La strumentale e dannosa polemica sugli effetti della zone30 portata avanti da chi non ha alcuna intenzione di rendere le nostre città più sostenibili e sicure
Ha suscitato grande clamore la recente notizia dello studio del MIT Senseable City Lab sulla città di Milano, secondo la cui l’interpretazione più diffusa, sia le emissioni di inquinanti e gas serra che i tempi di viaggio sarebbero peggiorati dalla riduzione del limite di velocità a 30 km/h. Questa conclusione, come vedremo un po’ forzata, è poi stata ripresa da tutta la stampa nazionale e locale, con annesse polemiche politiche più o meno strumentali in particolare da chi ha sempre osteggiato provvedimenti atti a ridurre la velocità dei mezzi a motore perché ritenuti inutili e addirittura dannosi. Purtroppo per chi ritiene che queste conclusioni siano vere, la realtà è invece differente.
Partendo dal presupposti, scontati forse ma certamente validi, che i problemi complessi vanno analizzati proprio tenendo conto della loro complessità, e che gli studi scientifici bisogna saperli interpretare, i risultati del MIT anche per via di una presentazione non proprio perfetta, hanno indotto a facili e fuorvianti conclusioni, tanto che gli stessi autori dello studio nei giorni successivi hanno ritenuto doveroso chiarire meglio i suoi risultati.
In particolare Umberto Fugiglando, Research Manager e Partnership Lead del MIT che ha seguito e gestito i dati di questo studio, ha chiarito infatti che l’impatto complessivo della riduzione dei limiti di velocità possa portare ad una riduzione netta dell’emissione dei gas, come osservato nelle altre città europee dove il limite a 30 è stato applicato, grazie al suo abbinamento ad altre misure come la promozione del trasporto pubblico e dell’uso della bicicletta, che sono parte integrante delle misure di istituzione delle città 30, che prevedono la riduzione dei limiti di velocità, però in contemporanea all’estensiva promozione della mobilità pubblica e sostenibile.
Il misunderstanding si è originato anche dal fatto che lo studio del MIT effettua una simulazione sulle velocità medie, ma non sugli effetti totali che il limite comporta. Un’auto con motore a combustione che va a una velocità media di 30 km/h emette tendenzialmente più inquinanti e gas serra di una che va a 70 km/h, ma la velocità media ei limiti di velocità sono due cose ben diverse.
Nella valutazione dello studio, che peraltro non è ancora passato alla fase di revisione scientifica (peer review), si dimentica però che il motivo principale per cui vengono istituite le zone30 è la sicurezza stradale, notevolmente incrementata da questi provvedimenti, come evidenziano tutti gli studi di settore, nonché un cambio di paradigma nell’uso degli spazi urbani, che dovrebbero essere sempre più orientati ad essere dedicati alle persone e non alle auto. Come peraltro cita anche il nuovo Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, in fase di aggiornamento, che tra le misure di intervento nell’ambito dei trasporti, indica come strategico “Introdurre misure che migliorino le condizioni sociali e ambientali delle aree urbane, come le ZTL e le Aree Pedonali, “zone a velocità 30” (…).
La nostra città ha un numero di morti e feriti che è tre volte quanto proposto dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale come obiettivo al 2030 ed è pertanto fondamentale proseguire nell’estensione e nel miglioramento delle zone30.
Infine, sul fronte tempi di percorrenza, lo studio stima un aumento dei tempi di spostamento che va dai 2 secondi, agli 89 secondi confermando quanto sempre affermato da chi sostiene la Città 30 con il limite a 30 km/h anziché 50 km/h, la differenza dei tempi di percorrenza è al massimo di qualche minuto. Non è un caso che si tratti quindi di provvedimenti sempre più diffusi e adottati da città europee come ad esempio Graz, Grenoble, Valencia e Zurigo.
Ancora un volta ci si perde in pretestuose polemiche per sottrarsi al necessario cambiamento, già in atto in realtà, per non mettere in discussione vecchi modelli di sviluppo chiaramente deficitari, che andrebbero invece superati a beneficio di tutta la collettività.
Francesco Tosato, Presidente Legambiente Padova