Entro fine mese Legambiente presenterà le proprie osservazioni al Piano Urbanistico Attuativo di via Facciolati e via Pertile, adottato il 13 gennaio scorso. Il Piano prevede la demolizione delle ex serre Mazzucato e di altri fabbricati limitrofi per dar luogo ad un edificio residenziale e ad un nuovo supermercato.Le criticità sono molte, riassunte in quattro aspetti negativi che Legambiente Padova intende denunciare:
1) l’eccesso di concentrazione di supermercati nel primo tratto di via Facciolati; 2) l’impatto assolutamente negativo del PUA sul traffico che interessa la via; 3) la sottrazione di verde e la conseguente cementificazione del suolo; 4) l’aumento della densità edilizia.
Via Facciolati è una delle maggiori via d’accesso alla città dal quadrante sud-est. È interessata quindi da un notevole flusso di traffico, sia per quanto riguarda le auto che per quanto riguarda le biciclette. La congestione del traffico,soprattutto nel tratto che va da via Gattamelata fino al semaforo di S. Osvaldo, è determinato dalla presenza dell’ospedale, della chiesa, dell’ufficio postale, di due farmacie, di tre supermercati e numerosi esercizi commerciali. Questo tratto è anche uno dei più pericolosi della città (dati 2009).
Tenendo conto di tali aspetti negativi, il PAT di Padova ha previsto la realizzazione della linea 2 del Tram con l’obiettivo di ridurre il traffico e conseguentemente i fattori di inquinamento e di pericolosità. L’infrastruttura, però, è stata localizzata lungo il tracciato dell’esistente pista ciclabile, come all’epoca anche Legambiente ebbe a contestare, e successivamente abbandonata dalla giunta dell’ex sindaco Bitonci, senza peraltro prevedere nessuna soluzione alternativa che potesse essere realizzata in tempi brevi.
Partendo da queste premesse le Osservazioni sottopongono al comune i quattro punti critici del PUA di via Facciolati.
Per quanto riguarda i supermercati si rileva che ne esistono già due e che dopo l’intervento diventeranno quattro in un raggio di soli 200 metri. Decisamente troppi, sia per quanto riguarda l’impatto sul traffico, sia per le conseguenze che comporteranno sul piccolo commercio di vicinato, che già ora è concentrato solo lungo i principali assi viari, contribuendo all’abbandono del cuore del rione, alla riduzione della vita sociale nello stesso e all’aumento del clima di insicurezza. Anche dal punto di vista occupazionale l’impatto sarà negativo in quanto, da studi di settore, risulta che per ogni posto di lavoro prodotto dalla grande e media distribuzione se ne perdono quattro nel piccolo commercio.
Per quanto riguarda poi la congestione e pericolosità della via, le opere previste non risolvono i problemi che il nuovo insediamento genera, anzi aggravano le criticità esistenti, il che rende il PUA inammissibile. Per risolvere il problema dell’accessibilità alla struttura è stata infatti prevista una piccola rotatoria all’innesto di via Pertile su via Facciolati, ma basteranno tre auto accodate per effettuare la svolta a sinistra per bloccare di fatto la circolazione, che verrà vieppiù complicata quando entrerà in servizio il nuovo parcheggio dell’ospedale Sant’Antonio in via Canestrini. La rotatoria inoltre, renderà impossibile, o quanto meno molto onerosa, la realizzazione della linea forte di trasporto pubblico che deve essere prevista lungo via Facciolati.
La trasformazione dell’area comporta inoltre una significativa riduzione del verde, per lasciare spazio ai parcheggi che occupano quasi totalmente l’area scoperta. Si è deciso infatti di non rispettare lo standard di legge da attrezzare a verde, monetizzando la superficie che viene sottratta per essere destinata a parcheggio, che almeno si chiede sia alberata, e con superfici di stazionamento permeabili e dotate di sistemi di raccolta e smaltimento degli oli delle auto.
Il volume edilizio realizzabile all’interno del PUA passa dagli 8.518 mc realizzabili secondo il P.I. a 10.657 mc, grazie all’incremento del 77,5% consentito dal Piano Casa, con una densificazione del tessuto edilizio che è in contrasto con le previsioni urbanistiche, ma che è consentita da una legge regionale che prevarica la pianificazione comunale, senza porre nessun limite alla cementificazione, al consumo degli spazi liberi e alle sopraelevazioni che limitano il diritto al sole degli edifici adiacenti.
I sindaci devono opporsi all’esproprio, fatto dalla Regione con il Piano casa, delle loro prerogative in materia di gestione del territorio, soprattutto tenendo conto che una legge derogatoria, approvata per risolvere un problema emergenziale, non può essere trasformata in legge ordinaria al venir meno delle condizioni eccezionali che l’hanno giustificata.
Andrea Ragona, presidente Legambiente Padova
… la linea del tram su via Facciolati, a meno di non volerla realizzare in sede promiscua, non si potrà mai realizzare.
Perche’non scrivete quale amministrazione ha realmente concesso in passato queste becere speculazioni edilizie ??
Perche’non scrivete che Amministrazione Bitonci dopo una difficile trattativa con la proprietà che vantava giustamente diritti precedentemente acquisiti , è riuscita ad ottenere dalla stessa, il raddoppio dei posti a parcheggio! !
In due anni e mezzo si pretende dal nuovo, di rimediare quello che i vecchi amici in 50 anni hanno rovinato.
Daniele Buso
Ogni amministrazione porta le sue responsabilità. La giunta Zanonato ha il gravissimo torto, che abbiamo più volte denunciato senza alcuno sconto, di avere approvato un PAT sovradimensionato, che prevede una pioggia di cemento di 4,6 milioni di metri cubi, di cui 2.6 milioni ereditati dal vecchio PRG. Bitonci in campagna elettorale ha promesso di ridimensionare il PAT. Cosa che non ha fatto anzi, con la variante al Piano degli Interventi, ha aggiunto altro volume edificabile a quello già spropositato del PAT. La conseguenza di queste colpe, che accomunano le due giunte, la vediamo ora in via Facciolati, ma non è che l’inizio. La colata di cemento è pronta a riversarsi sulla città. Basta che riparta la domanda di nuove abitazioni e l’industria del mattone riprenderà a consumare il territorio e le residue aree verdi all’interno della città. Se poi aggiungiamo i bonus volumetrici che il governatore Luca Zaia ha concesso con il Piano Casa, la densificazione della città procederà senza freni.