Oggi è un giorno importante per chi crede nel rispetto delle regole, del buon senso e dell’importanza del verde pubblico.
Il Tribunale amministrativo Regionale del Veneto, accogliendo la domanda cautelare avanzata dai residenti di via Nazareth a ridosso del parco dello IOV, ha concesso il provvedimento di sospensiva ai lavori in atto nel parco, fissando al 27 Settembre 2017 la data per l’udienza di merito della causa.
La decisione ha quindi sospeso il cantiere che, come ha riportato anche il mattino del 14 ottobre, “con i suoi tremila metri quadri di superficie lungo il lato sud della struttura che ospita l’Istituto Oncologico Veneto, tra via Nazareth, via Gattamelata e via Scardeone, era in fase di ultimazione del secondo dei sei stralci previsti dal progetto esecutivo (904 mila euro)”.
Non siamo più tranquilli di prima, sappiamo che il provvedimento è solo cautelare e che il merito sarà deciso tra un anno (questi i tempi della giustizia in Italia), ma si tratta comunque di un passo significativo. La sospensione riguarda infatti solo il parcheggio all’interno del Parco Storico dello IOV e non riguarda i giardini dei privati cittadini, il cui esproprio o meno è fermo a causa del ricorso che impugna la variante, e il cui procedimento ancora non vede fissata un’udienza. In questa vertenza Comune e IOV si sono costituiti contro il ricorso dei cittadini.
Le nostre amministrazioni – a livello comunale e regionale – stanno dando sempre più prova di avere idee ben confuse sui progetti nell’ambito della sanità pubblica. L’apertura di 150 posti letto dello IOV a Castelfranco – con tutto quello che conseguirà a tale scelta – ed il valzer dei siti sul quale sorgerà il nuovo ospedale di Padova – che rasenta ormai il ridicolo – danno l’idea dell’indecisione che regna. Anche il recente “crollo” (leggi “disgregazione”) nella giunta di Bitonci è un segnale forte di quello che potrebbe succedere tra un anno. Non possiamo quindi “cantare vittoria”, gli spazi lasciati senza alberi all’interno del parco lo testimoniano desolatamente (sono già stati tagliate 150 piante dal 2014 ad oggi), ma per una volta è stata presa in considerazione la voce dei cittadini e l’esigenza primaria di proteggere l’ambiente; cosa che – in ogni paese dove regni il diritto e la democrazia – dovrebbe essere la norma e non l’eccezione!
Su questa linea si è infatti saggiamente espresso il TAR, rilevando il rischio che la conclusione dei lavori potrebbe arrecare un danno irreversibile ai cittadini a fronte di un non motivato beneficio pubblico che giustifichi tali scelte, tenendo conto del fatto che parte dell’area di progetto è già utilizzata a parcheggio e che nelle immediate vicinanze c’è il parcheggio multipiano.
Il sindaco e gli assessori dovrebbero essere l’espressione dei cittadini, di tutti i cittadini, invece che rappresentare e portare avanti istanze troppo spesso utili solo a ideologie di partito e contrarie al bene comune. Il taglio di alberi indiscriminato a cui è stata sottoposta la nostra città negli ultimi due anni non ha eguali nella storia recente della nostra comunità; è un record negativo che non fa onore alla nostra città e priva noi cittadini di un bene primario, legato a stretto filo con la nostra salute, visti i dati preoccupanti sui livelli di inquinamento a cui siamo sottoposti e il problema degli allagamenti dei quartieri causato dalla eccessiva impermeabilizzazione del suolo.
Vogliamo allora sperare che l’anno concesso serva a portare consiglio. IOV (un centro di eccellenza della nostra città) e verde pubblico non devono essere posti in antitesi, ma valorizzati entrambi nel rispetto reciproco. Le soluzioni ci sono; vogliamo credere che vi possa essere anche la buona volontà di metterle in atto.
Comitato Padova zona Nazareth: difendiamo il verde in quartiere
Decisione assai tardiva, presa ad alberi già allegramente tagliati (loro non protestano, e chi li fa fuori tira sempre dritto, visto che puo’ farlo), ma… meglio che niente!
Ci voleva il TAR, pare non si potessero capir le cose prima.
G.
… sindrome NIMBY mascherata da ambientalismo militante: Not In My Back Yard …