Il nuovo piano rifiuti, uno studio epidemiologico e un osservatorio, sono alcune delle richieste di Legambiente alla commissione VIA.
Il 31 marzo scadevano i termini entro i quali cittadini, enti pubblici e associazioni potevano presentare le osservazioni alla Commissione VIA relativa al Termovalorizzatore di San Lazzaro, sul quale pende una richiesta di ammodernamento mediante la realizzazione di una quarta linea e la dismissione delle prime due, ormai obsolete.
Sul tema Legambiente aveva già preso posizione ancora a settembre 2020, quando Hestambiente non aveva rivelato tutte le carte, e su Ecopolis eravamo usciti in seguito alla presentazione ufficiale del progetto del gennaio scorso.Le osservazioni presentate da Legambiente Padova, consultabili qui si articolano su varie questioni. Di seguito le abbiamo sintetizzate.
Legambiente ha evidenziato come si stia procedendo alla richiesta senza che vi sia una programmazione regionale definita, attraverso il cosiddetto “piano rifiuti”, attualmente scaduto, e che pertanto il contesto non è adatto a definire quale contributo debba dare l’impianto di termovalorizzazione di Padova.In un’ottica virtuosa, con una riduzione della produzione di rifiuto secco del 40%, l’impianto di Padova in una prospettiva quinquennale, con la III e IV linea, coprirebbe oltre il 60% dello smaltimento del secco residuo del Veneto; risulterebbe quindi come un enorme hub per l’incenerimento dei rifiuti solidi urbani a servizio di quasi tutta Regione, tenuto conto anche della presenza della discarica di S. Urbano, con concentrazione dello smaltimento rifiuti quasi esclusivamente in Provincia di Padova.Per questo riteniamo eccessiva la capacità richiesta in autorizzazione. Pertanto abbiamo richiesto la sospensione dell’autorizzazione in corso e che la stessa debba avvenire solo a seguito di nuova pianificazione regionale.
Per quanto riguarda le emissioni inquinanti in atmosfera è necessario considerare che la città di Padova è già tra le più inquinate d’Europa e che l’inquinamento in atmosfera reca danno alla salute dei cittadini. A tal proposito si chiede che venga eseguito uno studio epidemiologico con l’assegnazione dell’incarico ad un soggetto terzo, e che tale studio diventi parte integrante del presente iter autorizzativo e non sia fatto a posteriori. Quando e se verrà realizzata la quarta linea, a garanzia della dismissione delle prime due e per prevenire l’utilizzo in parallelo alla quarta linea, si chiede di vietare l’utilizzo dei forni delle linee 1 e 2 quando il forno della linea 4 risulta attivo, evitando così anche lo scenario previsto di cumulo delle emissioni inquinanti dovute al funzionamento in parallelo delle 4 linee.Nella valutazione dell’impatto ambientale deve poi essere considerato anche il sistema di teleriscaldamento, in coerenza con gli obiettivi 2030 delle Nazioni Unite e le delibere per un “Veneto Sostenibile” nel quale si afferma che “non è pensabile autorizzare un impianto di termovalorizzazione senza il necessario progetto di recupero del calore.
”Relativamente ai rifiuti con possibile presenza di PFAS si ritiene necessario un approfondimento scientifico supportato da un’adeguata bibliografia sul metodo scelto per la distruzione della molecola. In tal senso si chiede che non vengano autorizzati rifiuti contenenti PFAS fino a conferme scientifiche sulla metodologia di smaltimento proposta, anche in termini di quantitativi percentuali previsti.
Chiediamo poi che la commissione prenda in esame la possibilità di vincolare il soggetto gestore del termovalorizzatore a contemplare un osservatorio gestito dal Comune di Padova che veda la partecipazione degli enti di controllo e delle associazioni del territorio con il fine di verificare le caratteristiche dell’impianto, le emissioni, le provenienze, le quantità e le tipologie dei rifiuti trattati.Per permettere un processo decisionale il più̀ possibile trasparente e partecipato, si chiede infine che l’Autorità competente disponga la procedura di inchiesta pubblica, che coinvolga tutti gli Enti che gravitano intorno all’inceneritore nell’area di impatto delle emissioni, oltre che le Associazioni di volontariato portatori di interesse generale e soggetti interessati.
Legambiente Padova