Anche la CGIL Veneto ha prodotto un documento di osservazioni (scarica qui) in merito le proposte di legge riguardanti la disciplina e valorizzazione delle aree protette.
E’ un elenco per punti finalizzati a sollecitare e garantire la piena coerenza tra i provvedimenti da adottare e le positive finalità dichiarate dalle Proposte di Legge n.143 e 217.
Il documento esordisce con un monito ai possibili vincoli, dovuti alla limitazione e razionalizzazione delle già magre risorse per il triennio 2017-2019, nei confronti della valorizzazione delle biodiversità.
Si chiede un approccio alla questione quanto mai integrato e lineare, che vada ad eliminare alla radice il rischio di una separatezza tra ambiente/natura, ecosistema e paesaggio.
Si ritiene indispensabile allargare, in netta opposizione a quanto si vorrebbe invece fare, la quantità e il perimetro delle aree naturali protette presenti nel territorio regionale.
Il documento poi osserva quanto anche le organizzazioni ambientaliste auspicano da tempo: (…) “la progettazione e la diffusione di buone pratiche di tutela e integrazione possono essere un grande volano economico per attività biologiche e per il turismo green e sostenibile” (…)
Si sottolinea un punto a favore della proposta della Giunta: prevedere la “netta separazione tra le tre distinte funzioni di indirizzo, gestione e controllo”. Gli atti di programmazione/pianificazione e il sistema di controllo devono rimanere in capo alla Giunta regionale. Un principio chiave vorrebbe che la gestione possa essere assicurata da un soggetto di diritto pubblico partecipato dalle Amministrazioni locali onde stimolare il loro necessario e diretto coinvolgimento sulla valorizzazione del bene “parco o area protetta”.
Diventa inoltre utile e proficuo distinguere funzioni propriamente politiche dalle competenze tecniche e scientifiche.
Poi c’è la parte, delicata e quanto mai importante, che incamera gli aspetti e le problematiche inerenti il rapporto con i residenti i quali tendono a vivere il territorio come luogo di “divieti e ostacoli”. Più auspicabile sarebbe fare adeguata e proficua sinergia tra essi e i fruitori del bene naturale.
Risulta invece oltremodo interessante, in quanto proveniente da un’organizzazione sindacale, il ritenere che le attività cosiddette impattanti, dalla cementificazione alla viabilità, dalle cave ai rifiuti, vadano assolutamente bandite.
Il finanziamento ordinario della rete ecologica regionale, poi, andrebbe incrementato dettagliando: risorse finanziarie, umane, strumentali, di ogni singolo parco.
Tutti obiettivi e riforme ambiziose che hanno bisogno di una seria programmazione, almeno triennale.
Presenti anche osservazioni in merito alle sanzioni che devono risultare adeguate e commisurate al risultato da conseguire, nonchè l’utilità di una riduzione dei termini, sia per quanto attiene alla fase transitoria sia per l’esercizio, di interventi sostitutivi in caso di inerzia o inadempienza.
L’avvenuta crescita di una forte sensibilità ambientale e una forte esigenza di salvaguardia dei beni primari e del territorio, conclude infine il documento, non può esimere tutti i soggetti coinvolti dal costruire una legge quanto mai buona, efficace, a larga condivisione e orientata a una reale valorizzazione delle aree protette del Veneto.
Osservazioni di CGIL Veneto alle Proposte di Legge n.143 e n. 217 (scarica qui)
sintesi a cuira di Flavio Boscatto – redazione di ecopolis
Condivido pienamente tutte le iniziative di Legambiente e CGIL. Dobbiamo tutti renderci conto che il pianeta è la sola ed unica casa Dobbiamo reagire con molta fermezza contro i saccheggiatori ,che purtroppo sono molto numerosi.i
Ah bhe si ……la CGIL…….si certo.
C’è aria di qualche elezione in giro e deve rifarsi il trucco? qualche candidato di area da far piacere agli ambientalisti?
Anche in tema ambiente, per chi la memoria non l’ha corta, la faccia è bella tosta.
G.