Devastante ed auto assolutorio. E’ il nuovo regolamento alberi

padova_taglio_alberi_gelsiIl Gruppo di Lavoro per i TAvoli Verdi del Veneto ha analizzato lo STRALCIO REGOLAMENTO EDILIZIO” riguardante il verde urbano presentato dal Comune come allegato A della Variante del Piano degli Interventi.

Denunciamo che non è né un Regolamento Comunale per la gestione, la tutela e la promozione del Verde urbano, né un Piano del Verde e purtroppo non costituisce un valido e approfondito strumento di supporto al Regolamento edilizio per ciò che concerne le opere a verde.

Si rilevano infatti numerose e gravi carenze lontane dai criteri di sostenibilità ambientale ed energetica indicati dall’Unione Europea. Appare piuttosto come intendimento alla eliminazione delle alberature e degli ultimi cunei verdi padovani.

Innanzi tutto non si fa cenno alla presenza di “alberature salvaguardate o da salvaguardare”. I  beni  tutelati  ai  sensi  del  D.Lgs.  22/01/04 n. 42 (Codice  dei Beni culturali e del paesaggio) dovrebbero risultare evidenziati in un apposito elenco tenuto dal servizio competente, da aggiornare costantemente e di libera consultazione. Manca anche qualsiasi riferimento alle prescrizioni del Capitolato delle Opere a Verde della Regione Veneto che stabilisce criteri validi di protezione del verde che potrebbero comunque costituire un riferimento relativamente più articolato e aggiornato in materia.

Non si cita il “rilevamento e la catalogazione” del patrimonio arboreo, in particolare di esemplari notevoli e di alberature monumentali, che dovrebbe essere stato effettuato entro 31 luglio 2015 a sensi delle Legge 10/201, né si citano gli obiettivi della catalogazione. Assai grave è l’assurda inconsistenza delle sanzioni (solo da 50 a 100 euro per un albero di prima grandezza, quando il valore economico, ecologico, energetico ed estetico stimato in altri paesi è dell’ordine di 10.000-20.000 euro e oltre) a carico dei responsabili di abbattimenti o danneggiamenti del patrimonio arboreo e del verde in generale, che favoriranno una distruzione autorizzata degli alberi da parte dei cantieri stradali/edilizi approvati dal Comune.

Inoltre viene data licenza di abbattimento in aree private per le specie Populus nigra, Populus nigra “italica”, Populus x canadensis, Pinus pinea, Picea abies, in quanto considerate pericolose anche se mancano dati statistico-scientifici sull’effettivo rischio di queste specie.

Nel contempo, il Comune taglia gli alberi più resistenti al vento quali platani e bagolari solo perché essendo di prima grandezza fanno paura ai funzionari dendrofobici. Questa decisione è alquanto sorprendente e mai vista finora nelle città europee moderne e predispone ad un futuro degrado ambientale urbano.

Annotiamo che nel regolamento che mancano criteri delle percentuali di superficie coperte da alberature, relativamente a tipologie di aree quali parcheggi (si fa riferimento a un solo parametro, non sufficiente), zone residenziali private, industriali.

Inoltre va sottolineata l’assoluta mancanza di specifiche sulla partecipazione dei cittadini alla gestione del verde (soggetti ammessi, accordi, modalità di coinvolgimento), a cui andrebbe dedicato un capitolo a parte, essendo materia di grande importanza nella gestione del verde urbano delle città sostenibili.

Infine non c’è un piano né un criterio per i reimpianti degli alberi. Oggi ne vengono reimpiantati meno di quelli tagliati sulle strade residenziali.

La cosa è grave: il bilancio della CO2 richiesto per la sostenibilità richiede che gli alberi piantati assorbano tanta CO2 quanto quella dei rimossi, invece vengono reimpiantati alberi prevalentemente di terza grandezza, arbustivi, al posto di quelli di prima grandezza. Un platano maturo di 50 anni, tra i tanti tagliati senza motivo plausibile, rimuoveva CO2 e smog come circa 100 arbusti neo piantati e più di 20 alberi di terza grandezza maturi come cornioli e ciliegi da fiore. Tenuto conto che negli ultimi 4 anni sono stati tagliati oltre 1.800 grandi alberi, solo in parte sostituiti, e per lo più da arbusti, stiamo procedendo verso la desertificazione e devastazione ecologica di Padova.

