A tutti i padovani sarà capitato di gettare uno sguardo al Foro Boario di corso Australia, percorrendo la tangenziale, troppo velocemente per riuscire a cogliere il fascino di un luogo, la Cattedrale, che necessita di una visita all’interno.
Oggi, a fronte di un restauro eseguito da soggetti privati, una delle più prestigiose proprietà del Comune potrebbe diventare un’enorme superficie di vendita per i prossimi 50 anni.
Il complesso è stato progettato dall’architetto Giuseppe Davanzo a seguito di un concorso pubblico del 1964, utilizzando elementi prefabbricati in cemento precompresso, innovativi per l’epoca, assemblandoli con rigore geometrico per evocare suggestioni dal sapore antico. Sull’edificio principale, chiamato appunto la Cattedrale per la sua imponenza, s’innalzano le lanterne che richiamano i pennoni di una grande copertura a tenda come quelle delle feste di paese, delle fiere boarie di un tempo o di un circo a due piste.
Il progetto privato di restauro oggi mette a rischio questo bene comune: non solo la nuova viabilità e i parcheggi di servizio al centro commerciale avrebbero un costo di 8.459.000 € a carico dei cittadini ma l’accesso all’area avverrebbe unicamente dalla tangenziale attraverso un viadotto che obbligherà gli automobilisti diretti verso Chiesanuova ad un allungamento molto tortuoso del percorso.
La realizzazione di questa infrastruttura comporterebbe poi la distruzione di una vasta area alberata – da decenni riparo della fauna locale – che si trova a ridosso delle mura del Cimitero Maggiore, la cui sacralità sarebbe in questo modo violata. Non è quindi esatto affermare che questo progetto non porterà nuova cementificazione. E il viadotto creerebbe anche problemi di impermeabilizzazione del suolo: prova ne siano i due enormi bacini di laminazione previsti per la raccolta delle acque piovane.
Infine, l’insediamento del nuovo centro commerciale porterà un aumento del traffico veicolare di 3 milioni di autovetture l’anno, cui si aggiungerà il flusso diretto al Gran Teatro Geox il quale triplicherà il numero di eventi passando da 30 a 90 spettacoli l’anno. Consapevoli della pessima qualità dell’aria della nostra città, dovremmo riflettere attentamente sull’aumento di PM10 e polveri sottili indotto dalle grandi superfici di vendita e le conseguenze sulla salute pubblica. Sono temi su cui è indispensabile fare prevenzione. E chi crede si tratti di un problema periferico ricordi un solo dato: il Foro Boario Davanzo si trova a 400 metri in linea d’aria dalle mura cinquecentesche.
È tutto già deciso? No, la Variante a Piano degli Interventi per la nuova viabilità deve passare al voto in Consiglio Comunale. Saranno i nostri rappresentanti a valutare se questa sia o meno una buona scelta per la città: quello che possiamo fare come cittadini è informarci e far sentire la nostra voce.
Questo complesso monumentale è un patrimonio collettivo sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza e potrebbe ricoprire un ruolo strategico nello sviluppo della città.
Come Comitato Cattedrale Davanzo crediamo debba essere restaurato e valorizzato ad uso sociale: per poter davvero riqualificare l’area l’obiettivo è riconnetterla al resto della città. Proponiamo dunque la realizzazione di una viabilità locale con servizi pubblici, piste ciclabili, parcheggio scambiatore e postazione per il bike-sharing. Una viabilità diversa consentirebbe di preservare il verde esistente e di ampliarlo, creando un parco nell’area della cosiddetta “montagnola” o nell’area ASP dell’ex-cisterna gas, entrambe di proprietà comunale, utilizzando così gli edifici che si vorrebbero abbattere a servizio del parco stesso.
Il Comitato desidera invitare amministrazione e cittadinanza a riflettere sulle enormi potenzialità del Foro Boario Davanzo: insieme possiamo dar forma alla città che abbiamo sempre immaginato.
Enrica Guzzonato – Comitato Davanzo
N.B.: qui è possibile firmare la petizione per una viabilità diversa e rispettosa del territorio dell’area del Foro Boario Davanzo.
La cattedrale Davanzo è un bene pubblico e in quanto non può essere svilito dal profitto privato. No ad una cementificazione inaudita e ad aumento sconsiderato del traffico e dello smog in una città che è già tra le più inquinate d’Italia
“Questo complesso monumentale è un patrimonio collettivo sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza …”: quindi ne consegue che non è un edificio a rischio: sarà la Soprintendenza a tutelare la struttura e gli intenti progettuali originari dell’arch. Davanzo.
Il ridisegno della viabilità, da quello che è risultato dalle informazioni giornalistiche, sarà a spese non pubbliche ma private.
Considerando il complesso dell’investimento di Leroy Merlin (33 milioni di euro) suddiviso per i cinquant’anni di concessione risulta un canone d’affitto di 660.000 euro l’anno esclusi gli interessi che potrebbero derivare da quei 33 milioni di euro se ‘giocati’ sul piano finanziario: non si tratta quindi di un affitto irrisorio: ma soprattutto questi 33 milioni di euro si tradurranno in concretezza realizzativa e quindi in possibilità di lavoro reale: o vogliamo che i capitali si limitino a ‘giocare’ soltanto sul piano finanziario?
Un bene comune abbandonato e degradato, cadente e pericolante. La buona politica è saper far fare ai capitali privati l’interesse anche della collettività.
A Comune e Soprintendenza il compito di dare precise indicazione, vigilare e trovare funzioni innovative per gli spazi che rimangono comunali.
Il resto sono parole vuote di chi fa finta di non accorgersi che quello è un luogo a vocazione commerciale che sorge tra ferrovia e tangenziale.