione d’intenti non fa seguito però alcun atto concreto, in quanto se da un lato si afferma di voler bloccare il volume aggiuntivo previsto dal PAT (e ci mancherebbe!), dall’altro viene confermato in toto il volume residuo del vecchio P.R.G. che è pari a oltre 2.600.000 mc, per un incremento di più di 13.000 nuovi abitanti. Inoltre, per accogliere le domande dei cittadini, la soluzione individuata è stata quella di concedere ai richiedenti una “contenuta” estensione di superficie edificabile, erosa da aree ad oggi inedificabili, ma se questi nuovi volumi fossero aggiuntivi rispetto alla capacità residua del vecchio P.R.G., il Sindaco smentirebbe se stesso usando parte di quel volume in più che si era impegnato a non toccare. Senza contare il fatto che questo atteggiamento creerebbe un pericoloso precedente per altre richieste di tipo speculativo alle quali sarà poi difficile sottrarsi.

Ma c’è un altro punto che non condividiamo ed è quello in cui si afferma, con riferimento alle zone di perequazione, che le norme verranno riviste, ma non modificate nelle potenzialità edificatorie. Potenzialità edificatoria che non vi è ragione di confermare, laddove si potrebbero restituire quelle zone all’uso agricolo e a quel Parco Agro Paesaggistico Metropolitano, più volte sollecitato anche a questa amministrazione.

In conclusione, la Variante al Piano degli Interventi non fa chiarezza sugli obiettivi di contenimento del consumo di suolo e non riconosce, ne pone rimedio, all’errore commesso nel dimensionamento del PAT. Se a tutto questo si sommano poi gli effetti del Piano Casa che, in deroga alla pianificazione comunale consente di ampliare fino all’80% l’esistente, aggiungendo altra volumetria a quella già prevista, non si può non constatare che nei prossimi anni l’equilibrio biologico ed idraulico del territorio verrà ancor più compromesso.

Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova

ps: ecco qui le osservazioni di Legambiente Padova al Documento Preliminare di Variante al Piano degli interventi. Sono ancora in bozza, ma cambieranno di poco da qui al 4 giugno, termine della scedenza di presentazione