Libri a Km zero, un’imperdibile mappa libraria

Libri a Km zero conclude il nostro viaggio tra alcune delle librerie indipendenti padovane per capire come hanno reagito alla pandemia.

 

Abbiamo raccolto le voci e le esperienze di Limerick e Pel di Carota (rileggile qui) e poi quelle di Lìbrati e Pangea (rileggile qui), ma in questo nostro breve viaggio non potevamo non incrociare il percorso di chi già da tempo ha uno sguardo speciale sulla cultura indipendente, partendo da Padova e spaziando ben oltre. Oggi vi presentiamo la rubrica della webzine di Radio Sherwood e “imperdibile mappa libraria” Libri a Km zero. Ce ne parla una delle sue curatrici, Cristina Caldon (roaringzelda).

Che cos’è e come nata Libri a Km Zero?

«Libri a Km zero: la guida alle librerie di fuoriporta è una rubrica della webzine di Radio Sherwood e al contempo una guida, nata per dare voce alle tante librerie indipendenti disseminate in tutta Italia. Sono un tesoro di cui a volte non ci si rende conto, ognuna con una propria selezione e passione ben definite: dei veri beni essenziali. Allo stesso tempo, speriamo possa essere una guida utile per chi in viaggio per il Paese avesse desiderio di trovare posti nuovi dove acquistare libri e trovare inedite strade letterarie».

Raccontaci qualcosa di Sherbooks: a Padova “Sherwood Festival” è sinonimo soprattutto di musica dal vivo e spettacolo, ma Sherwood è anche una libreria…

«Sherwood, come dici bene, è molte cose. Molte anime che si ritrovano dopo avere collaborato durante l’intero anno solare.  Certo, musica e convivialità ma anche sport, artigianato, approfondimenti, radio e libri…  Durante il festival, nella libreria dello stand Books&Media abbiamo ospitato circa 700 volumi, cercando di spaziare dalla saggistica alla poesia, dalla narrativa ai fumetti. Una realizzazione possibile grazie alla collaborazione tra il gruppo della radio e il gruppo di Sherbooks che cooperando nel resto dell’anno danno vita, voce e podcast a presentazioni di libri, a un festival invernale (lo Sherbooks Winter Festival dedicato all’editoria indipendente) e ad articoli legati alla filiera del libro sulla webzine di Radio Sherwood».

La vostra esplorazione è partita da Padova, e non poteva essere altrimenti, ma Padova è anche una città ad alta densità di librerie indipendenti. Secondo te, cosa rende Padova tanto speciale da questo punto di vista? C’è qualcosa che trovi caratteristico delle librerie padovane rispetto alle altre che avete incontrato?

«Padova, considerata anche la sua grandezza, ha una notevole – fortunatamente! – quantità e varietà di librerie indipendenti. Credo che avere una città con una forte anima studentesca unita a festival e kermesse legate alla lettura abbia prodotto un felice substrato per permettere a tante realtà di germogliare. Se dovessi dirti una caratteristica che ho notato e che non sempre vedo altrove è l’attenzione alle scrittrici e alla “questione di genere” nelle selezioni degli scaffali».

Ci racconti come si è allargato il vostro viaggio? C’è una libreria in particolare che vi è rimasta nel cuore?

«Il motivo per cui si è allargato è che presto mi sono resa conto che realtà così legate al territorio hanno esigenze e storie diverse. Inoltre, mi piaceva l’idea di creare una guida per chi in viaggio volesse trovare un posto da scovare e poterlo fare dopo avere sentito la voce di chi lo gestisce. Davvero tutte le librerie che abbiamo contattato hanno quel quid da renderle speciali e indimenticabili. Se proprio dovessi scegliere direi On the road di Firenze. Uno spazio curatissimo, esteticamente appagante, che unisce cura nel sito e nel mondo social per portare (e ci è riuscita pure in piena pandemia!), sogni di viaggio a tutt*».

Quello che hai chiamato legame con il territorio mi sembra un punto costante anche nelle vostre interviste. C’è un esempio che voi avete trovato più interessante, più originale, più emblematico? E allo stesso tempo, oggi che il nostro modo di incontrarci è cambiato così tanto, c’è stata una risposta alla pandemia che vi ha colpito?

«Le librerie indipendenti, che non possono ovviamente contare sulla notorietà dei brand più grossi, devono fare scelte di stile ma anche di analisi dei quartieri in cui nascono. Spesso il libro si integra in una rete di rapporti che rendono la libreria punto di riferimento e stazione di partenza di vere e proprie reti di cooperazione cittadina.

Ti scelgo due esempi diversi e fantastici in egual misura. Il primo è La Scugnizzeria di Scampia che parla a un quartiere abitativamente ed economicamente in difficoltà, ricco di adolescenti a cui dare opportunità differenti e che per questo ha dato vita a corsi di teatro, sala prove ed eventi di vario genere. Il secondo è Libre! una cooperativa di Verona che si definisce “emporio culturale”; qui trovi libri usati, scaffali autogestiti da altre associazioni (come quello LGBTQI+ curato dal Centro Studi Politesse e da Arcigay Verona), corsi di yoga, spazio dibattiti.

Tutte le realtà poi hanno dovuto fare fronte alla pandemia, spesso riversando online parte dei contenuti, altre creando differenti forme di delivery service libresche. Certo un evento disastrante e impattante per qualsiasi persona come la pandemia ha particolarmente messo in difficoltà i settori culturali. Questo lo sappiamo bene; vale per le librerie e per chiunque lavori nel settore cultura e spettacolo. A seconda degli ambiti abbiamo lavoratori e lavoratrici dello spettacolo fermi da oltre un anno. Realtà come festival, kermesse e attività negoziali, come appunto le librerie, che devono affrontare ordini differenti, ma sempre impattanti, di problemi per la loro sussistenza».

Alcune puntate di Libri a Km zero sono anche un podcast ed è bellissimo sentire i vostri racconti “in viva voce”. Possiamo sperare che diventi un appuntamento fisso?

«Grazie! Sì, contiamo di ampliare e utilizzare più spesso i podcast. Potete ascoltare intanto quello dedicato all’evento librario del 2020, ovvero la piattaforma Bookdealer, e a breve anche altre interviste nei prossimi articoli».

Chi c’è dietro la rubrica? È possibile collaborare?

«Al momento, ci siamo io e Luisa (Longobucco, ndr) ma siamo sempre ben felici di avere nuove penne interessate a collaborare e segnalazioni dei vostri posti libreschi del cuore per le interviste. La webzine si occupa inoltre di musica, in vari ambiti e generi, cinema e arte è una redazione giovane e sempre ben felice di accogliere suggerimenti e nuove firme. Potete contattarci tramite il profilo facebook di Radio Sherwood oppure tramite mail press@sherwood.it».

C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma che mi avresti voluto dire?

«Sì… Quando parliamo di librerie e di editori indipendenti il rischio è che chi non si sente “lettore/lettrice forte” sia soggetto a un qualche timore. Il consiglio è di accantonarlo proprio. Le librerie, come l’editoria indipendente, sono fatte per tanti palati e gusti. Sareste forse più seguiti nell’acquisto, aiuterete senz’altro realtà del territorio e scoprirete che editori indipendenti non vuol dire sempre “micro editori”. Spesso editori indipendenti, che trovano più spazio negli scaffali delle librerie indipendenti, vogliono dire case editrici di qualsiasi fatturato e personale capace di proporvi storie e narrazioni incredibilmente disparate e bellissime».

Quindi al prossimo acquisto, se non lo fate già, date davvero una chance a loro. Vi stupiranno.

Annalisa Scarpa, redazione Ecopolis