Oggi anche Maserà di Padova viene minacciato dalla distruzione di una consistente porzione del proprio suolo naturale
È stato presentato un progetto per la realizzazione di un ennesimo polo logistico , che causerà la cementificazione di un’enorme area, ad oggi coltivata, situata in via Bolzani – posizione nord ovest del paese, in prossimità dello sbocco di Strada Battaglia (SS16). L’operazione impatterebbe un terreno limitrofo all’esistente zona industriale, densamente popolata e già gravata da problemi significativi di traffico ed inquinamento.
Il perimetro d’ambito del Piano Urbanistico Attuativo collegato, comprende un’area complessiva di 102.077 metri quadri , incluso un terreno agricolo che verrà con l’occasione tramutato in superficie edificabile (circa 7000 mq ). Questa dimensione, paragonabile a quella di 15 campi da calcio , rappresenta un incremento di estensione del 60% rispetto all’esistente zona industriale . Si prevede altresì la costruzione di immobili per la copertura di 42674 metri quadri, con un’altezza di 15 metri o più, a seconda delle esigenze connesse all’attività che acquisirà il progetto, ed un volume totale di oltre 600.000 metri cubi .
Un progetto presentato al SUAP, per il quale non è prevista alcuna discussione pubblica , né alcun passaggio in Consiglio Comunale (essendo l’area già destinata all’edificazione da circa vent’anni) e che non determina consumo di suolo, così come stabilito da una delle 16 deroghe presenti sulla Legge Regionale sul consumo di suolo. Tutte le decisioni sono nelle mani della Giunta Comunale . E questo senza nemmeno conoscere esattamente quale attività vi si insedierà e quindi quali reali conseguenze in termini di traffico, inquinamento, qualità della vita degli abitanti, ecc., fatta eccezione per l’inevitabile “ trasformazione di preziosi ecosistemi in deserti di cemento ”.
Al di là delle obiezioni di carattere generale, come ad esempio la considerazione che in Veneto esistono 11.000 capannoni vuoti o che la pianura padana , anche grazie al consumo di suolo, è tra i fazzoletti di terra più inquinati al mondo, un’opera del genere appare totalmente insensata in un contesto di campagna come quello di Maserà. Non corrisponde ad alcuna esigenza manifestata da cittadini o attività produttive autoctone e rischia di aggravare una situazione idrogeologica già storicamente compromessa (come testimoniano le alluvioni del 1995 e del 2010), oltre a causare la perdita irreversibile di prezioso terreno coltivabile.
Le promesse di sviluppo e occupazione, solitamente addotte dai sostenitori di interventi del genere, sono smentite non solo dalla scienza – i rapporti ISPRA evidenziano molto bene l’entità dei grandi costi occulti collegati alla cementificazione – ma anche e soprattutto da numerose esperienze concrete, che permettono di individuare la logistica come settore campione nello spreco di risorse e nella precarizzazione dei lavoratori dipendenti.
È sufficiente spostarsi di qualche chilometro da Maserà per incontrare uno degli esempi più tristemente eclatanti, il mastodontico Agrologic di Monselice. Già oggi, a metà del suo potenziale insediativo, disattende tutte le promesse fatte in seno alla sua approvazione.
Per questo, il gruppo civico di minoranza “Comunità e Territorio” si è attivato per cercare di informare e mobilitare la cittadinanza . Da metà Ottobre è stata avviata una raccolta firme per la riconversione dell’area, mentre per venerdì primo Dicembre è in programma una serata pubblica dedicata.
Gruppo Civico Comunità e Territorio