Continua il nostro viaggio tra le librerie indipendenti padovane. Vere bricole per viaggiatori resi immobili, ascoltiamo le voci di Lìbrati e Pangea.
Ad un anno dall’annuncio improvviso del lockdown, e di nuovo in “zona arancione”, dopo quella di Limerick e Pel di Carota (le trovate qui) vi proponiamo le testimonianze di altre due librerie indipendenti padovane: la libreria delle donne Lìbrati e Pangea, l’ormai storico punto di riferimento per chi ama leggere ma anche viaggiare.
«Stavamo facendo un corso in presenza in libreria quando lo scorso anno una nostra corsista veneziana ci ha annunciato che avevano chiuso l’aeroporto di Venezia e da lì, in qualche modo, niente è stato più come prima – ci racconta Ilaria, di Lìbrati – Non solo da un punto di vista personale ma anche per il modo con cui da quel momento si è avviata una trasformazione del nostro lavoro in libreria e della libreria stessa da cui, in parte, sappiamo non si tornerà più indietro. Dopo un iniziale periodo di smarrimento generale, di annullamento di tutti gli eventi previsti, abbiamo iniziato a riprendere i corsi usando le piattaforme di videoconferenza: ci aspettavamo una timida adesione e invece tutti le iniziative proposte, sia laboratoriali, sia gli eventi legati alla lettura hanno visto una grande partecipazione del nostro pubblico. Aprendo le porte virtuali della libreria a molte e molti che abitano distanti da noi, in qualche modo – ci spiega Ilaria – abbiamo portato Lìbrati in giro per l’Italia e non solo. Abbiamo attivato la vendita di libri online sia sul nostro sito , sia aderendo a bookdealer, una piattaforma di vendita on line che raccoglie moltissime librerie indipendenti (per saperne di più leggete anche qui), cercando di compensare il minor passaggio in libreria che, specie in alcuni mesi, è stato ridotto al minimo. Sicuramente in questi mesi abbiamo cercato di essere un po’ più presenti sui social – instagram e facebook – proponendo novità, cercando di mantenere vive le relazioni personali con chi frequentava la libreria».
«Se dovessimo fare un bilancio dopo un anno di pandemia sulla nostra attività e senza guardare altrove – conclude Ilaria – è senz’altro buono: forse a causa delle limitazioni, si sono venduti più libri. Ma rimane un anno sospeso che ha provocato danni incalcolabili per tutte quelle attività per cui non è stato possibile fare il passaggio che abbiamo fatto noi, i cui effetti non sono ancora chiari a nessuno, o forse non ci vogliamo pensare troppo. Ci auguriamo tutti di tornare presto in presenza, consapevoli che le piattaforme online sono tutt’altro dalle relazioni».
Giandomenico, della libreria Pangea, ci racconta lo stesso smarrimento: «Quando a marzo abbiamo dovuto chiudere la situazione era talmente inaspettata che per qualche giorno non sapevo veramente come far fronte ai costi della libreria, tra affitto e fornitori, e tutte le presentazioni e i festival in programma di colpo erano svaniti. Su suggerimento di un amico ho provato a “emettere” dei Pangeabond, praticamente dei buoni di acquisto anticipato, diffondendo la notizia tra i clienti e gli amici con mail e social. La risposta è stata inaspettata: in tantissimi hanno aderito generosamente accompagnando il bond con parole di stima e affetto, un calore che ha riscaldato il cuore e mi ha permesso di saldare qualche fattura. Moltissimi hanno espresso il senso di “necessità” (testuale) della mia libreria e questa è una soddisfazione che non ha prezzo».
Giandomenico prosegue: «Durante la chiusura ho effettuato, quando possibile, consegne a domicilio e spedizioni, anche ad aprile ho preferito ritardare l’apertura al pubblico di un paio di settimane, come tante altre librerie in Italia, per tutelare la salute mia e dei miei familiari, inoltre ancora non si sapeva come sanificare gli ambienti e come garantire ai clienti un ambiente sicuro. Le esigenze dei clienti/lettori sono cambiate, ovviamente. Così a giugno ho eliminato le guide di viaggio fuori dall’Italia e ho preferito espandere l’offerta di titoli su viaggi di prossimità e sostenibili, soprattutto cammini e montagna. E tanta letteratura che non riguardasse epidemie e virus. A giugno sono riuscito comunque a mantenere il piccolo festival di viaggio “Per i Monti Orfici di Dino Campana”, riducendo gli eventi e spostando tutto on line; ho comunque ho registrato un bel numero di presenze. Durante l’estate ho organizzato qualche incontro all’aperto, ma poi in autunno si è richiuso tutto e quindi anche un bel ciclo di presentazioni sulla montagna, in programma per novembre, è saltato.
Nonostante questi intoppi, l’anno si è chiuso abbastanza bene, anche grazie al fondo stanziato dal governo per le biblioteche che finalmente si rivolgevano alle librerie del territorio per gli acquisti. Superato qualche problema nelle comunicazioni ufficiali del Comune, l’iniziativa dello Stato è stata un aiuto in un autunno più calmo del solito e mi ha permesso di incontrare dei bibliotecari veramente appassionati. Spero che sia riproposta anche quest’anno. Adesso vedremo come andrà avanti questa primavera nel nostro venticinquesimo anno di vita della libreria» conclude Giandomenico.
Annalisa Scarpa, redazione Ecopolis