Nel cuore della città, in via San Francesco, davanti alla sede della Prefettura, si staglia imponente un’edicola in mattoni che ospita l’arca in cui, secondo la tradizione, fu deposto il corpo di Antenore, mitico fondatore di Padova.
Accanto a questo sepolcro possiamo osservare il sarcofago dove giace Lovato dei Lovati: studioso che nel 1257 identificò i resti mortali di uno sconosciuto con le spoglie di Antenore, dando così concretezza alle leggende riguardanti le origini di Padova.
È infatti sempre stato noto che le spoglie custodite nell’arca non appartengono al leggendario eroe troiano, ma a un nobile guerriero vissuto nel III secolo dopo Cristo. Tuttavia, grazie al mitico riconoscimento di Lovato dei Lovati, la tomba monumentale di via San Francesco richiama ancora oggi il legame di Padova con la figura di Antenore e di conseguenza con l’antica civiltà romana.
Ma chi era mai Lovato? Perché proprio a lui fu affidato il compito di identificare i resti mortali di un ignoto personaggio di alto rango? Notaio, giudice, filologo e letterato, Lovato dei Lovati (1240/41-1329), fu senz’altro una personalità di rilievo nella Padova comunale del XIII secolo, attivamente coinvolta nell’amministrazione e nella vita culturale della città.
A tal proposito gli ultimi sviluppi della storiografia ci restituiscono sotto una nuova luce la figura di questo letterato padovano. Come illustrato qui, il volume L’eccezione italiana. L’intellettuale laico nel Medioevo e l’origine del Rinascimento (800-1300), di Ronald Witt (pubblicato in Italia da Viella nel 2012) riconosce in Lovato dei Lovati il fondatore dell’Umanesimo: movimento culturale sorto in Italia, a Padova, che contraddistinse il passaggio dall’epoca medievale a quella moderna, sviluppando un nuovo modo di pensare e di considerare la realtà.
Come vari studiosi del Nord Italia a lui coevi, Lovato si dedicò alla riscoperta degli antichi autori, distinguendosi però per il proposito di imitarne lo stile, la preparazione culturale e linguistica: i suoi componimenti poetici, accurati nel lessico e nell’uso dei metri latini, ricchi di rievocazioni mitologiche e letterarie, restituirono vitalità al linguaggio musicale e ricco di sentimenti della poesia latina.
In Lovato sono evidenti gli influssi di autori come Ovidio, Orazio, Properzio, Tibullo e Stazio, mentre mancano riferimenti alla religione o a realtà trascendenti. A lui si deve anche la scoperta di preziosi manoscritti conservati nel monastero di Pomposa: opere di Giustino, di Livio e di Seneca sulle quali maturò il gusto e il pensiero degli scrittori umanisti.
A Padova Lovato dei Lovati costituì anche un circolo di letterati e di studiosi, di cui facevano parte personaggi illustri come Albertino Mussato e Rolando da Piazzola: accomunati dall’interesse per la poesia latina e per la partecipazione alla vita politica del proprio Comune. Degni di nota sono alcuni componimenti in cui il nostro giudice padovano esprime preoccupate considerazioni sulla situazione di Padova all’inizio XIV secolo.
Nel 1257 ebbe infatti un preciso significato politico la volontà di Lovato di identificare i resti di un corpo di uno sconosciuto con quelli di Antenore: ribadire con forza, anche attraverso una testimonianza tangibile, le antiche e nobili origini di Padova e richiamare a una comune eredità del passato al fine di rafforzare la coesione tra i suoi concittadini, in un momento particolarmente critico per la città, segnato dalle lotte tra fazioni aristocratiche, dopo la cacciata di Ezzelino da Romano.
Non è certo un caso se la memoria di Lovato dei Lovati, letterato e protagonista nella vita del proprio comune, è associata a un luogo-simbolo, che anche oggi richiama la Padova romana delle origini, la Padova di Tito Livio, che celebriamo in quest’anno speciale.
Silvia Rampazzo – redazione ecopolis
Per completezza riporto qui sotto un link a un articolo sui recenti restauri della tomba di Antenore, pubblicato qualche settimana fa su “Il Mattino di Padova” http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/09/19/news/risplende-la-tomba-di-antenore-dopo-il-restauro-da-50-mila-euro-1.15876057
Esplicativo e di notevole interesse anche il volume ” Sulle tracce degli antichi, Padova e Firenze e l’origine dell’umanesimo” dove il Ronald G. Witt raccoglie dopo trenta anni di studi la genesi dell’umanesimo e quindi il cambiamento della cronologia : non Petrarca, non Firenze ma Padova deve essere indicata come primo centro propulsore della rinascita delle antiche lettere.