Lo smog non dà tregua alla nostra città: l’inverno appena concluso è stato il peggiore degli ultimi anni: più di un giorno su due l’aria è stata fuorilegge e già a marzo è stato superato il limite massimo annuo dei 35 giorni di mal’aria.
Secondo Legambiente, per fermare l’emergenza smog serve un ripensamento radicale della mobilità, che vada anche nella necessaria direzione di ridurre le emissioni causa dei cambiamenti climatici.
Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici in atto sono infatti problemi diversi, ma richiedono la stessa soluzione. Perché se la causa principale del PM10 rimane la mobilità privata – come confermato per Padova anche dai dati INEMAR dell’ARPAV – le auto la fanno da padrone anche nella produzione di gas climalteranti; gli ultimi dati disponibili sulla nostra città – quelli del Paes del 2013 – ci raccontano una riduzione di CO2 in tutti i settori ad eccezione di quello dei trasporti che aumenta del 12% rispetto al 2005.
Nonostante la natura pianeggiante e le buone infrastrutture di Padova, infatti, ancora quasi il 60% degli spostamenti avvengono con l’automobile; e se l’Italia ha il triste primato di paese con maggior numero auto ogni cento abitanti (62,5%), la nostra città si trova di poco sotto la media (qui i dati del Treno Verde di Legambiente). Serve dunque un ripensamento radicale della mobilità per incentivare forme alternative a quella dell’auto: è questa la direzione intrapresa non solo dalle maggiori città europee – come Amsterdam che eliminerà 1.500 posti auto ogni anno fino al 2025 – ma anche dalle eccellenze di mobilità dolce del nostro paese, come come Pesaro e Bolzano che sulla mobilità alternativa hanno investito in maniera lungimirante.
Nei giorni scorsi è stato annunciato dal vicesindaco Arturo Lorenzoni il PUMS Plus: secondo Legambiente questo Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile sta andando nella direzione giusta, con l’inserimento anche di alcuni “cavalli di battaglia” dell’associazione quali la creazione di una zona a basse emissioni che dovrebbe coincidere con l’anello delle tangenziali: un’area centrale all’interno della quale bisognerà prevedere limiti di accesso e innalzamento dei costi di accesso e parcheggio in base alle emissioni dei veicoli.
«Cruciale che il PUMS Plus vada a regime in tempi rapidi – dichiara Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog di Legambiente Padova – perché il traguardo del 2030 non solo comporterebbe altri dieci anni di emergenza smog, con tutti i rischi che comporta per la salute delle persone, ma anche perché appare troppo timido nella riduzione della CO2, che secondo l’IPCC dovranno essere dimezzate entro i prossimi dieci anni [ne abbiamo parlato qui]».
Secondo l’associazione ambientalista, inoltre, le misure del PUMS plus dovranno coincidere con la costruzione dei parcheggi scambiatori alle radiali dove ancora mancano, come Via Po, San Marco, Armistizio, Chiesanuova e con la promozione della pubblica, grazie a nuove corsie preferenziali e a una maggiore frequenza dei bus, da ottenere utilizzando le risorse economiche derivanti dai ticket di accesso e di parcheggio nell’area centrale.
Secondo Legambiente è poi altrettanto necessario che il Comune punti sulla sharing-mobility e sulla ciclabilità: insieme alla bicipolitana, bisognerà incentivare l’utilizzo della bici con la creazione di nuovi stalli e di parcheggi custoditi, nonché con l’introduzione della ciclabilità diffusa in tutto il centro di Padova. Fondamentale, infine, che venga ampliato l’Accordo di bacino padano: i Comuni devono fare pressioni sulla Regione per ottenere una delibera regionale che renda più stringente, omogeneo e territorialmente più ampio il blocco dei veicoli, per limitare polveri sottili ed emissioni climalternati.
Per diffondere la cultura della ciclabilità e i nuovi stili di vita, Legambiente sarà presente domenica 7 aprile alla Festa della Bici. Previste iniziative tutto il giorno (qui il ricco il programma) per un appuntamento all’insegna della sostenibilità.
Luca Cirese – redazione ecopolis
Non molliamo nel richiedere azioni a favore della Mobilità Sostenibile.
Poniamo attenzione alle zone più fragili: Ospedali e Scuole! Lì in particolare devono essere moderati il flusso, la velocità e la sosta di auto.
È indispensabile provvedere a nuovi e numerosi stalli di sosta per biciclette
Grazie! Paola f
Purtroppo la macchina viene usata da persone che potrebbero andare a piedi . Sono tutti incolonnati fermi. Farebbero prima a piedi. Assurdo. Arrivano fino in palestra in macchina poi fanno tapis roulant !!!
Rimango sconcertato, le auto sarebbero più ecologiche e invece inquinano di più! Tutti fanno finta di non sapere che vengono riprogrammate le centraline dei diesel invece di fare la corretta periodica manutenzione, in particolare delle auto, furgoni e mezzi pesanti. la cosa viene persino “consigliata” dai meccanici per risparmiare che forano le marmitte di scarico, in questo modo abbiamo in circolazione dei mezzi che invece di essere euro 4,5 o 6 sono di fatto euro zero.
un esempio:
https://www.bikeitalia.it/2017/02/08/filtro-antiparticolato-sui-motori-diesel/
Basta cercare in Google; “eliminare filtro antiparticolato”
rete ne è piena.
Ci sono tante officine che lo fanno su richiesta, quasi tutte.
Per la revisione? Basta posizionare la sonda sull’auto a fianco o riprogrammarla, se il foro è fatto “bene” il PM10 non esce dalla parte della sonda. Ma anche Lega Ambiente fa lo struzzo? Basterebbe sollecitare un controllo stradale a campione sui mezzi circolanti con un opacimetro (costa 200 euro) e beccare questi pseudo furbetti, forse si “beccherebbero” persone troppo importanti?
Saluti