Nuovo Ospedale sul vecchio: ecco perchè

ospedale padovaAttraverso il voto Padova aveva indirettamente manifestato la volontà contraria al trasferimento della sede ospedaliera e in favore del rinnovamento del complesso Giustiniani, molto amato per l’alta efficienza, l’essere vicino al centro cittadino che lo rende facilmente accessibile. I vantaggi delle ristrutturazione sono moltissimi.

Da tempo è stato deciso di migliorarne le potenzialità affinché possa continuare ad essere centro di riferimento per l’alta specializzazione nel Veneto; nel documento Patavium, approvato dalla Giunta Regionale nel dicembre 2008, il Gruppo di lavoro incaricato aveva stabilito la piena fattibilità di una profonda ristrutturazione.

Il riordino e il rinnovamento funzionale delle strutture esistenti avrebbe dovuto procedere secondo un progetto che prevedesse di realizzare le opere in modo programmato, per consentire la continuità delle attività, con evidenti vantaggi per i servizi e per gli utenti e l’ulteriore utilizzo di strutture, impianti, attrezzature tecnologiche ancora valide.

Una scelta importante anche per la valorizzazione di un bene patrimoniale prestigioso, evitandone l’abbandono e un eventuale degrado. Gli edifici più antichi, vincolati per il loro valore storico-ambientale, continuerebbero ad essere utilizzati e conservati, così il Policlinico e il Monoblocco ospedaliero, in grado di corrispondere pienamente ai bisogni assistenziali, mentre gli altri edifici staccati potrebbero essere rinnovati o ristrutturati secondo criteri di razionale utilizzo degli spazi e miglior funzionalità dell’insieme.

Inoltre consentirebbe la gradualità nei finanziamenti e una forte riduzione nei costi rispetto a quelli richiesti per il completamento di tutte le opere dirette e indirette di un ospedale nuovo.

Contrariamente all’impegno assunto in campagna elettorale, il Sindaco si è affannato ad individuare l’area per poter costruirne uno nuovo; decisione conseguente alla determinazione del Presidente della Regione, che ha dichiarato: “abbiamo stabilito che la ristrutturazione non è competitiva, lo dicono i tecnici, è un problema superato quello del rifacimento dell’esistente”. Opinione affrettata e fuorviante, che non tiene conto di condizioni obiettive importanti. A conferma di ciò sarebbe utile mettere a confronto tutti i principali elementi per stabilire il reale rapporto costi-benefici delle due opzioni.

Uno dei principali punti da considerare, sul piano tecnico sanitario organizzativo, è la collocazione dei servizi, che per l’esistente è quanto di meglio si possa desiderare grazie alla facile accessibilità, mentre assolutamente peggiorativa sarebbe la sede indicata in periferia est, zona San Lazzaro, che è da scartare anche per la mancanza di altri requisiti indispensabili, richiamati da una specifica normativa della Comunità Europea.

Le Autorità dovrebbero affidare ad un esperto lo studio accurato dell’esistente e la elaborazione di un attento progetto di rinnovamento strutturale e organizzativo, in collaborazione fra tecnici e responsabili delle unità operative, in analogia a quanto è stato fatto a Verona e si sta facendo a Treviso.

Questa scelta, opportuna sul piano generale, appare compatibile con l’accordo fra Regione e Università per il funzionamento della rinnovata Azienda Sanitaria Ospedaliera, attualmente in corso di elaborazione (l’attuale superficie complessiva è di 350.000 mq, la volumetria è di oltre 900.000 mc, sufficiente ai bisogni). Una decisione diversa che comporti cambiamento di sede dovrebbe, secondo la normativa europea, essere sottoposta ad una consultazione cittadina.

Se venisse deciso di trasferire a tre chilometri di distanza dal centro cittadino tutti i servizi di assistenza specialistica ospedaliera con ricovero e senza, più quelli collegati di insegnamento universitario e di ricerca scientifica, sarebbe problematico assicurare una normale affluenza alla massa di persone, oltre 10.000 al giorno, che vi fa riferimento attualmente, data la viabilità già al limite; sarebbe inaccettabile soprattutto per i malati che hanno bisogno di cure urgenti.

Oltre a mettere in difficoltà la popolazione che ha bisogno delle prestazioni ospedaliere e a determinare enorme danno alla città e al suo prestigio, l’allontanamento in periferia del Polo della Salute e le difficoltà per raggiungerlo peserebbe molto negativamente anche sul gran numero di studenti, che hanno il loro “campus” diffuso in città e sulla funzionalità delle scuole universitarie collegate, che avrebbero difficoltà a integrarsi con gli altri Istituti per le attività e per gli orari.

Tullio Todesco, medico ex dirigente area specialistica Organizzazione dei Servizi Sanitari

6 thoughts on “Nuovo Ospedale sul vecchio: ecco perchè

  1. Perfettamente d’accordo su tutto. Totalmente deludente il comportamento di Bitonci, forse sovrastato da interessi piu’ grandi di lui.
    Noi cittadini dovremmo unirci contro questa decisione e chiedere un referendum. E’ allucinante come ci passi sempre tutto sopra la testa.

  2. Più che d’accordo con te, Monica! Purtroppo le false promesse elettorali non dovrebbero più sorprenderci, ma ovviamente indignano a morte ogni volta sempre di più.
    Mi piace la tua idea di un referendum: quanto meno possiamo calcolare quante saranno le voci contrarie…

  3. Sono daccordo per un referendum visto che le promesse elettorali fatte con determinazione sono andate in fumo. Forse i giochi sono gia’ fatti e decisi dai poteri forti come sempre avviene nel nostro paese. Possiamo comunque tentare
    e far sentire la nostra voce!

  4. E intanto siamo in 4, Monica, Elena e Cinzia: si comincia sempre dal basso… 😉
    Che questa nostra proposta passi ora a chi ha i mezzi e le capacità per organizzarla: che ne dice la Redazione?

  5. Ci son anchio, ma lo perderemo.
    Avete troppa e ingiustificata fiducia nei vs. concittadini.
    A meno di non usar toni demagogici altrettanto penosi di chi ci avversa.
    Queste cose sull’ H. si son dette da anni e anni -vi fornisco la letteratura se volete-
    ma loro son sempre andati dritti lo stesso.
    Immaginate il perchè.
    G.

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