Il nuovo Piano degli Interventi può offrire importanti indicazioni strategiche ed efficaci strumenti operativi per costruire Comunità urbane nella “Città dei 15 minuti”.
La “Città dei 15 minuti” costituisce uno dei temi di fondo per l’elaborazione del nuovo Piano degli Interventi di Padova in quanto evidenzia la necessità di pensare la città come un organismo policentrico, finalizzato in primo luogo alla riqualificazione e rigenerazione delle periferie urbane e metropolitane. Un disegno di città non più basato sulla rigida separazione e zonizzazione delle funzioni, bensì – per quanto possibile – sull’integrazione delle stesse, favorendo la formazione di unità urbane dotate di un elevato grado di complessità, nelle quali tutti gli abitanti spostandosi a piedi o in bicicletta possano raggiungere in non più di 15 minuti i luoghi dello studio, del lavoro, della cultura, del commercio, dell’assistenza sanitaria, del tempo libero, nonché connettersi alle reti dei servizi territoriali e dei trasporti collettivi.
Una città policentrica pur sempre pensata come un organismo unitario, ma nella quale le cellule, ovvero le unità urbane che la compongono, pur differenziate nella forma, dotate di una propria identità e caratterizzate dal prevalere di alcune funzioni specializzate, sappiano anche contenere al proprio interno gli elementi essenziali (il DNA) di ciò che contraddistingue la qualità, la ricchezza di contenuti e di relazioni del vivere in città.
Il progetto di una “Città dei 15 minuti” non va quindi inteso solo come rivendicazione di una maggiore e più equa dotazione di servizi in tutti i contesti urbani e nelle periferie in particolare, ma – seguendo l’esempio di città quali Parigi, Melbourne e Portland – deve essere anche finalizzato alla formazione di comunità urbane fondate sulla riconversione ecologica, sulla riqualificazione ambientale, sulle relazioni di prossimità e sull’integrazione di tutte le principali funzioni ed attività della vita quotidiana, sulla solidarietà ed inclusione sociale e sulla partecipazione attiva dei cittadini.
Da questo punto di vista il nuovo Piano degli Interventi può offrire importanti indicazioni strategiche ed efficaci strumenti operativi. Attraverso il censimento degli immobili e degli spazi oggi dismessi o sottoutilizzati e con la perimetrazione dei contesti urbani da recuperare, riqualificare e rigenerare (senza ulteriore consumo di suolo e fornendo specifiche prescrizioni ed indirizzi progettuali), il Piano deve assicurare per ogni unità urbana ed in relazione alla popolazione residente non solo una congrua dotazione di spazi e servizi pubblici (uffici comunali, verde pubblico, centri civici polifunzionali, piazze, aree pedonalizzate, strade residenziali e spazi ricreativi…) e di interesse collettivo (negozi di vicinato, attività di ristorazione, mercati di prossimità, patronati e luoghi di culto, impianti sportivi…), ma anche di spazi e attrezzature per l’istruzione, la cultura, il tempo libero e la vita comunitaria (istituti scolastici di diverso grado, biblioteche, sale di spettacolo, spazi per l’associazionismo, luoghi di incontro e di confronto con le comunità dei migranti ed i nuovi abitanti…), per la medicina di territorio (ospedali e “case di comunità” attrezzati per la diagnostica, le specialità mediche ambulatoriali e l’assistenza riabilitativa e domiciliare) e per il lavoro (attività produttive e di servizio, laboratori artigianali e digitali, spazi per le start-up ed il coworking, agricoltura urbana e filiere corte…).
In sintesi un ridisegno delle funzioni e degli spazi urbani che sia in grado di favorire in tutti i quartieri un significativo miglioramento dell’ambiente ed una vita urbana più vibrante e creativa, promuovendo il commercio locale, la creazione di nuove attività lavorative, riducendo la necessità di utilizzare l’auto per le esigenze della vita quotidiana, con positivi effetti per la salute e la sicurezza degli abitanti ed in particolare delle categorie più deboli, degli anziani e dei bambini. Un progetto che ben si coniuga con quello proposto dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), che prevede la trasformazione di Padova in una città dei 30 km/ora, privilegiando nei diversi contesti urbani la mobilità lenta di pedoni e ciclisti, sottraendo strade e piazze alla monocoltura dell’auto e conferendo loro la capacità di ritornare ad essere luoghi d’incontro aperti ad una molteplicità di usi e funzioni.
Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova