Meno timidezza nella proposta del Sindaco

Al via l’iter per il nuovo Piano degli Interventi di Padova, lo strumento che programmerà il governo del territorio nei prossimi 5 anni.

 

 

Finalmente ha inizio l’iter per il nuovo Piano degli Interventi di Padova, lo strumento che programmerà il  governo del territorio comunale nei prossimi 5 anni e che speriamo possa dare un importante contributo alla riconversione ecologica della nostra città. Il primo passo sarà la presentazione in Consiglio Comunale del Documento del Sindaco con le indicazioni su priorità di intervento ed effetti attesi, che faranno da premessa alla stesura del Piano.

Dal Documento emergono alcune proposte che fanno ben sperare, come quella di ripensare la qualità dell’abitare attraverso la logica del borgo urbano, ossia di zone con un’autonomia di servizi che consenta a tutti di potervi accedere entro un raggio temporale di 15 minuti, a piedi o in bicicletta. Una riposta alle esigenze emerse con forza durante la pandemia attraverso una città policentrica dove i quartieri diventano nuove centralità urbane.

Altro tema positivo è quello della forestazione urbana e dei corridoi verdi e blu con l’obiettivo di fare di Padova un modello di sviluppo per la riduzione delle emissioni climalteranti e di costruzione di un nuovo equilibrio tra città, ambiente e paesaggio. Protagonisti saranno il Parco delle mura e delle acque nell’area centrale, mentre un secondo grande anello verde si svilupperà attorno alla città e lungo i suoi canali,  e nella fascia più esterna si prevede l’attuazione del piano agropaesaggistico metropolitano.

Tra gli obiettivi vi è poi quello di perseguire la transazione verso una mobilità sostenibile, attraverso l’incentivazione di un trasporto pubblico a basse emissioni, il potenziamento di punti di interscambio all’ingresso della città, il completamento della rete ciclabile esistente, l’istituzione di aree Low Emission e di Zone 30.

Non mancano alcune previsioni che ci lasciano invece perplessi, prima fra tutti la timidezza con cui viene affrontato lo stop alla cementificazione delle aree verdi con l’intenzione dichiarata di ridurre progressivamente la “trasformazione” delle aree agricole all’interno dei limiti fissati dalla Regione, che prevede l’azzeramento del consumo di suolo dopo il 2050. Per una città con ha il triste primato veneto del 49,5% di suolo già cementificato, è necessario darsi degli obiettivi ben più ambiziosi di quelli Regionali che rischiano di essere del tutto inadeguati. Esistono ancora aree verdi che il Comune di Padova è disposto a perdere? Servono nuove case, nuovi spazi commerciali, nuovi capannoni? Quanto è grande il patrimonio edilizio che non verrà rigenerato finché si potrà costruire in terreni vergini? Queste sono alcune delle domande su cui crediamo ci si dovrebbe soffermare maggiormente per definire non il limite massimo di suolo consumabile, ma se e quanto si vuole ancora costruire per davvero nelle aree verdi.

Maggiore attenzione crediamo andrebbe data anche al tema della partecipazione, risorsa indispensabile per un nuovo progetto condiviso di città. Il Documento la prevede e alcuni processi di ascolto sono già stati avviati, ma è urgente definire con chiarezza modi e tempi con cui si vuole di dar vita al coinvolgimento dei cittadini e bisogna dargli il giusto peso nel condizionare le scelte che verranno poi fatte.

Se le finalità espresse nel Documento del Sindaco nel complesso ci appaiono certamente condivisibili, crediamo ci sia ora molto da lavorare su come verranno applicate nella redazione del piano vera e propria.

Sandro Ginestri, Presidente Legambiente Padova