Alì trasforma 12mila metri quadri di terreni agricoli alle porte di Abano e ne vorrebbe altri 150mila a Granze. Troppo cemento in un territorio che soffoca
Quest’anno aprirà un nuovo ipermercato Alì alle porte di Abano Terme, costruito su 12mila metri quadri di terreni agricoli. Una colata di cemento e asfalto impressionante che si può osservare facilmente dalla direttissima per Abano o provenendo dalla Mandria. È per rifornire più comodamente strutture come questa e altri 2-3 nuovi supermercati da aprire ogni anno, che Alì vorrebbe realizzare un ampliamento del suo magazzino di via Svezia a Padova, per farne un grande hub logistico che cancellerebbe altri 150mila metri quadri di terreni agricoli a Granze di Camin.
Le associazioni di categoria padovane fingono di non vedere il nesso tra il nuovo magazzino e i nuovi iper/supermercati, tanto che oggi sono addirittura a favore dell’hub di Alì, mentre qualche anno fa si opponevano all’Aliper di Abano.
Nicola Rossi di Confesercenti denunciava come nella provincia di Padova avessimo raggiunto i 538 mq di grande distribuzione organizzata ogni mille abitanti e fossimo prossimi a superare ogni record, mentre Patrizio Bertin di Ascom si diceva convinto che non ci fosse bisogno di cementificare il territorio e dileggiava il curioso siparietto di chi si schiera contro i centri commerciali quando è all’opposizione per poi diventare fautore delle grandi strutture di vendita quando è in maggioranza. Oggi invece, assieme a Confindustria, stanno addirittura a fare il tifo per il nuovo magazzino di Alì tanto da dichiarare a riguardo che senza investimenti come questo Padova morirá. Come se il magazzino non cementificasse un’enorme quantità di terreni agricoli e non servisse a rifornire proprio quella grande distribuzione organizzata e quei centri commerciali che tanto criticavano.
Dal canto suo Alì minaccia inevitabili ripercussioni dovute al necessario spostamento della sede logistica e di centinaia di collaboratori, se il Comune di Padova non approverà il suo progetto. Eppure Alì non è certo destinata a chiudere i battenti se questo progetto non andasse in porto. Anzi, negli ultimi anni ha comunque continuato a crescere ed ad aprire un paio di supermercati all’anno pur senza avere un unico magazzino centrale ma utilizzando magazzini separati. Se vorrà andarsene da Padova in caso di mancata approvazione del progetto sarà libera di farlo, ma si assuma almeno la responsabilità di voler spostare sedi e collaboratori perchè vuole aumentare ulteriormente i propri margini di profitto con un unico magazzino centrale realizzato altrove a scapito dei lavoratori. Una scelta non certo inevitabile se si hanno davvero a cuore gli interessi del territorio.
C’è però anche chi non si rassegna allo strapotere di Alì e porta avanti una tenace battaglia in difesa di quel po’ di verde che ci è rimasto. Sono gli amici del Circolo Wigwam Il Presidio di campagna e del Comitato cittadini di Granze di Camin, che hanno raccolto la solidarietà di migliaia di cittadini e di 40 associazioni locali e che, questo sabato 11 maggio, organizzano un dibattito sulle ragioni del sì e le ragioni del no al progetto di ampliamento di via Svezia, previsto per le ore 17 in piazzetta Beffagna con la partecipazione di alcuni consiglieri regionali e comunali. Qui il programma dell’evento.
Sabato 11 maggio, ci sarà anche la nostra biciclettata Orme verdi, per corridoi verdi e blu, con partenza dal Parco iris, simbolo dell’impegno cittadino contro il consumo di suolo. Percorreremo l’argine del Roncajette e la cintura verde della ZIP, arrivando così nei terreni su cui è progettato il nuovo hub logistico Alì di via Svezia dove gli amici del Circolo Wigwam e del Comitato ci aiuteranno a conoscere meglio questi luoghi. Chi vorrà potrà fermarsi ad assistere al dibattito in piazza Beffagna.
Vi aspettiamo dunque sabato 11 maggio, alle 16 al Parco Iris, ingresso di Via Forcellini. Per info e adesioni è possibile scrivere a circolo@legambientepadova.it o compilare l’apposito modulo di iscrizione.
Sandro Ginestri, Vicepresidente Legambiente Padova