La Padova sotterranea sta riaffiorando: solo nell’ultimo periodo abbiamo avuto notizia della riscoperta del ponte Altinate, è in corso il recupero del teatro romano in Prato della Valle grazie al proscigamento della canaletta e, con agli interventi di restauro presso l’Arena, un nuovo settore, prima sepolto, è stato riportato alla luce: così si ha una percezione nuova del monumento antico.
In questo grande progetto di recupero della Padova sotterranea, nel 2018, sarà inserito anche il ponte romano di San Lorenzo, un progetto confermato proprio dal nuovo assessore alla cultura Andrea Colasio.
Le sue parole sembrano dare una risposta alla nostra richiesta del 9 marzo scorso proprio in questa newsletter: “Poiché si avvicinano le elezioni chiediamo ai futuri amministratori di Padova di dedicare attenzione al Ponte di San Lorenzo e ai vari siti di interesse archeologico, storico e artistico, troppo a lungo trascurati, […]. Chiediamo loro di considerare la cultura non solo come una voce di spesa, ma come una risorsa sulla quale investire per rendere più bella e attrattiva la nostra città […] (le ricadute positive su turismo ed economia, sull’immagine di Padova, nonché sulla qualità di vita per i suoi abitanti)”.
Ponte San Lorenzo è il ponte romano padovano meglio conservato, ed è datato tra il 40 e il 30 a.C. Il ponte, edificato con blocchi di trachite euganea e con pietra calcarea di Costozza negli intradossi, in epoca antica superava con tre arcate il Medoacus.
Dal Medioevo fino al 1959, quando il fiume venne tombinato, del ponte era visibile solamente l’arcata che superava il naviglio interno. Già nel 1938, in occasione dei lavori di ampliamento del Palazzo del Bo, il ponte venne rimesso in luce per poi essere reinterrato. Rimase tuttavia visibile grazie ad un sottopassaggio.
Dal 2006 i volontari di Salvalarte Legambiente Padova si sono occupati dell’apertura e delle visite al sottopassaggio del ponte di San Lorenzo, garantendo a tutti i visitatori la fruizione di un manufatto estremamente importante per la città.
L’attività dei volontari ha subito però una serie di interruzioni, inizialmente dovute a interventi di restauro che hanno poi portato alla chiusura di una delle entrate del sottopassaggio e all’inserimento di una lastra in vetro a copertura dell’ingresso. Questa lastra avrebbe dovuto permettere la visione dall’alto delle arcate del ponte, ma senza una costante pulizia non può essere utile allo scopo.
Le attività di Salvalarte sono riprese nel 2012, ma dopo un anno sono state nuovamente bloccate per problemi di sicurezza.
I volontari di Salvalarte sono molto legati a questo monumento e continuano a segnalare la situazione di degrado in attesa che venga fatto un intervento di restauro che lo possa valorizzare come merita.
Chiudiamo facendo, però, una nuova richiesta a questa amministrazione. Il recupero del ponte romano di San Lorenzo non dovrebbe limitarsi solo alla ristrutturazione dell’opera, ma dovrebbe essere accompagnato anche da un lavoro di sensibilizzazione che faccia crescere la consapevolezza dell’importanza di questo manufatto.
Ponte San Lorenzo sorgeva in un punto nevralgico della Patavium romana, e ancora oggi occupa una posizione rilevante nel centro cittadino, all’incrocio tra via San Francesco e Riviera dei Ponti Romani.
Bisogna considerare che oltre al ponte, il sottopassaggio di via San Francesco nasconde anche una sala, che potrebbe essere sfruttata come spazio espositivo o per conferenze, in modo da affiancare alle visite anche altre attività, così da trasformare ponte San Lorenzo in un vero e proprio polo culturale attivo e vivace.
Ora rimaniamo in attesa di vedere quali saranno i progetti per il 2018.
Tiziana Mazzucato, responsabile Salvalarte di Legambiente Padova