I Colli Euganei sono diventati una palestra a cielo aperto: da area naturale protetta a zona in cui praticare attività sportive che danneggiano l’ecosistema
Questo è l’appello lanciato da chi i Colli Euganei li vuole proteggere. E’ ormai risaputo che le mountain bike e le e-bike, paragonabili quasi a delle moto, si fanno strada e aprono nuovi sentieri nelle aree protette, oltre a solcare i sentieri forestali adibiti agli escursionisti e alle famiglie.
Capita spesso, solo per fare qualche esempio, che nei sentieri del Monte Rua, Monte Venda, la secret Blu Line del Monte Orbieso, e le aree protette del Monte Cecilia, di imbattersi in avventurieri in sella alle loro mountain bike che arrivano a tutta velocità verso i poveri escursionisti, in cerca di natura e tranquillità. Oltre a percorrere i sentieri tracciati, i “mountain bikers” creano dei veri e propri nuovi sentieri con un grave danno alla flora e fauna e con possibili conseguenze di dissesto idrogeologico. Quando piove, infatti, i sentieri allargati a forza dalle ruote diventano dei veri e propri canali di scorrimento d’acqua.
E se da un lato il percorso della ciclabile E2 anello dei Colli Euganei (leggi qui l’articolo https://ecopolis.legambientepadova.it/un-anello-da-valorizzare/) necessita di numerosi interventi per essere valorizzato, dall’altro, molte attività di promozione e deroghe al piano ambientale sono concesse a favore delle gare di mountain bike. “Chi deve controllare autorizza e permette – affermano gli ambientalisti – queste pratiche poco ortodosse per un parco naturale, quale è quello dei Colli Euganei, candidato a diventare riserva della Biosfera Unesco.”
Tra di loro spicca la denuncia di Toni Mazzetti, naturalista dei Colli Euganei che già nel 2021 in un quotidiano locale affermava: “Oggi le mountain bike sono la devastazione”, definendo i bikers amanti del downhill “i Samurai della domenica senza rispetto e pericolosi”.
Anche Gianni Sandon, ambientalista dell’area euganea ha scritto diversi articoli in merito: “Vi è uno scriteriato uso del territorio. Al posto di valorizzarlo per le sue caratteristiche uniche ambientali, se ne fa un uso di puro divertimento mordi e fuggi invasivo e deleterio”.
Un ex campione di ciclismo, Moreno Argentin in un recente convegno di promozione dell’area euganea ammette in un quotidiano che non è possibile fare dei bike test perché area protetta “ma che gli appassionati di ciclismo escono di notte per realizzare da soli i sentieri”.
Il fenomeno si è potuto espandere perché non ci sono controlli di fatto. I sentieri mancano di segnaletica di divieto di accesso alle mtb e e-bike e, allo stesso tempo, sono state incoraggiate attività di promozione, e effettuate deroghe al Piano ambientale che vieta l’accesso alle aree protette ai riders su due ruote.
Il punto principale è che, per tutelare veramente l’intero ecosistema euganeo va fatta un’inversione di rotta e orientata la frequentazione degli mtb riders in aree adibite in zone limitrofe che non arrechino danno all’ambiente e alle persone.
Barbara Grosoli, redazione Ecopolis