Con un fitto calendario di proposte, Padova celebra nel 2017 il bimillenario della morte di Tito Livio, grande storico romano di origini patavine e autore della celebre opera Ab Urbe Condita, che narra in forma annalistica la storia di Roma dalla fondazione della città alla morte di Druso (754/753- 9 a.C.).
I diversi appuntamenti, organizzati dal Centro Interdipartimentale di Ricerca “Studi Liviani” e da altre istituzioni cittadine, hanno richiamato l’attenzione sulla grandezza di Patavium in epoca romana e diventata, alle soglie dell’età augustea, la terza città più importante dopo Roma e Cadice.
Ma che città era, la Padova romana, rispetto a quella di oggi?
Affidiamo a Tito Livio il compito di raccontarci il glorioso passato di cui la città ha ormai perso quasi tutti i segni tangibili.
Nel decimo libro della sua opera, lo storico narra che Cleonimo, signore di Corcira (Corfù) e re mancato di Sparta, dalla laguna si era spinto con le sue navi nell’entroterra lungo il fiume Brenta, allora Meduacus. Livio narra poi la prontezza degli antichi patavini e la precipitosa fuga di Cleonimo. A memoria di questa vittoriosa impresa, ogni anno si teneva a Padova una battaglia navale nel fiume, che scorreva in mezzo alla città.
Anche il geografo Strabone, contemporaneo di Livio, sembra riferirsi al percorso cittadino del Meduacus e allo scalo portuale che collegava Padova al mare. Infatti, saranno gli sconvolgimenti climatici dell’età tardo antica ad allontanarlo dalla città e a portare nel suo alveo il Bacchiglione.
I primi rapporti di Roma con il mondo veneto sono documentati dagli storici Polibio e Silio Italico. I Veneti avrebbero aiutato i Romani in due momenti drammatici della loro storia: in età più remota, quando i Galli assediarono l’Urbe e, successivamente, al tempo delle invasioni cartaginesi.
Per tutta l’età repubblicana non abbiamo quasi più notizie, ma la romanizzazione del Veneto, e in particolare del territorio padovano, procede assai rapida, come testimoniano le imponenti arterie viarie costruite: dal 153 a.C. la via Annia, innestata sulla via Emilia, lega Bologna ed Adria e poi ad Aquileia, raggiungibile attraverso la Gallia Cisalpina anche da Genova sulla grande direttrice della via Postumia. Come si può facilmente intuire, Padova è al centro di questa fitta rete di comunicazioni e ne trarrà indubbi benefici.
In questo periodo, Padova è tra le città che beneficeranno del diritto latino (ius Latii), approssimazione della piena cittadinanza romana che sarà invece acquisita tra il 49 e il 42 a.C., quando la Gallia Cisalpina sarà integrata nell’Italia romana.
Con Cesare nel 42 a.C. morirà anche la Roma repubblicana. Sulle sue ceneri nascerà con Augusto un impero gravitante attorno alla penisola italica, la Tota Italia Augustea. Di questa nuova realtà farà parte Padova, inserita nella X regio, la Venetia et Histria, e apporterà linfa vitale allo stato romano.
Padova romana conosce nel I secolo d. C. il suo periodo di maggior floridità. La città si dota di terme pubbliche, insediate tra lo Storione e il Municipio. Il Foro doveva sorgere fra il Pedrocchi e Porta Altinate che, con moli di attracco, approdi e banchine, si apriva sul fiume. Ponte San Giovanni delle Navi, Ponte Tadi, Ponte Molino, Ponte di San Lorenzo, e finalmente Ponte Altinate: i sei ponti romani, ancora oggi in parte o quasi integralmente conservati, si possono riconoscere ancora oggi nella loro struttura.
Completano il quadro gli edifici per gli spettacoli, posti al di fuori del nucleo cittadino, nella spianata dell’Arena e, al lato opposto, del Campo Marzio (oggi Prato della Valle) dove sorgeva il teatro dello “Zairo” ricordato nei documenti medievali.
Di questo glorioso passato sono forse rimasti pochi segni tangibili, ma basta ripartire da Tito Livio per poterli almeno in parte rintracciare.
da un articolo di Katiuska Cemin
sintesi a cura di Francesca Andreotta, redazione ecopolis
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Per approfondire:
– L. BRACCESI, l’Antichità in “Storia di Padova dall’antichità all’età contemporanea” a cura di G. Gullino, Cierre Ed., 2009;
– A. PROSDOCIMI, I monumenti romani di Padova in “Padova Antica”, 1981;
– F. VERONESE, dispensa didattica “Il ponte romano di S. Lorenzo”;
– AA.VV., Padova città d’acque, catalogo della mostra, 1989.