In conclusione, lo stralcio conferma l’andamento degli ultimi anni, essendo totalmente privo di vere forme di tutela del verde pubblico a vantaggio di una totale libertà di cementificazione selvaggia e continuativa a spese dei residui dei cunei verdi di Padova.

E’ un regolamento di tutela soprattutto degli operatori che potranno distruggere alberature anche monumentali senza alcuna sanzione. Un sistema del tutto inapplicabile perché richiederebbe all’Ente pubblico stesso di autodenunciarsi, per di più in assenza di un regolamento del verde trasparente e pubblicamente accessibile.

Alessandro Angrilli ed Elena Macellari

per il Gruppo di Lavoro per i TAvoli Verdi del Veneto

5 thoughts on “Devastante ed auto assolutorio. E’ il nuovo regolamento alberi

  1. Mi pare ci sia di peggio (se mi passate il termine) …. Infatti se si confrontano le attuali Norme Tecniche di Attuazione con la nuova stesura delle stesse (art 16, 3.2 e 3.3) negli indici ecologici l’obbligo di piantumare alberi e arbusti, che prima era generico quindi riferito all’intera superfice di zona, viene ora riferito alla sola area privata.

    Ad es. nelle zone di perequazione integrata la norma è: 40 alberi e 60 arbusti/ha riferiti alla sola area privata. Nella zona di perequazione ambientale: 60 alberi e 80 arbusti/ha riferiti, anche qui alla sola superficie privata.
    Quindi il pubblico (il Comune, cioè noi) si “autoassolve” dall’obbligo di piantumare nelle restanti porzioni di aree in perequazione?!?!
    Ho capito bene?

  2. Grazie Gianna, pare anche a noi che sia così!
    Lo stiamo approfondendo per fare una Osservazione specifica. Se vuoi aiutarci contattaci.
    E’ una scelta probabilmente motivata dal fatto che questa amministrazione ha deciso di utilizzare le aree pubbliche derivanti dalle perequazioni anche per nuove edificazioni (crediti edilizi, leggi l’articolo di Lorenzo Cabrelle) e quindi “troppi” alberi darebbero fastidio?

  3. Non sono certo d’accordo con questa situazione, ma la preferenza accordata agli arbusti piuttosto che ai grandi alberi non è da ravvisarsi anche nel problema ‘radici’? Che, vedendo la situazione dei marciapiedi nel quartiere dove un tempo vivevo, è effettivamente un problema.

  4. Gent.le Paola,

    bisogna sfatare molti falsi miti che l’amministrazione diffonde per cercare di giustificare razionalmente tutti i tagli degli alberi. Il fatto che il Comune pianti specie di piccola grandezza, arbustive al posto delle grandi, non ha nulla a che vedere con il problema delle radici sui marciapiedi. Dimenticandosi dei moltissimi aspetti, anche economici, positivi, i veri motivi riportati dal Comune sono ridurre lo sporco e la pulizia delle foglie, evitare l’ombreggiamento delle luci stradali, la paura che i grandi alberi cadano (c’è chi ha paura che il cielo gli cada sulla testa e chi i grandi alberi, non è uno scherzo), quando i grandi alberi, se fatta una buona manutenzione, sono più stabili dei piccoli. Le specie di piccola taglia possono rovinare il marciapiede anche più di quelle di prima grandezza, i platani, alberi di prima grandezza, così odiati e tagliati dall’amministrazione hanno radici profonde che quasi mai rovinano il marciapiede. Con le buone pratiche di piantumazione ed opportuni spazi di rispetto, gli alberi piccoli o grandi che siano, non deformano i marciapiedi.

    Cordiali saluti

    Alessandro Angrilli

  5. Angrilli ha ragione da vendere.Per es. in Azienda ospedaliera son state fatte in merito cose fuori dalla grazia di dio(con le medesime “urgenze”), e ancora son in cantiere. Se ne occuperan quelli della Giotto,ennesimo braccio di CL, e giu’ alberi ancora, e va bene cosi.E tutti zitti e nessun sa niente, come sempre. E soldi.
    G.

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