Più di 20 sigle cittadine lanciano oggi un appello (leggi il testo integrale qui) all’Amministrazione Comunale di Padova per la revisione dell’attuale pianificazione urbanistica.
Una previsione di 2,6 milioni di metri cubi edificabili nei prossimi 4 anni, a cui si potranno aggiungere in seguito altri 2 milioni di mc previsti dal PAT – Piano di Assetto Territoriale.
Una colata di cemento insostenibile per la città che ha già consumato il 49,2% del suo territorio e che deve ora porsi come obiettivo primario la salvaguardia e la valorizzazione degli spazi verdi rimasti.
A questo scopo, oltre ad avviare urgentemente una Variante all’attuale Piano degli Interventi, è necessario che il Comune si attivi per scongiurare l’edificazione, anche in quei brani strategici della rete ecologica cittadina già sottoposti a Piano Urbanistico convenzionato, come ad esempio in parte dei terreni agricoli del Basso Isonzo Isonzo, il più importante polmone verde della città, in larga parte sopravvissuto all’alluvione edilizia degli scorsi decenni, ma sempre più minacciato da nuove lottizzazioni.
Il contenimento del consumo di suolo non è solo necessario per ridurre i rischi connessi ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, ma rappresenta per Padova un’importante opportunità di mettere un freno al depauperamento del patrimonio urbano esistente favorendone la riqualificazione, a partire dalle periferie storiche.
Al tempo stesso la costruzione di una rete ecologica cittadina e la formazione di un organico sistema del verde e degli spazi aperti, sono interventi fondamentali per costruire un ambiente urbano non solo più sostenibile, ma anche esteticamente e socialmente più vivibile ed attraente, ricco di relazioni, opportunità di incontro e luoghi simbolicamente significativi.
Un ruolo chiave in questo percorso è rappresentato dall’agricoltura e da progetto di Parco Agro-paesaggistico Metropolitano che, partendo dalla “resistenza a non smettere di coltivare” profondamente radicata nel DNA dei suoi abitanti, offre al nostro territorio un’occasione di rigenerarsi facendo leva sulla qualità dei suoi prodotti, del suo paesaggio e del suo capitale umano. Per promuovere tali contenuti, recentemente è stato realizzato un video (visibile qui) dal titolo “Coltiviamo la città” dell’associazione PaAM per il Parco Agro-paesaggistico Metropolitano.
Sono molteplici dunque i motivi per dare avvio a un Progetto di riconversione ecologica della città, come molte sono le realtà* che hanno voluto lanciare assieme a noi questo appello alla nuova Amministrazione Comunale, a cui chiediamo di non perdere l’occasione di attuare un nuovo governo del territorio con un ruolo di “guida strategica per il Veneto e per tutto il Nordest”, in conformità alle proposte contenute nelle Linee strategiche di mandato del Sindaco Sergio Giordani.
Sandro Ginestri – vicepresidente Legambiente Padova
*I primi aderenti: Legambiente Padova, Italia Nostra, Aiab Veneto, Cooperativa El Tamiso, Slow Food Padova, PaAM – Ass. Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova, Beati i costruttori di pace, Cgil Padova, Fillea Cgil, Comitato Difesa Alberi e Territorio, Ca’ Sana, coop. I dodici mesi – Osteria di Fuori Porta, residenti “Padova zona Nazareth”, Sacro Cuore PACTA, Rete Arcella Viva, Circolo Wigwam Il Presidio, Rete Architetti Città Amica, Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova, Comito Iris, Comitato Vivere Bene a S. Bellino, CheAriaRespiriamo, Associazione per la Pace, Lipu Padova.
Per adesioni e aggiornamenti visita la pagina “Per un progetto di riconversione ecologica. Appello all’Amministrazione Comunale di Padova”.
Ho ricevuto questo appello rivolto all’Amministrazione per il contenimento del consumo di suolo, lanciato da un ampio gruppo di associazioni padovane.
La richiesta delle associazioni è comprensibile e coerente con il nostro programma. Ci stiamo adoperando proprio per andare nella direzione suggerita. Stiamo lavorando alle permute e alla conservazione del verde e studiando come mettere mano al Piano degli Interventi.
Arturo Lorenzoni, ViceSindaco
Nell’articolo auspicate “ la costruzione di una rete ecologica cittadina e la formazione di un organico sistema del verde e degli spazi aperti” ; si tratta di costruire il “Piano del Verde”, di cui alla L. 10/2013? (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”), peraltro non obbligatorio.
Ben venga allora! (in giro per l’Italia ci sono già Comuni che se ne sono dotati).
Cosetta Bernini (Padova)