Un ciclo di seminari per scoprire i canali di Padova e capire come proteggerli dai rifiuti e dalla crisi climatica.
“Le Acque di Padova – Ieri, Oggi e Domani” è il titolo della rassegna organizzata nel contesto del del ‘Progetto Padova e i suoi canali’, recentemente concluso e co-finanziato dal Comune di Padova, e del progetto ‘Padova, la sua Università e i suoi canali’ finanziato dal Dipartimento di Biologia di UNIPD. La rassegna vuole approfondire l’evoluzione geostorica, idraulica, la biodiversità e i problemi ambientali dei canali di Padova: un’opportunità per conoscere meglio un patrimonio naturale che merita di essere tutelato, giorno per giorno. Abbiamo intervistato il Professor Alberto Barausse che modererà gli incontri.
Prof. Barausse, qual è l’obiettivo di questo ciclo di seminari?
«Ha prima di tutto una finalità sociale, quella di far conoscere i preziosi canali del territorio di Padova. Offrire alla cittadinanza, in particolare ai giovani, una visione a 360 gradi che vada ad approfondire, da un lato l’uso sociale dei canali come spazio pubblico da vivere, su cui passeggiare e fare sport; dall’altro lo stato di salute ambientale dei canali: i rifiuti che sporcano e inquinano le acque ma soprattutto la minaccia dei cambiamenti climatici che manifestano i loro effetti di anno in anno, basti pensare alla siccità e a come questa stia mettendo in estrema difficoltà la regolare quantità d’acqua che i canali richiedono».
Alla luce di queste minacce, come salvaguardare quindi le acque di Padova?
«Ci sono due cose fondamentali da dover fare. Prima di tutto, far sì che nei canali l’acqua ci sia. La siccità ha messo a dura prova i canali e ha provocato la morte di numerosi pesci e il proliferare delle zanzare, una fra tutte la West Nile, che i canali in secca hanno contribuito a vivificare. Non si tratta soltanto dei canali in secca ma anche di tutte le conseguenze che questo stato va a provocare. Le istituzioni devono dare risposte alla siccità in un’ottica preventiva e non soltanto di adattamento.
In secondo luogo, bisogna avere cura dei canali. Portando avanti iniziative come questo ciclo di seminari e anche investendo in progetti virtuosi come il progetto “Padova e i suoi canali”, realizzato da Amissi del Piovego, Cooperativa Piovego, dal Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Padova e finanziato dal Comune di Padova, che ha visto attività regolari di pulizia regolare dei canali dai rifiuti, gestione delle aree verdi da parte di un personale appositamente formato, la partecipazione della cittadinanza attraverso iniziative dedicate al pubblico».
In che stato si trovano oggi la flora e la fauna dei canali di Padova?
«C’è da premettere che i canali sono un ecosistema urbanizzato. A Padova si toccano due fiumi (Brenta e Bacchiglione) da cui partono diversi canali che vanno protetti. La Pianura Padana è un territorio fortemente urbanizzato ma che, in maniera conflittuale, presenta tanta biodiversità, basti pensare ai tanti uccelli acquatici che vediamo ogni giorno nei canali della nostra città. È necessario garantire una coesistenza fra urbanizzazione e la naturale biodiversità del territorio.
A tal proposito, da non perdere – nel ciclo “Le Acque di Padova” è l’appuntamento di Giovedì 25 maggio “L’Ecosistema dei Canali di Padova” che avrà un importante spazio dedicato alla fauna ittica. Non tutti sanno che lungo il fiume Piovego, al Portello, è possibile trovare occasionalmente lucci e anguille, specie protette».
E il problema dei rifiuti? Come attivare la cittadinanza per prendersi cura del territorio?
«Purtroppo, lungo i canali di Padova, si abbandonano diversi tipi di rifiuti. Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Padova ha svolto un importante studio sui rifiuti raccolti nei canali della città, analizzandone 500 kg: oltre il 47% di quanto raccolto era plastica, in particolare prodotti monouso. Non solo, il dato che colpisce di più è un altro: i rifiuti presenti su argini e vegetazione ripariale sono in quantità molto maggiore di quelli presenti in acqua. Un dato per certi versi “confortante”, se pensiamo a come così tanti rifiuti possano essere raccolti con attività di manutenzione ordinaria, giornate ecologiche, attività di valorizzazione dei corsi d’acqua che, oltre a dare una mano alle acque della città, possono rafforzare il contatto con la natura delle nuove generazioni».
Vi invitiamo quindi a seguire i prossimi appuntamenti del ciclo “Le acque di Padova – Ieri, Oggi e Domani”, tenuto dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con il Museo di Geografia di Palazzo Wollemborg.
Prossimo incontro: Giovedì 4 maggio alle 18:00, “L’idraulica dei corsi d’acqua di Padova” in via del Santo al Museo di Geografia.
Andrea Maiorca, Redazione Ecopolis