Il sindaco Sergio Giordani ha annunciato, alcuni giorni fa, che finalmente ci sono le condizioni per realizzare il nuovo Auditorium di Padova all’interno del Palazzo Foscarini, già esattoria della Cassa di Risparmio, in piazza Eremitani.
L’accordo è frutto di un incontro che il sindaco ha avuto con diversi interlocutori, tra cui l’amministratore delegato del Gruppo Intesa Sanpaolo, che detiene la proprietà dell’immobile, e il presidente della Fondazione Cariparo, probabile finanziatrice dell’intervento.
Com’è noto, la proposta di inserire una sala per concerti all’interno di Palazzo Foscarini e di trasferirvi anche il Conservatorio Pollini era stata già avanzata, nel 2012, dall’allora sindaco vicario Ivo Rossi, come alternativa al progetto dell’auditorium di Palazzo Boschetti progettato dall’architetto Klaus Kada.
Legambiente aveva subito appoggiato la proposta di Ivo Rossi, sia perché scongiurava la realizzazione dell’ingombrante ed incongruo progetto di Kada, sia perché l’insediamento della Casa della Musica in piazza Eremitani andava a consolidare quello che l’associazione aveva definito da tempo come il Liston della cultura: una serie di poli artistici, culturali e museali di alto livello lungo uno dei percorsi storici di Padova.
La strategia di puntare sulla cultura e sulla bellezza, come volano per implementare con il turismo l’economia cittadina, ci trova pienamente d’accordo. Ma per essere vincente, deve avere una cabina di regia che abbia le idee chiare e che sappia coordinare e mettere a regime tutte le iniziative attualmente in campo.
Ci riferiamo ad esempio al Parco delle Mura e delle Acque, al ciclo pittorico trecentesco, al recupero castello carrarese e ai molti siti dimenticati di cui Padova è ricca e che sono accessibili al pubblico solo grazie all’impegno delle Associazioni che se ne stanno prendendo cura.
Questo patrimonio deve essere valorizzato attraverso un progetto che salvaguardi in primo luogo l’integrità delle bellezze cittadine e proponga una offerta culturale che, andando oltre i monumenti per cui Padova è già nota nel mondo, stimoli un turismo maggiormente stanziale che possa contare sull’ospitalità offerta da un albergo diffuso e sulle numerose attività di ristorazione presenti in città.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario puntare su un sistema di trasporto pubblico efficiente, degno di una grande città europea, e sulla creazione di itinerari tematici opportunamente segnalati, nonché sulla creazione di punti informativi dotati di sussidi multimediali, vere porte di accesso culturale alla città, posti in posizioni strategiche. Tali posizioni potrebbero essere: a sud, all’interno del frontone dell’ex Foro Boario di Prato della Valle, attualmente in corso di restauro, e a nord, nel futuro parco Tito Livio, previsto nell’ex piazzale Boschetti, recuperando a tal fine parte delle palazzine liberty attualmente inutilizzate.
Se così potrà essere aumentato il livello di eccellenza del centro storico, non si dovrà dimenticare l’obiettivo di allargare l’interesse turistico di Padova alle periferie, che dovranno essere nobilitate attraverso il miglioramento della qualità urbana ed il recupero delle eventuali valenze storiche, nonché con la creazione di centralità di quartiere in cui trasferire funzioni pubbliche in edifici di alta qualità architettonica.
sintesi a cura di Massimiliano Saltori – redazione ecopolis
per leggere l’articolo originale di Lorenzo Cabrelle fai clic qui
Penso sia un’eccellente idea. Padova città di scienza, musica ed arte ha bisogno di un Auditorium che possa contenere molte più persone delle sale plenarie già esistenti a Padova (almeno 1000 persone)