La cooperativa sociale AltraCittà, in collaborazione con la casa circondariale di Padova e Ristretti Orizzonti, ha inaugurato il primo febbraio un laboratorio per la digitalizzazione di tutti gli atti dei procedimenti penali degli anni settanta a carico degli appartenenti alle forze eversive e terroristiche.
E’ la parte operativa del progetto Digit che nasce grazie al Centro servizi culturali ed informativi per le carceri ed il territorio ed è stato finanziato dalla Cassa delle Ammende. Un ruolo tra i promotori è ricoperto anche dall’Associazione “Casa della Memoria del Veneto” nata per dare forma a una rete di supporto, auto-aiuto, riconoscimento che si è intessuta negli anni tra alcune vittime del terrorismo ed esponenti della società civile interessati ad approfondire la conoscenza sugli anni Settanta e disposti a farlo tenendo in considerazione la necessità di riconoscimento delle vittime.
L’aspetto più importante del progetto di digitalizzazione è che, ad occuparsi della salvaguardia della memoria della nostra storia recente, sarà un gruppo di detenuti, previamente formati che darà, così, la possibilità a studiosi od anche a semplici cittadini di approcciarsi in maniera più semplice ed immediata ad una documentazione, fino ad oggi, di difficile reperibilità e lettura. Gli atti, disponibili per storici e privati, saranno quelli che gli inquirenti hanno realmente utilizzato per imbastire le indagini ed i procedimenti processuali penali.
Questa iniziativa è stata fortemente voluta nell’ambito del progetto Rete per non dimenticare, che ricomprende gli Archivi di Stato, le Soprintendenze Archivistiche, gli Archivi privati, i centri di documentazione e le associazioni.
Il laboratorio è stato pensato nell’ottica di riqualificazione delle persone detenute, con una funzione realmente rieducativa della pena. Essi, infatti, attraverso la loro opera, forniranno un enorme servizio alla comunità ed acquisiranno una professionalità che gli darà la possibilità di essere inseriti nel mercato del lavoro.
Quest’iniziativa è davvero molto importante ed ha potuto essere realizzata grazie agli operatori, che lavorano in una realtà di estrema difficoltà, provocata anche dal sovraffollamento dell’istituto di pena; situazione che, purtroppo, non si discosta da quella di altre realtà carcerarie italiane.
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Sintesi a cura di Dafne Crea, Redazione di Ecopolis
Un progetto bellissimo! Da far conoscere.
Gianni Buganza, Padova -It